Titolo: Gaza e l’industria israeliana della violenza
  
Autore: Alfredo Tradardi, Diana Carminati, Enrico Bartolom
  
Casa editrice: DeriveApprodi
Genere: Saggistica
Lingua: Italiano
  
Adottabile: Si
Disponibilità: no
Formato: cartaceo
  
Settore: Palestina

[Rif. 475] Stampato anno: 2015 - Num. pagine: 348 - Costo: 16 Euro

La Striscia di Gaza, da quasi un secolo, è un luogo di sofferenza e di resistenza. Non è l’unico in questo mondo sconvolto da conflitti, ma costituisce il paradigma di riferimento dell’industria della violenza contemporanea.
La violenza contro i palestinesi è un continuum che oscilla tra un minimo quotidiano, a bassa intensità, con i suoi morti, i suoi feriti e le sue distruzioni, completamente trascurata dai media, alle punte delle operazioni militari con il loro risvolto voyeuristico di fronte allo spettacolo del dolore. Né va dimenticata la violenza che si esercita contro i palestinesi cittadini di Israele e quella contro i profughi che vivono nei campi allestiti a partire dal 1947-1948 nei paesi arabi del Medio Oriente. Per questo possiamo parlare di un vero e proprio paradigma dell’industria della violenza. Un paradigma certo intrecciato a un colonialismo di insediamento sul quale si basa il sionismo come identità dello Stato israeliano, ma che si sta rivelando un modello concentrazionario specifico, nel quale ha un ruolo sempre più determinante l’industria militare.
Gaza diventa allora una campo di concentramento a cielo aperto, utile come laboratorio di sperimentazione delle nuove armi, testate in corpore vili, e un esempio concentrazionario per la repressione dei mondi offesi.