Shin Bet: Perdi il lavoro se il tuo bambino lancia dei sassi

Il servizio di sicurezza israeliano affigge avvisi nel villaggio palestinese di Beit Omar con la minaccia di revocare i permessi di lavoro alle famiglie i cui figli sono sospettati di lancio di pietre.

Copertina – Lavoratori palestinesi ammassati per passare attraverso il checkpoint israeliano di Betlemme per andare al loro lavoro nelle città israeliane – Betlemme, Cisgiordania, 19 marzo 2017. (Ahmad Al-Bazz / Activestills.org)

 

di Yael Marom, 4 gennaio 2018

I residenti del villaggio palestinese di Beit Omar, in Cisgiordania, hanno scoperto la scorsa settimana che lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano, aveva affisso avvisi minacciosi sulle loro case e attività commerciali. Le comunicazioni, pubblicate in arabo e firmate da un agente dello Shin Bet noto come “Capitan Amar”, minacciano di revocare i permessi di lavoro a famiglie i cui figli sono sospettati di lanciare sassi.

Tamar Goldschmidt ha tradotto gli avvisi in ebraico:

 

“Ciao a tutti,

Come sapete, una gran parte dei capifamiglia della città hanno un permesso di lavoro che consente loro di viaggiare all’interno della Linea Verde. Questi permessi permettono alle famiglie di vivere con dignità, curare la loro salute, costruire, ricevere un’istruzione, coprire i diversi, pesanti costi della vita.

Noi sosteniamo chiunque cerchi di guadagnarsi da vivere con il sudore della fronte. D’altra parte, non ha senso che allunghiamo la mano e offriamo un posto di lavoro, quando scopriamo che vostro figlio lancia pietre o bottiglie Molotov sulla strada principale, usata sia dagli israeliani che dagli arabi. Il lancio di pietre è più di un crimine, è un tentato omicidio.

Pertanto non c’è perdono per quanto riguarda il fatto che è vostro dovere come genitori tenere d’occhio i vostri bambini e fare in modo che non disturbino l’ordine pubblico – non ha senso non avere un controllo su di loro – al fine di assicurare la loro educazione e il sostentamento delle vostre famiglie.

Sappiate che, se dovessimo revocare il permesso di lavoro, non saremo da biasimare.

Inoltre, come gesto di buona volontà da parte nostra, abbiamo deciso di esaminare la possibilità di perdonare tutti coloro che chiedono che gli sia restituito un permesso di lavoro rescisso, e in merito ci impegneremo il più possibile.

Dedicheremo un giorno speciale per la presentazione di queste richieste con l’inizio del nuovo anno, il 1° gennaio 2018 dalle 09:00

Vi auguriamo un felice anno nuovo.

Amar”

 

Le parole gentili non rendono le comunicazioni meno minacciose. I residenti del villaggio conoscono abbastanza bene il capitano Amar, così come i suoi colleghi dello Shin Bet. Questa è la vita quotidiana degli abitanti di villaggi che vivono sotto punizione collettiva perpetua, compresi frequenti incursioni notturne, arresti, gas lacrimogeni, posti di blocco, chiusure e pressioni per informare le autorità di occupazione su vicini, familiari e conoscenti.

 

FOTO – Un avviso dello Shin Bet affisso su case e attività commerciali nel villaggio palestinese di Beit Omar con cui si minaccia di revocare permessi di lavoro di palestinesi i cui figli sono sospettati di lancio di pietre.

 

Abbiamo contattato lo Shin Bet per un commento, in particolare sulla veemenza delle minacce. Abbiamo anche chiesto se lo Shin Bet ha una politica per punire i genitori i cui bambini siano stati presumibilmente coinvolti in “scontri” privandoli dei loro mezzi di sostentamento. Pubblicheremo la loro risposta se e quando la riceveremo.

 

Yael Marom è il responsabile della partecipazione del pubblico di Just Vision in Israele e un co-editore di Local Call, su cui questo articolo è stato originariamente pubblicato in ebraico.

 

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

Fonte: https://972mag.com/shin-bet-threatens-to-revoke-permits-from-stone-throwers-families/132164/

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