Israele semina morte a Gaza cancellando deliberatamente intere famiglie

I numerosi episodi di uccisione di intere famiglie durante i bombardamenti israeliani a Gaza, genitori e figli, neonati, nonni, fratelli, attestano che non si trattava di errori. I bombardamenti seguono una decisione dall’alto, sostenuta dall’approvazione dei giuristi militari.

Fonte: english version

Di Amira Hass – 18 Maggio 2021

Foto di copertina: Il fratello del ragazzo palestinese Hussien Hamad, che è stato ucciso, piange durante il suo funerale nel nord della Striscia di Gaza, la scorsa settimana. Credito: MOHAMMED SALEM /

Quindici numerose famiglie palestinesi hanno perso almeno tre, o più, dei loro membri, nei bombardamenti israeliani della Striscia di Gaza durante la settimana dal 10 al 17 maggio. Genitori e figli, bambini, nonni, fratelli, nipoti e pronipoti sono morti insieme sotto le macerie quando Israele ha bombardato le loro case. Per quanto è noto, non è stato dato alcun preavviso in modo che potessero evacuare le case prese di mira.

Sabato, un rappresentante del Ministero della Salute palestinese ha riportato l’elenco dei nomi di 12 famiglie colpite, ognuna dentro casa, ognuna in un singolo bombardamento. Da allora, in un attacco aereo prima dell’alba di domenica, durato 70 minuti e diretto a tre case in Al Wehda Street nel quartiere Rimal di Gaza, tre famiglie per un totale di 38 persone sono state sterminate. Alcuni dei corpi sono stati trovati domenica mattina. Solo domenica sera le forze di soccorso palestinesi sono riuscite a trovare i rimanenti corpi e ad estrarli dalle macerie.

Spazzare via intere famiglie nei bombardamenti israeliani è stata una delle caratteristiche della guerra del 2014. Nei circa 50 giorni di guerra di allora, i dati delle Nazioni Unite dicono che 142 famiglie palestinesi furono cancellate (742 persone in totale). I numerosi episodi di ieri e di oggi attestano che non si trattava di errori, e che il bombardamento delle abitazioni con le famiglie all’interno segue una decisione dall’alto, sostenuta dall’esame e dall’approvazione di giuristi militari.

I parenti dell’undicenne Hussain Hamad, ucciso da un’esplosione durante il conflitto in corso tra Israele e Hamas, una settimana fa. Credito: Khalil Hamra, AP

Un’indagine del gruppo per i diritti umani B’Tselem che si è concentrata su circa 70 delle famiglie che sono state cancellate nel 2014, ha fornito tre spiegazioni per le intere famiglie sterminate, tutte in una volta, in un singolo bombardamento israeliano. Una spiegazione è stata che l’esercito israeliano non ha fornito nessun preavviso ai proprietari di casa o ai loro inquilini; o che l’avviso non ha raggiunto, affatto o in tempo l’indirizzo corretto.

In ogni caso, ciò che spicca è la differenza tra il destino degli edifici bombardati con i loro residenti all’interno e le “torri”, gli alti edifici che sono stati bombardati a partire dal secondo giorno di questo ultimo conflitto, durante il giorno o verso sera.

Secondo quanto riferito, i proprietari o il portiere nelle torri hanno ricevuto un preavviso di un’ora per evacuare, di solito tramite telefonata dall’esercito o dal Servizio di Sicurezza Shin Bet, seguito da “missili di avvertimento” sparati dai droni. Questi proprietari o portieri avrebbero dovuto avvertire tutti i residenti nel breve tempo rimanente.

palestinesi partecipano al funerale di due donne e otto bambini della famiglia Abu Hatab a Gaza City, che sono stati uccisi sabato in un attacco aereo israeliano. Credito: Khalil Hamra, AP

Non erano coinvolte solo le Torri. La sera di giovedì la casa di Omar Shurabji a ovest di Khan Yunis è stata bombardata. Un cratere si è formato sulla strada e una stanza dell’edificio a due piani è stata distrutta. Due famiglie, per un totale di sette persone, vivono in quell’edificio.

Circa 20 minuti prima dell’esplosione, l’esercito ha chiamato  Khaled Shurabji e gli ha detto di dire a suo zio Omar di lasciare la casa, secondo un rapporto del centro palestinese per i diritti umani. Non si sa se Omar fosse presente, ma tutti gli abitanti della casa si  sono affrettati a uscire, quindi non ci sono state vittime.

Il fatto stesso che l’esercito israeliano e lo Shin Bet si preoccupino di chiamare e ordinare l’evacuazione delle case mostra che le autorità israeliane sono in possesso dei numeri di telefono aggiornati delle persone che vivono in ogni struttura destinata ad essere colpita. Hanno i numeri di telefono dei parenti delle persone sospettate o note per essere attiviste di Hamas o della Jihad islamica.

Il registro della popolazione palestinese, compreso quello di Gaza, è nelle mani del Ministero dell’Interno israeliano. Include dettagli come nomi, età, parenti e indirizzi.

Come richiesto dagli accordi di Oslo, il Ministero degli Interni palestinese, attraverso il Ministero degli Affari Civili, trasferisce regolarmente le informazioni aggiornate alla parte israeliana, in particolare per quanto riguarda le nascite e i neonati: I dati di registro devono ricevere l’approvazione israeliana, perché senza di essa, i palestinesi non possono ricevere una carta d’identità quando sarà il momento, o nel caso dei minori, non potranno viaggiare da soli o con i loro genitori attraverso i valichi di frontiera controllati da Israele.

