Le scelte innocue e codarde (o addirittura dannose) dell’UE sulla Palestina.

Quello che segue è un articolo di Miko Peled uscito il 15 novembre 2015 sull’ American Herald Tribune. Il titolo è stato modificato. Buona lettura.

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L’Unione europea ha recentemente cominciato ad applicare la legge che obbliga i prodotti israeliani che provengono dagli insediamenti in Cisgiordania e dalle alture del Golan a mostrare nell’etichetta la loro provenienza dalle colonie. Un articolo del quotidiano israeliano Haaretz ha scritto che vi è preoccupazione tra gli agricoltori israeliani che non vivono in quei territori perchè questa misura penalizzerà anche loro in quanto il consumatore può non conoscere la differenza e quindi il boicottaggio si potrebbe estendere a tutti i prodotti che provengono da Israele.

Il tentativo dell’UE di punire Israele indicando la provenienza dei prodotti realizzati in “territori occupati” è una buona cosa, ma com’è tipico dell’Ue, va nella direzione sbagliata. Così facendo infatti si da legittimità all’affermazione che la Palestina occupata è limitata alla Cisgiordania e alla Striscia di Gaza. Che in qualche modo quindi i territori occupati si limitano a queste aree. Ma il resto della Palestina?

Forse i governi dell’UE hanno una scarsa memoria ed hanno bisogno di una breve lezione di storia. Israele ha occupato la maggior parte della Palestina nel 1948 e ha stabilito uno stato che ha dato diritti ai soli ebrei provenienti dal resto del mondo che venivano a colonizzarla. La conquista della Palestina da parte dei sionisti è avvenuta attraverso atti di terrorismo e di pulizia etnica, sia il terrorismo che la pulizia etnica sono stati considerati dal diritto internazionale atti criminali. Il movimento sionista voleva dimostrare che vi era un cosiddetto “popolo senza terra” e che avrebbe ereditato una “terra senza popolo”. Naturalmente tutti sapevano che questa era una bugia, la terra aveva un popolo, i palestinesi, e la Palestina era un paese fiorente, ma queste erano le persone sbagliate.

Venti anni più tardi, nel 1967, Israele ha completato l’occupazione della Palestina, o come veniva da loro chiamata “La Terra di Israele” occupando la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Israele ha anche occupato le alture del Golan nel 1967, una zona molto ambita dai politici e dai militari in quanto, ricca di molta acqua, costituiva un importate zona di approvvigionamento idrico ed aveva poi una posizione invidiabile da un punto di vista strategico. Dopo aver preso la Cisgiordania che comprendeva Gerusalemme Est, il governo israeliano ed i militari hanno continuato il processo di pulizia etnica attraverso atti orribili di violenza e di espulsioni forzate. A questo è seguito la distruzione di città e villaggi palestinesi e una massiccia costruzione di case per soli ebrei in terra palestinese.

Questo è il sistema che hanno sempre utilizzato. Non c’era niente di nuovo nel modo con cui Israele ha occupato la Cisgiordania . Si è comportata li come si è comportata in tutto il resto della Palestina: cacciare gli arabi dalla loro terra e costruire colonie per soli ebrei.
In maniera analoga a quando è avvenuto il riconoscimento da parte di diversi paesi europei di uno Stato palestinese che non esiste, che ha solo contribuito al mito che c’è una Palestina indipendente con un governo, quest’ultima decisione UE ha rinforzato il mito che l’occupazione della Palestina è limitata alla Cisgiordania, che tra l’altro non esiste più, ed alla striscia di Gaza. Questo implica che solo le città costruite nei territori occupati nel 1967 sono insediamenti israeliani illegali costruiti su terre palestinesi rubate. Cosa sono allora le terre rubate nel 1948 dove sono state costruite città illegali e fattorie e autostrade e fabbriche?

In una recente intervista mi è stato chiesto se consideravo coloni anche agli israeliani che vivono a Tel Aviv. Domanda divertente, davvero. Agli israeliani piace pensare che solo coloro che vivono in Cisgiordania sono coloni e che il resto sono persone semplici che amano vivere in pace. La verità è che tutti gli israeliani sono colonizzatori, coloni e occupanti e, a meno che non si oppongano senza mezzi termini, sono corresponsabili di un regime razzista. Quindi la risposta è sì, tutti gli israeliani sono coloni, indipendentemente dal fatto che essi vivono a Tel Aviv o a Gerusalemme, o Ma’ale Adumim o a Kiryat Arba. Israele ha occupato tutta la Palestina e il mito che l’occupazione della Palestina è iniziata nel 1967 ha bisogno di essere sepolto per sempre.

Agli israeliani piace fare credere che essi sono un popolo perseguitato, vittime del razzismo e della violenza. Ma anche questa è una bugia. Gli israeliani non sono mai stati perseguitati né sono stati vittime di nessuno, a parte forse solo della loro stupidità. Il fatto che altri ebrei in diverse parti del mondo e in altri periodi storici sono stati sottoposti a persecuzione razziste non ha alcuna rilevanza con l’Israele di oggi. Il problema è che la maggior parte degli ebrei che sono stati vittime di persecuzioni, quando hanno scelto di emigrare non dovevano accettare di andare a colonizzare la Palestina.

Se l’Unione europea avesse voluto fare dichiarazioni coraggiose e avesse voluto contribuire a porre fine al conflitto in Palestina, avrebbe dovuto annunciare forte e chiaro che l’UE riconosce che tutta la Palestina è occupata e che deve essere liberata dal regime sionista. Avrebbe scelto di applicare il boicottaggio, disinvestimento, sanzioni (BDS) contribuendo all’isolamento di Israele e avrebbe fatto in modo che tutti i prodotti venduti nell’UE che hanno origine in Israele siano etichettati in modo chiaro, così che la gente possa sapere che stanno sostenendo uno stato di apartheid.
Ma i governi europei non sono noti per il loro coraggio, per cui hanno scelto un percorso da codardi. Forse cercando di placare i loro elettori che stanno perdendo la pazienza con Israele e che vogliono che i loro eletti propongano atti concreti contro Israele, i governi europei hanno pensato che un insignificante ed innocuo riconoscimento di uno Stato che non esiste avrebbe potuto alleggerire la pressione dell’opinione pubblica e forse anche la loro coscienza . Ma è chiaro che, dopo aver violentato e saccheggiato l’Africa, l’Asia ed il mondo arabo, i governi europei non vedono nulla di male se Israele stupra e saccheggia la Palestina. In realtà la loro collaborazione con Israele fa andare nelle loro tasche molti miliardi di dollari.

 

mikoMiko Peled is an Israeli writer and activist living in the US. He was born and raised in Jerusalem. His father was the late Israeli General Matti Peled. Driven by a personal family tragedy to explore Palestine, its people and their narrative. He has written a book about his journey from the sphere of the privileged Israeli to that of the oppressed Palestinians. His book is titled “The General’s Son, Journey of an Israeli in Palestine.” Peled speaks nationally and internationally on the issue of Palestine. Peled supports the creation of a single democratic state in all of Palestine, he is also a firm supporter of BDS.

traduzione Gianni Lixi Associazione Sardegna Palestina

Miko Peled
http://www.ahtribune.com/opinion/131-eu-labeling-goods-from-israel.html

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