
The Electronic Intifada Ein al-Hilweh
Per i giovani di Ein al-Hilweh, il più grande campo profughi palestinese del Libano, ci sono pochi spiragli di speranza per una vita migliore.
Leggi tutto “Difficile trovare la speranza nel campo in Libano”
Centro di Documentazione sulla Storia, Cultura, Tradizioni della Palestina
The Electronic Intifada Ein al-Hilweh
Per i giovani di Ein al-Hilweh, il più grande campo profughi palestinese del Libano, ci sono pochi spiragli di speranza per una vita migliore.
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December 29, 2016 Art.Square, Diaspora
Vogue Arabia l’ha definita la “moda più etnicamente-ispirata del Medio Oriente”. Vogue UK ha trillato che è il “tesoro da indossare in questo momento.” Parlavano di Mochi, con sede a Dubai, che alcuni ammiratori chiamano Mo’Chic – nata da un’idea della stilista palestinese Ayah Tabari.
Leggi tutto “I palestinesi che stanno cambiando il volto della moda”
AFP Publié le 30/12/2016 à 11:47 | AFP
Con “3.000 Notti”, la storia di una donna palestinese che partorisce in carcere e decide di allevare il suo bambino dietro le sbarre – nelle sale mercoledì 4 gennaio – la regista Mai Masri ha scelto di portare uno sguardo al tempo stesso sensibile e femminile sul conflitto israelo-palestinese.
Leggi tutto ““3.000 notti” o la vita palestinese vista da una prigione di donne”
Il mondo si sta battendo
per la Palestina;
l’ho capito oggi
quando ho scoperto un gruppo di lettura
in cui gente
del mio stesso
ingannato
paese
ha deciso di proporre
ai suoi lettori
un libro “divertente”
sulla Palestina.
Onestamente, è ormai
uno sforzo umano
quasi impossibile
pensare “scherzosamente”
alla Palestina.
C’è qualcosa
nel prendere deliberatamente di mira
gli occhi dei bambini
le luminose speranze dei giovani
nel colpire
e uccidere le donne,
nell’indiscriminato maltrattamento
e macellazione
di vecchi e giovani,
nelle demolizioni di case
e nell’apparentemente
bombardamento senza fine
di ospedali e scuole
che ci impedisce
in realtà
di ridere.
Ma mi è capitato di conoscere
questo libro che stanno proponendo
ed è molto divertente. *
Ho incontrato la donna che lo ha scritto
e l’ho ascoltata mentre
con gusto
ne leggeva alcune pagine
ad una platea gremita
a Ramallah.
Ci ha fatto morire dal ridere.
E questo è lo spirito
che sta risvegliando
la gente del nostro stesso paese
a batterci per la Palestina,
riconoscendo finalmente:
che è una grazia
per alcuni fortunati di noi
averne letto
e anche testimoniato
o anche praticato
nel nostro paesaggio
malato
e moralmente lacerato
senza riparazione.
* Sharon e mia suocera, la famosa autobiografia della scrittrice e architetta palestinese Suad Amiry
Scheda pubblicata su: http://www.invictapalestina.org/applicazioni/libri/libri_ric.php
Scene di vita (a)normale a Ramallah. Visite scandite dal coprifuoco, cigolio dei tanks, rombo di elicotteri Apache. E una petulante suocera novantaduenne.
Su un impianto incredibilmente ironico, l’architetta palestinese Suad Amiry ha costruito il suo diario di guerra durante l’occupazione israeliana di Ramallah.
Un anno nei “Quartieri bene” di al-Irsal, dove l’attualità politica si intreccia alle piccole cose («Per un cappuccino si rischia la vita: la macchinetta dell’espresso fa un rumore tale che può spaventare i soldati israeliani”) dove bisogna riconoscere i cadaveri degli amici e subire cento controlli per muoversi in città. «Ho bisogno di vari tipi di permessi» scrive l’autrice. «Uno per andare a Gerusalemme. Un altro per arrivare al Giordano, un terzo per entrare in Israele, un quarto per lavorare in Israele, un permesso (impossibile da ottenere) per entrare a Gaza, e uno di quattro ore per andare all’aeroporto (giusto il tempo che ci vuole per arrivarci)”. Si intrecciano ricordi familiari e l’avventuroso lavoro di Suad Amiry direttrice del Riwaq Center for Architectural Conservation che preserva il patrimonio artistico palestinese. Il libro è una raccolta di episodi sul filo della rabbia e dell’impotenza. Scritto nella reclusione imposta da un interminabile coprifuoco. Un diario surreale ma “terapeutico”…
Maria Grazia Ligato, “Io Donna”
Traduzione Simonetta Lambertini – Invictapalestina. Org
Fonte: http://alicewalkersgarden.com/2015/11/the-world-is-standing-up-for-palestine/
2017/04/01
Kal Penn attore americano ha vinto il programma Celebrity MasterChef Stati Uniti e ha donato il premio di $ 25.000 all’Agenzia per il soccorso dei profughi palestinesi delle Nazioni Unite.
l’UNRWA ha ringraziato l’attore per l’aiuto e la comprensione delle difficoltà di milioni di profughi palestinesi.
“Non possiamo ringraziarvi abbastanza per la vostra generosità ed evidenziare la difficile situazione dei profughi palestinesi”, ha sottolineato l’agenzia delle Nazioni Unite su Facebook.
https://www.youtube.com/watch?v=NFwhs8SQ9zo
Fonte: http://www.federacionpalestina.cl/noticia.php?id=2044