Gaza sull’orlo del collasso: Israele rimanda al medioevo oltre due milioni di persone (Prima parte)

Tutti gli aspetti della vita sono sul punto di un collasso, e siamo sicuri che ancora non si e’ visto il peggio di cui è capace la mentalita’ criminale e diabolica di Israele in questa parte del mondo.

Copertina: Palestinesi manifestano davanti al cancello della frontiera di Rafah tra Egitto e Gaza,  contro il blocco e  chiedono la sua riapertura – 3 luglio 2017. (Reuters / Ibraheem Abu Mustafa)

La seguente intervista e’ stata condotta il 17 luglio  2017 per “Democracy Now!” da Amy Goodman, giornalista e autrice americana .

STORY JULY 19, 2017

Amy Goodman

Le restrizioni  imposte  a Gaza hanno limitato l’uso di elettricità a meno di 4 ore al giorno, creando una catostrofe umanitaria per i due milioni di residenti. Nel 2012, la World Health Organization aveva gia’ annunciato che Gaza sarebbe stata inabitabile dal 2020. L’ ONU ora dice che l’area è  già invivibile e le condizioni di vita si stanno deteriorando piu’ velocemente del previsto. Andiamo direttamente a Gaza a parlare con Raji Sourani, un avvocato al quale è stato assegnato un premio per l’impegno nella difesa dei diritti umani e direttore del Centro Palestinese per i Diritti Umani a Gaza. In una seconda intervista parleremo con  Tareq Baconi, autore del libro “Hamas contained: The Rise & Pacification of Palestinian Resistance” (in inglese), un collaboratore di  Al-Shabaka, network  di politica palestinese.

AMY GOODMAN: Ora passiamo a Gaza dove le restrizioni imposte da Israele continuano a limitare l’elettricità a sole quattro ore al giorno creando una catastrofe umanitaria per i suoi 2 milioni di residenti. L’Autorità Palestinese ha sostenuto l’assedio israeliano nel tentativo di isolare e indebolire il suo rivale politico, Hamas, il gruppo che controlla Gaza negli ultimi 10 anni. Gaza è  sotto assedio israeliano da oltre un decennio. Nel 2012  l’Organizzazione mondiale della sanità ha avvertito che Gaza sarebbe stata inabitabile entro il 2020, ma ora lo stesso Ente dice che le condizioni di vita a Gaza si sono deteriorate più velocemente del previsto e che l’area è già diventata invivibile. Queste sono le parole del coordinatore umanitario U.N. per il territorio palestinese occupato:

Humanitarian Coordinator, Robert Piper

ROBERT PIPER: vedo questo incredibile,  inumano e ingiusto processo di strangolamento  graduale di 2 milioni di civili a Gaza che davvero non costituiscono  minaccia per nessuno. Non so – sapete, parliamo della vivibilità di Gaza. Quando hai due ore al giorno di elettricità, come è successo all’inizio di questa settimana, quando hai tassi di disoccupazione del 60%, con  un futuro veramente così incerto, per me, per te  e, probabilmente  per  la maggior parte delle persone che osservano, la soglia della vivibilità è stata superata da  parecchio tempo .

AMY GOODMAN: Per approfondire la  situazione, andiamo direttamente a Gaza, dove siamo riusciti a contattare Raji Sourani, avvocato e direttore del Centro palestinese per i diritti umani a Gaza. Ha ricevuto il premio Robert F. Kennedy per i diritti umani nel 1991, è stato anche definito due volte da   Amnesty International “Prisoner of conscience”.

Benvenuto a Democracy Now! Raji puoi descrivere quello che sta accadendo adesso a Gaza?

