Titolo: L'EREDITÀ
  
Autore: S. Khalifa
A cura di: L. Raiola
Casa editrice: Illisso
Genere: Romanzo
Lingua: Italiano
  
Adottabile: Si
Disponibilità: no
Formato: cartaceo
  
Settore: Palestina

[Rif. 395] Stampato anno: 2011 - Num. pagine: 304 - Costo: 15 Euro

di Cristina Micalusi

Roma, 8 novembre 2013, Nena News

L'Eredità è un romanzo del 1997 in cui sono analizzati alcuni dei motivi di divisioni interne alla società dei cosiddetti Territori Occupati, chiamati così da quando passarono sotto il controllo del governo israeliano dopo la Guerra dei Sei Giorni.

L'autrice mette in evidenza soprattutto la situazione che si viene a creare in chi vive nella Striscia di Gaza e in particolar modo nella Cisgiordania, dopo gli anni cruenti della prima Intifada, la rivolta delle pietre del 1987, e gli anni degli accordi di Oslo del 1993; che avrebbero condotto nello stesso anno al graduale passaggio dei Territori dal controllo ebraico a quello dell'Autorità Autonoma Palestinese. Iniziava così un periodo di trattative tra israeliani e palestinesi, a fasi alterne, non sempre apprezzato da tutti.

Protagonista dell' Eredità è Zeinab, chiamata anche Zeina, una giovane antropologa di New York nata dal matrimonio tra un arabo originario di Wadi al-Rihan, cittadina della Cisgiordania, e un'americana. La donna "torna" in una patria mai visitata prima se non nei racconti paterni, ritrovandosi in un contesto desiderato e nello stesso tempo temuto, ma che sarà anche più conflittuale e disgregato di quanto avesse immaginato. Lo sguardo della giovane spazia sulla terra degli avi e sulle persone che incontra cercando di capire se stessa e penetrare il senso autentico dell'eredità. Quest'ultimo vocabolo ricorre in maniera ossessiva, usato da personaggi diversi, le cui azioni e pensieri sono dettati, bene o male, proprio da questa "eredità".

Il termine arabo 'al-Mirath', al pari del corrispettivo italiano indica sia l'eredità, ovvero il lascito materiale, ma anche in senso figurato, il patrimonio, il retaggio culturale. Così lungo tutto il racconto assistiamo a un gioco continuo sul doppio significato, che nella realtà palestinese assume una valenza peculiare: ciò di cui si tratta è soprattutto l'appartenenza alla terra d'origine e l'identità negata ai palestinesi fin dal 1948 ( anno della creazione dello stato d'Israele . A tutto ciò si accompagna la riflessione sul dovere seguire alcune norme imposte dalla tradizione che presenta risvolti drammatici, si pensi alla condizione femminile. Quanto all'aspetto storico si evidenzia la pratica di voler modificare l'aspetto del territorio e la sua toponomastica al fine di cancellare la memoria di quanto era stato prima del 14 maggio 1948. Ciò ha comportato una trasformazione continua e una re-definizione dei confini materiali e, a livello più profondo, di quelli mentali e soggettivi. Migliaia di palestinesi hanno conosciuto la diaspora, altri sono diventati arabi di Israele, altri ancora dopo essere passati sotto il controllo di non-palestinesi e sotto quello israeliano sono infine divenuti autonomi. Ma, ci chiede l'autrice, si è trattato di una vera autonomia?

Un altro importante aspetto dell'opera è quello del rapporto tra Oriente e Occidente, tema accompagnato spesso dalla riflessione sull'esilio e sulla 'ghurba' nel significato appunto di allontanamento dalla patria, dalla terra natia con tutto il peso della nostalgia e del desiderio del ritorno. Accanto a questo primo significato del vocaboli ghurba v'è anche quello, non meno dirompente, dell'esilio nella propria terra, di alienazione e di sentirsi ai margini in qualsiasi direzione ci si voglia muovere.

Lo sguardo della narratrice-antropologa, Zeina, scruta coloro che hanno conosciuto davvero l'Occidente, non solo perché vi hanno vissuto, ma anche perché lo hanno studiato, analizzato attraverso i due protagonisti: Zeina e Kamal. Non è un caso che tra le tante nazioni occidentali Sahar Khalifa abbia scelto gli Stati Uniti e la Germania che tanto hanno influito sulla vita degli ebrei e poi sugli israeliani, e per forza di cose sull'esistenza stessa dei palestinesi.


Che la ghurba sia all'estero o in patria che altro rimane se non tornare in esilio? Quell'esilio per Zeina è comunque una normalità. Al pari del cugino Kamal, Zeina ha ritrovato l'entusiasmo, la capacità di amare, di partecipare, di soffrire; insomma quella sensibilità che avevano perduto in Occidente la terra della materia e non della spirito.

*Sahar Khalifa è nata a Nablus in Cisgiordania nel 1941, è tra i più importanti scrittori arabi contemporanei. Inizia a scrivere all'indomani della Guerra dei Sei Giorni con l'intento di aiutare il suo popolo con l'unico strumento a sua disposizione: la penna. Al rientro dagli studi negli Stati Uniti, fonda un Centro per le donne, con sede a Gaza City. Insignita del premio Alberto Moravia nel 1996, è molto apprezzata anche in Italia.