I Bambini del Campo

Sheren Khalel and Abed Al Qaisi and Sheren Khalel and Abed Al Qaisi on January 22, 2016

 

Giovedì 21 Gennaio,

i bambini dai campi profughi di Aida e Beit Jibrin a Betlemme hanno parlato a Mondoweiss sulla loro vita nei campi. Volevamo capire esattamente quanto i bambini avessero capito dell’occupazione militare attorno a loro, e quanto normale ritenessero le proprie vite. Con il permesso dei loro genitori, abbiamo chiesto a cinque bambini per strada ciò che pensavano dei due campi. Tutte le risposte sono state spontanee ed improvvisate e, come si è scoperto, i ragazzi hanno capito e hanno vissuto sulla propria pelle, molte cose.

Molti tra i bambini hanno parlato di gas lacrimogeni, soldati, e di aver paura ad uscire. Tutti i bambini hanno visto familiari uccisi, arrestati, feriti e arrestati dalle forze israeliane – questa è la vita in molti campi profughi della Cisgiordania occupata. Eppure, i bambini hanno grandi speranze, raccontando a Mondoweiss che vogliono diventare medici, avvocati e ingegneri una volta cresciuti.

 

Fonte: http://mondoweiss.net/2016/01/video-children-of-the-camp

Traduzione: Federico Ard.

Un’altra bambina palestinese uccisa dall’ esercito di occupazione

Ruqayya, una ragazza di 13 anni, che avrebbe voluto attaccare un soldato con un coltello a un checkpoint nella Palestina occupata, è stata uccisa Sabato dall’esercito di occupazione.

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I soldati stavano proteggendo un insediamento illegale nel nord-ovest di Gerusalemme, vicino al villaggio di Anata, dove viveva Ruqayya Eid Abu Eid.

La storia è la stessa per tutti gli altri bambini e  adolescenti assassinati dallo scorso ottobre e che noi sappiamo molto raramente come sono andate le cose e se i fatti riportati dagli israeliani sono precisi perché “uccidono” sistematicamente tutte le loro vittime, anche quando basterebbe un controllo, facendo in modo che non ci sia la loro versione dei fatti.

Ma indipendentemente dai fatti, un occupante ha quello che si merita, quando viene attaccato e non sarà mai sicuro finché lui detiene e colonizza le terre che non sono sue.

Yitzhak Frankenthal, un israeliano di 19 anni il cui figlio è stato ucciso in un attacco suicida, ha detto:

“Se io stesso fossi nato nel caos politico e morale che è la vita quotidiana dei palestinesi, di certo avrei cercato di uccidere e ferire l’occupante; altrimenti sarei stato un traditore della mia natura come un uomo libero ”

“Coloro che così entusiasti di se stessi,  parlano di spietati assassini palestinesi, si guardino  senza compromessi nello specchio, per chiedersi cosa avrebbero fatto loro se fossero stati  a vivere sotto l’occupazione. Quanto a me, Yitzhak Frankenthal, posso dire che sarei diventato, senza dubbio, un combattente per la libertà e che avrei ucciso quanto  avrei potuto fare.”

“Mio figlio Arik non è stato ucciso perché era ebreo, ma perché era parte della nazione che occupa il territorio di un altro. Chi si rifiuta di tener conto di questa terribile verità ci porterà alla fine alla distruzione. ”

 

trad. Invictapalestina

Fonte: http://www.europalestine.com/spip.php?article11477

Macri: Dalla Calabria all’Argentina.

Repubblica scrive “In Calabria le radici del nuovo presidente argentino, figlio dell’imprenditore Franco e nipote del latifondista Giorgio, partiti per l’America dopo la seconda guerra mondiale. Il ramo paterno di Mauricio riporta all’inizio del Novecento e al nonno Giorgio Macrì, rampollo di una famiglia di latifondisti di San Giorgio Morgeto, meno di due chilometri da Polistena, in provincia di Reggio Calabria.

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Argentina, Hebe de Bonafini

Geraldina Colotti, su Le Monde Diplomatique uscito in questi giorni puntualizza la situazione argentina sull’onda neoliberista tornata prepotentemente con l’elezione dell’imprenditore Mauricio Macri “picconatore dell’architettura dei diritti a colpi di decreti”.

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