Raji Sourani

RAJI SOURANI: Beh, è  il 50esimo anniversario della belligerante e criminale occupazione israeliana, e sono passati 11 anni da quando e stato imposto l’assedio su Gaza, che rimane un assedio illegale, inumano e consiste in una punizione collettiva.  In questo momento, in cui questo assedio è al culmine, stiamo vivendo la piu’ grande strage umana e come Israele ha promesso, ci sta facendo sprofondare ai tempi del medio evo. Nel corso di 3 offensive sono riusciti a isolare Gaza dal resto del mondo e sottometterla. Nel centro di questo uragano ci sono la popolazione civile e le strutture civili prese di mira. Dopo tutti questi anni siamo ancora incapaci di ricostruire le distruzioni fatte.

Tutto questo ci ha condotto ad una situazione dove il 65% della popolazione è senza stipendio o è disoccupata, il 90% vive sotto i limiti di povertà. Quasi l’85% della popolazione dipende da diverse organizzazioni per razioni di cibo (UNRWA, World Food Program). Effettivamente stanno transformando Gaza in un allevamento d’animali dove la comunità internazionale ogni tanto butta  rifiuti di cibo e medicine. Non possiamo depurare la nostra acqua e le fogne scaricano nel nostro mare inquinandolo e rendendo l’acqua non potabile. Hanno portato la popolazione al punto di un collasso in una situazione senza speranza per il futuro. Ci sono due milioni di persone che stanno soffrendo tutto questo da 11 anni.

L’ultima cosa che accade è la mancanza di elettricità. Prima ci concedevano sei o sette ore al giorno. Adesso solo due ore. Ti puoi immaginare le disastrose consequenze in tutti gli aspetti della vita quotidiana, nell’assistenza medica, in chirurgia, dialisi, operazioni cardiache, su persone che stanno soffrendo, sul cibo che dovrebbe essere congelato. Tutti gli aspetti della vita sono al punto di un collasso, e siamo sicuri che ancora non si e’ visto il peggio di cui è capace la mentalita criminale e diabolica di Israele in questa parte del mondo.

 

AMY GOODMAN: Potresti descrivere in modo più dettagliato cosa significa non avere elettricità? Voglio dire, cosa significa per le persone in una qualsiasi città.  Anche a New York anni fa  abbiamo subito il blackout, ovviamente,   catastrofico. Ma spiega cosa vuol dire avere due ore,  se sei fortunato  quattro  ore di elettricità al giorno, come influisce sulla vita quotidiana, sul modo in cui colpisce gli ospedali, gli effetti sull’acqua pulita, ecc.

RAJI SOURANI: Gaza è una delle zone più densamente popolate della Terra e ora si costruiscono edifici di 14, 16 piani. E la missione è impossibile, intendo pompare acqua fino a quei piani, perché serve elettricità anche per pompare questa acqua inquinata. Quindi, anche l’acqua disponibile non si può utilizzare. In secondo luogo, le aziende di desalinizzazione, non funzionano. Voglio dire, se funzionano, funzionano solo due ore, che non sono sufficienti, dovrebbero funzionare  almeno 20 ore al giorno per fornire Gaza di acqua. I depuratori non possono funzionare, se non funzionano le acque non possono essere trattate e così le acque reflue sono scaricate in mare. E questo colpisce, tutto il mare è contaminato. E… nessuno può bagnarsi, perché è completamente inquinato.

Se andate in una macelleria troverete carne  da consumare in giornata. Non potendo  congelarla, si guasta  e non è più commestibile il giorno dopo. Il resto, lo buttano nella  spazzatura. La maggior parte delle persone qui e’ povera e dipende dalla carne e dai pesci congelati importati dall’esterno.

Se andate negli ospedali, ecco, è il vero disastro. Le sale operatorie non possono funzionare e non si possono effettuare le operazioni. Le macchine per la dialisi sono ferme per la maggior parte del tempo  o guaste; quindi molti pazienti dializzati non possono farla. Per tutti coloro che hanno bisogno di sistemi respiratori automatici o unità di terapia intensiva, si può immaginare cosa succede  quando   manca  l’energia elettrica che li alimenta. Anche cose più semplici, tipo le casalinghe che non possono usare la lavatrice, non possono conservare cibo nei loro frigoriferi e così via. Per quanto riguarda le aziende è missione impossibile farle funzionare. Voglio dire, Gaza è quasi senza gelati,  per il momento, o altri tipi di cibo che ha bisogno di energia elettrica. La maggior parte di Gaza per  20/22 ore al giorno, è al buio. Di notte non si può avere la luce nelle strade, e questo causa anche un numero di infortuni mortali. Succede qui. E la gente, come risultato di tutto questo, paga  con la propria vita.

