In Marocco alzata bandiera israeliana

La bandiera di Israele è stata alzata domenica scorsa in Marocco al Gran Premio di Judo di Marrakech.

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Tamara Nassar, 14 marzo 2019

Due dei 10 concorrenti israeliani hanno vinto medaglie di bronzo e la loro bandiera è stata spiegata durante la cerimonia.

Due lottatori algerini si erano ritirati dal torneo per l’abbinamento con avversari israeliani.

Kawther Boussena e Sonia Asselah avrebbero dovuto rispettivamente competere con i judoka israeliani Raz Hershko e Omri Kenyon.

Una fonte anonima della Algerian Judo Federation ha dichiarato a The New Arab che i judoka algerini si sono ritirati rifiutando la normalizzazione con Israele.

La fonte ha aggiunto che ai funzionari del campionato è stato detto che i judoka algerini si sono ritirati a causa di infortuni, non di una posizione politica, per evitare una penalità.

Mentre Israele sostiene spesso che lo sport dovrebbe essere lasciato fuori dalla politica, i suoi funzionari celebrano l’esibizione dei simboli del loro paese durante le competizioni internazionali come vittorie politiche.

L’account Twitter di Israele per la propaganda in lingua araba e il portavoce del governo israeliano, Ofir Gendelman, hanno lodato l’esposizione della bandiera in Marocco.

 

L’allenatore israeliano ha dichiarato di essere “orgoglioso della bandiera israeliana alzata”.

Un gruppo marocchino anti-normalizzazione ha definito la partecipazione israeliana un “nuovo crimine di normalizzazione”.

“La partecipazione israeliana e l’innalzamento della bandiera sono stati condannati in Marocco da molte organizzazioni”, ha affermato l’Osservatorio marocchino per l’anti-normalizzazione.

Normalizzazione attraverso il judo

Gli eventi in Marocco riflettono una tendenza degli stati arabi a normalizzare i legami con Israele attraverso lo sport.

Lo scorso ottobre la bandiera di Israele è stata alzata negli Emirati Arabi Uniti nella competizione di judo del Grande Slam di Abu Dhabi, dopo che due concorrenti israeliani avevano vinto delle medaglie d’oro.

La ministra israeliana dello sport e della cultura, Miri Regev, che era negli Emirati con la squadra del suo paese, ha gridato per l’emozione mentre veniva suonato l’inno israeliano.

Settimane prima della competizione di Abu Dhabi, la federazione judo degli Emirati Arabi Uniti aveva ceduto alle richieste di Israele di esibire i propri simboli alla competizione di Abu Dhabi dopo che Regev aveva esercitato pressioni sul presidente della Federazione Internazionale di Judo perché si cancellasse l’evento di Abu Dhabi, insieme ad un altro in Tunisia, dopo che i due paesi si erano rifiutati di normalizzare la partecipazione israeliana.

Mentre Regev festeggiava negli Emirati Arabi Uniti, un’altra delegazione sostenuta dal governo israeliano – la squadra di ginnastica del paese – gareggiava in Qatar.

La delegazione israeliana vola negli Emirati Arabi Uniti

Un’altra delegazione sportiva israeliana è arrivata questa settimana negli Emirati Arabi Uniti per partecipare agli Special Olympics World Games di Abu Dhabi, dal 14 al 21 marzo.

Israele sta mettendo in campo 27 atleti che gareggeranno nel basket, nel bowling, nel judo e nel nuoto.

Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha incontrato gli atleti prima della loro partenza per Abu Dhabi, dicendo loro: “Andate in pace e tornate con medaglie d’oro, argento e bronzo”.

 

Il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, che ha partecipato a uno degli eventi di apertura, ha coltivato per anni stretti legami con Israele.

 

Jason Greenblatt, inviato in Medio Oriente del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha festeggiato su Twitter la decisione degli Emirati Arabi Uniti di ospitare la delegazione israeliana, definendola un “approccio inclusivo”.

 

 

Mentre gli atleti israeliani stanno riscuotendo un caloroso benvenuto negli stati arabi, agli atleti palestinesi, in particolare a quelli provenienti da Gaza, viene regolarmente negata l’opportunità di gareggiare in competizioni internazionali a causa delle restrizioni israeliane.

Il Marocco entra nelle grazie di Israele

I servizi di sicurezza marocchini la settimana scorsa hanno arrestato 10 persone in relazione a una rete che presumibilmente falsificava documenti marocchini e passaporti per gli israeliani da utilizzare in attività criminali, ha rivelato il quotidiano Al-Quds Al-Arabi.

Tra gli arrestati vi sono poliziotti e funzionari statali.

Gli israeliani usano i documenti per fare entrare spie anche in altri paesi arabi, secondo fonti anonime marocchine riportate dal quotidiano.

Il passaporto marocchino è prezioso perché consente ai titolari di accedere senza visto a determinate destinazioni come la Tunisia, l’Algeria e altri paesi arabi e africani, ha detto un’altra fonte di sicurezza al quotidiano.

“La naturalizzazione di sionisti israeliani di origine non marocchina con nazionalità marocchina è un precedente molto pericoloso” che minaccia la sicurezza nazionale del Marocco e di un certo numero di paesi arabi e africani, ha dichiarato l’Osservatorio marocchino per l’anti-normalizzazione.

Il quotidiano ha aggiunto che le relazioni segrete tra Israele e il Marocco risalgono al 2000.

Ma in realtà sono iniziate molto prima. Re Hasan II, padre dell’attuale monarca del Marocco, secondo quanto riferito, ricevette il primo ministro israeliano Shimon Peres per colloqui segreti in uno dei suoi palazzi nel 1986.

Più di recente, Netanyahu ha incontrato in segreto il ministro degli Esteri del Marocco, Nasser Bourita, a New York a settembre durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, secondo una cronaca di Barak Ravid per Israel Channel 10.

Netanyahu ha detto a Bourita di voler normalizzare le relazioni tra i due paesi e ha espresso interesse a visitare pubblicamente il Marocco.

 

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

 

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