È chiaro, quindi, che l’esercito conosce il numero e i nomi di bambini, donne e anziani che vivono in ogni edificio residenziale che bombarda per qualsiasi motivo.

persone in lutto pregano sui corpi di Amira Soboh e di suo figlio Abdelrahman, che sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani nel loro condominio, a Gaza City, martedì. Credito: Adel Hana, AP

La seconda spiegazione di B’Tselem per il motivo per cui intere famiglie  furono cancellate nel 2014 è che la definizione dell’esercito di “obiettivo militare” attaccabile era molto ampia e includeva le case di Hamas e dei militanti della Jihad islamica. Queste case  furono descritte come infrastrutture operative, o infrastrutture di comando e controllo dell’organizzazione o infrastrutture terroristiche, anche se tutto ciò che avevano era un telefono o semplicemente ospitavano una riunione.

La terza spiegazione nell’analisi di B’Tselem del 2014 era che l’interpretazione dell’esercito del “danno collaterale” è molto flessibile e ampia. L’esercito afferma e sostiene di agire secondo il principio di “proporzionalità” tra il danno ai civili non coinvolti e il raggiungimento del legittimo obiettivo militare, in altre parole, che in ogni caso il “danno collaterale” causato ai palestinesi è valutato e considerato.

Ma una volta che “l’importanza” di un membro di Hamas è considerata di alto livello e la sua residenza è definita come un obiettivo legittimo per i bombardamenti, il danno collaterale “ammissibile”, in altre parole il numero di persone non coinvolte uccise, inclusi bambini e neonati, è molto ampio.

Nell’intenso bombardamento di tre edifici residenziali in Al Wehda Street a Gaza, prima dell’alba di domenica, le famiglie Abu al Ouf, Al-Qolaq e Ashkontana sono state uccise. In tempo reale, quando il numero di morti di una famiglia è così grande, è difficile trovare e incoraggiare un sopravvissuto a raccontare di ogni membro della famiglia e dei loro ultimi giorni.

Quindi bisogna accontentarsi dei loro nomi ed età, come elencato nei rapporti quotidiani delle organizzazioni per i diritti umani che raccolgono le informazioni e persino annotano, quando lo sanno, se qualche membro della famiglia apparteneva a qualche organizzazione militare. Finora non si sa se e chi tra i residenti degli edifici di Al Wehda fosse considerato un obiettivo così importante, da “permettere” l’annientamento di intere famiglie.

I membri della famiglia Abu al Ouf che sono stati uccisi sono: il padre Ayman, un medico di medicina interna dell’ospedale di Shifa, e i suoi due figli: Tawfiq, 17 anni, e Tala, 13. Anche altre due parenti donne sono state uccise, Reem, 41 e Rawan, 19 anni. Questi cinque corpi sonos tati  trovati poco dopo il bombardamento. I corpi di altri otto membri della famiglia Abu al Ouf sono stati estratti dalle macerie solo la sera, e sono: Subhiya, 73, Amin, 90, Tawfiq, 80, sua moglie Majdiya, 82, e la loro parente Raja (sposata con un uomo della famiglia Afranji) con i suoi tre figli: Mira, 12, Yazen, 13 e Mir, 9.

Una donna affranta mentre si trova vicino alle macerie di un edificio che è stato distrutto sabato da un attacco aereo israeliano che ospitava l’Associated Press, l’emittente Al-Jazeera e altri media.

Durante l’incursione aerea su questi edifici, Abir Ashkontana, 30 anni, è stato ucciso assieme ai suoi tre figli: Yahya, 5, Dana, 9, e Zin, 2. La sera sono stati trovati i corpi di altre due bambine: Rula, 6 e Lana, 10. Il rapporto del centro palestinese non dice se queste due bambine sono le figlie di Abir.

Nei due edifici adiacenti sono stati uccisi 19 membri della famiglia Al-Qolaq: ​​Fuaz, 63 anni e i suoi quattro figli; Abd al Hamid, 23, Riham, 33, Bahaa, 49 e Sameh, 28, e sua moglie Iyat, 19 anni. Anche il loro bambino Qusay, di sei mesi, è stato ucciso. Un’altra donna membro della numerosa famiglia, Amal Al-Qolaq, 42 anni, è stata uccisa assieme a tre dei suoi figli: Taher, 23, Ahmad, 16 e Hana’a, 15. Anche i fratelli Mohammed Al-Qolaq, 42 anni, e Izzat, 44 anni, sono stati  uccisi, e i figli di Izzat: Ziad, 8 anni e Adam, 3 anni. Anche le donne Doa’a Al-Qolaq, 39 anni, e Sa’adia Al-Qolaq, 83 anni, sono state uccise. In serata, i corpi di Hala Al-Qolaq, 13 anni, e sua sorella Yara, 10 anni, sono stati estratti da sotto le macerie. Il rapporto del centro palestinese non menziona chi fossero i loro genitori e se anche loro siano stati uccisi nel bombardamento.

Amira Hass è corrispondente di Haaretz per i territori occupati. Nata a Gerusalemme nel 1956, Amira Hass è entrata a far parte di Haaretz nel 1989, e ricopre la sua posizione attuale dal 1993. In qualità di corrispondente per i territori, ha vissuto tre anni a Gaza, esperienza che ha ispirato il suo acclamato libro “Bere il mare di Gaza”. Dal 1997 vive nella città di Ramallah in Cisgiordania. Amira Hass è anche autrice di altri due libri, entrambi i quali sono raccolte dei suoi articoli.

 

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org