E riguardo lo studio, chi vuole solo tornare da scuola, dal lavoro ai piani alti dei condomini, non puo’, voglio dire, sapete, andare avanti e indietro per 14/16 piani (senza ascensore ndt.). Potete immaginare le persone che sono malate o con problemi cardiaci, che vogliono spostarsi, andare in ospedale o essere curate. Non è una vita normale. Siamo in pieno medio evo, mentre continuiamo a pagare bollette per l’elettricità che non sono meno care rispetto a quelle europee.

AMY GOODMAN: Raji Sourani, avvocato premiato per l’impegno sui diritti umani, che ci parla dalla città di Gaza. Sullo sfondo, si sente un generatore. Raji, puoi dirci come la situazione è arrivata a questo punto? Parlare di ciò che dice il governo israeliano, quello che si dice di Hamas e quale sorta di soluzione  vedete per uscire da questa situazione.

RAJI SOURANI: Bene, penso alle  belle spiagge di Gaza, penso che abbiamo uno dei più grandi giacimenti di gas del Mediterraneo. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una condotta per portarlo a Gaza e alimentare una centrale elettrica, cosi’ potremmo avere una  centrale per noi e forse per tutta la regione. Ma c’è mancanza di uomini d’affari, di tecnici. C’è mancanza  di professionisti, mancanza di opportunità.

L’occupazione ci vuole così, farci vivere in queste condizioni. Vogliono trasformare Gaza da patria di Hamas a paese dell’ISIS. Quando metti insieme 2 milioni di persone sotto  pressione, nessuno che possa entrare o uscire. Il movimento degli individui è missione impossibile. Quando ti tolgono la possibilità  di ricevere assistenza medica specializzata, quando  ti rendono impossibile soddisfare i bisogni fondamentali, quando ti  isolano dal mondo esterno, quando ti proibiscono di spostarti all’esterno per ricevere assistenza medica importante o per studiare, quando non ti è permesso importare ed esportare normalmente merci, ma solo in base alle loro regole, quando si crea  giorno e notte morte e  distruzione intorno, quando  fai perdere la speranza di un domani, questa è la ricetta per promuovere l’ ISIS. Io intendo vivere in questa parte del mondo, ma ciò che abbiamo qui, il Corano dell’ISIS, è la legge della giungla. Questo è quello che abbiamo qui!

Tutto ciò che stiamo cercando, chiedendo, è il rispetto delle regole del diritto, nulla di meno, nient’altro. Ci sono 2 milioni di civili che vivono in questa parte del mondo. Sono sottomessi.

Persino l’ICRC, Human Rights Watch, Amnesty International, nell’arena internazionale e nella comunità internazionale, tutti concordano che questa  è punizione illegale, inumana e collettiva e dovrebbe essere subito e totalmente rimossa assicurando alla gente il diritto di movimento. Non stiamo chiedendo altro che ciò che il diritto sancisce e dovrebbe  essere garantito dalla comunità internazionale, i diritti  garantiti nel diritto internazionale e nel diritto internazionale umanitario. Questo non è un crimine di guerra. Questo è un crimine contro l’umanità. Ma non vediamo nessuno muoversi in questo senso. Nessuno pensa, dopo 50 anni, di porre fine all’occupazione. Se non alla fine dell’occupazione, che è  nostro diritto: è il nostro diritto assoluto a livello individuale e collettivo – ma almeno, voglio dire, ci diano il diritto di movimento. Il diritto di poter godere delle condizioni minime per un essere umano.

AMY GOODMAN: In qualche modo, che tipo di effetto ha avuto il nuovo presidente degli Stati Uniti, il Presidente Trump, sulla situazione? E cosa pensi che gli americani possano fare?

RAJI SOURANI: Gli americani possono fare molto, molto. L’America è un grande paese e puo’ contribuire positivamente. Il presidente Eisenhower, nel 1957, quando Israele occupo’ Gaza in un giorno, ordinò loro di uscire e lasciarono Gaza. (Approfondimento)

E ovviamente, dal momento che il Presidente Trump è salito alla  presidenza, penso che i palestinesi siano uno dei capri espiatori della sua politica e che stiamo pagando molto e pesantemente, sta sostenendo al 100 %, in modo totale, la politica israeliana criminale contro il Popolo palestinese. Non parla di fine dell’occupazione. Non parla della fine delle sofferenze dei palestinesi. Non parla di una soluzione a due stati. Sta solo lasciando agli israeliani il pieno controllo dei palestinesi. Non ha criticato il governo americano, in maniera continuata, condannando la politica degli insediamenti e la politica dell’assedio. Non sta facendo altro che sostenere  la politica israeliana. Ogni critica a Israele negli Stati Uniti o nell’UNESCO, la considera un crimine, e ha fatto  giuramento. E il suo rappresentante al Consiglio di sicurezza dell’U.N. ha dichiarato: “Non permetteremo che accada  nulla contro lo stato di Israele”, come se Israele fosse un piccolo Dio, mini Dio, al di sopra di ogni critica, non stanno facendo nulla.

Non siamo noi a parlare contro Israele. Dimentica ciò che le organizzazioni palestinesi dei diritti umani e la società civile stanno dicendo contro Israele. Ascolta invece cosa dicono le organizzazioni israeliane per i diritti umani sulle politiche di Israele. Guarda cosa  sta dicendo B’Tselem contro Israele. Guardate a come tutte le organizzazioni internazionali per i diritti umani, senza eccezione, criticano Israele e le politiche sui crimini di guerra e sui crimini contro l’umanità. Anche se vogliamo ricorrere alla ICC, Corte Penale Internazionale, per denunciare le responsabilità di Israele, l’U.S. minaccia.

Così, effettivamente, il presidente Trump dà a Israele la licenza dibuccidere. Danno loro l’autorizzazione incondizionata a fare tutto ciò che vogliono contro i civili palestinesi. Non siamo in difesa di Hamas o Fatah o PFLP. Difendiamo – siamo in difesa dei civili palestinesi, che – nel diritto internazionale – hanno diritto ad una protezione assoluta. Diritto contemplato nelle Convenzioni di Ginevra in riferimento alla protezione dei civili, il che significa che vi è obbligo reale per legge di proteggere i civili palestinesi nei Territori Occupati. Questi sono invece nell’occhio del ciclone delle politiche penali israeliane nei Territori Occupati.

AMY GOODMAN: Voglio ringraziarti, Raji Sourani, per esserti collegato con noi dalla città di Gaza in queste condizioni estremamente difficili, quello che l’U.N. chiama “invivibile”. Ultimi 30 secondi di collegamento satellitare con te, Raji, per il tuo commento finale?

RAJI SOURANI: Non abbiamo il diritto di rinunciare e non ci arrendiamo. Abbiamo una giusta, giusta causa. Siamo forti, abbastanza forti, perché stiamo combattendo per lo Stato di diritto, non per il governo della giungla, come vuole Israele. Manteniamo il nostro livello di superiorità morale in un’occupazione criminale. Sappiamo che non siamo soli. Per la libertà, persone libere impegnate in tutto il mondo solidarizzano con noi. Solidarizzano con la giustizia, lo stato di diritto, la  dignità dell’uomo.

 

 

Trad. Elvira R. Majd- Invictapalestina.org

(Articolo ricavato da un intervento televisivo trascritto in inglese da democracynow e da noi tradotto in italiano)

Fonte: https://www.democracynow.org/2017/7/19/unlivable_gaza_on_verge_of_collapse

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