Lettera ai giornali contro la propaganda di GUERRA

Cambiano i Presidenti degli Stati Uniti ma rimane il progetto di egemonia mondiale con la guerra agli “Stati canaglia” di Bush. Ora il nemico è la Russia e il prossimo, se sarà ancora possibile, la Cina.

Sig. Direttore,

 

è impressionante e preoccupante l’atteggiamento dei politici e dei mezzi d’informazione, europei ed in particolare italiani, sulla guerra ucraina, per l’assenza di una analisi su quanto accaduto in questi ultimi 30 anni in Europa e nel mondo, sulle cause della guerra, e per il razzismo e l’ipocrisia della cosiddetta “Comunità internazionale”.

Dopo il crollo dell’URSS nel 1991 e la disintegrazione del Patto di Varsavia, gli Stati Uniti, unica potenza imperiale rimasta, non hanno sciolto la Nato, come avrebbero dovuto non esistendo più il nemico comunista, ma hanno utilizzato questa alleanza politico-militare, sempre a guida statunitense e non più in funzione difensiva, per tenere sotto controllo l’Europa ed espandere l’egemonia statunitense sul mondo, secondo il progetto di un mondo unipolare, con America “First”.

C’è stata una serie di guerre tutta volute o comunque decise dagli Stati Uniti, a partire dalla Guerra del Golfo nel 1991, poi Bosnia 1993, Afghanistan 2001, Iraq 2003, Siria 2011, Libia 2011, con il pretesto di difendere i diritti umani, portare la democrazia o combattere il terrorismo, in realtà per l’approvvigionamento di materie prime e per estendere il controllo geopolitico mondiale degli Stati Uniti in competizione con la Russia e l’emergente potenza economica cinese. Queste guerre, attuate con la Nato, quindi con la complicità di molti governi europei, hanno causato la morte, durante la guerra o per le sanzioni successive, di milioni di civili, solo per la guerra irachena si ritiene ci siano stati 2 milioni di morti, tra i quali secondo la FAO oltre 500.000 bambini, sono state distrutte intere città ed il tessuto sociale di Paesi, sono state attuate stragi come in Desert Storm, Falluja, Mazar i-Sharif, torture come a Guantanamo e Abu Graib, e crimini di guerra come quelli denunciati da Julian Assange, per questo prigioniero da dieci anni ed a rischio di ergastolo se trasferito nei democratici Stati Uniti.

Queste guerre sono state spesso scatenate con pretesti falsi, assecondati dall’informazione mainstream per manipolare l’opinione pubblica, come nella strage di Racak nel caso della Serbia, la provetta con l’antrace mostrata da Colin Powell all’ONU, le accuse di stragi di civili al leader libico Gheddafi, la guerra al terrorismo afghano mentre non c’era un afghano nell’attentato alle Torri Gemelle, scavalcando e delegittimando l’ONU, senza alcun rispetto del diritto internazionale né dei diritti umani, nel silenzio dei grandi mezzi d’informazione e con l’impunità dei responsabili, come se la vita degli abitanti di quei Paesi non valesse nulla. Ma il razzismo e l’ipocrisia dei politici e dell’informazione mainstream degli Stati Uniti e dell’UE sono evidenti soprattutto nella questione israelo-palestinese. Da oltre 70 anni i Palestinesi vivono sotto occupazione israeliana, espropriati delle loro terre, privati del diritto alla libertà e all’autodeterminazione, dei diritti più elementari, in condizioni di apartheid, con uno stillicidio continuo di assassinii intervallato da bombardamenti sulla Striscia di Gaza, con stragi di civili senza via di fuga, circa 500 bambini nell’operazione militare israeliana ‘Margine Protettivo” nel 2014, mentre gli Stati Uniti bloccano tutte le Risoluzioni ONU e l’UE ostacola la Campagna internazionale BDS (Boicottaggio-Disinvestimenti-Sanzioni). La vita e la libertà dei Palestinesi non contano nulla, ed è facile immaginare i sentimenti dei Palestinesi quando vedono i governi occidentali fornire armi agli Ucraini, contro la Russia, ed assisterli in tutti i modi, mentre gli occupanti Ebrei israeliani vengono finanziati con miliardi e la legittima resistenza palestinese è considerata terrorismo (leggere le testimonianze di Nada Elia e Haidar Eid).

Sempre a proposito dell’informazione, sappiamo che la propaganda, come le stragi, fa parte della guerra, ma non abbiamo mai visto, da parte della Rai e dei principali giornali, si distinguono solo alcuni giornali indipendenti, una propaganda di guerra come nel caso di questa guerra in Ucraina, al punto da sembrare portavoce del governo Zelensky. A parte i telegiornali quotidiani che ci bombardano di crimini di guerra russi dati come se fossero accertati, la Rai ha ritirato i giornalisti corrispondenti da Mosca e nei talk-show gli ospiti invitati che dissentono dalla direttiva ‘armi e sanzioni’ sono trattati come, qualche tempo fa, quelli contrari all’obbligo vaccinale ed al green pass, i cosiddetti “no-vax”. Marc Innaro è stato richiamato in Italia per aver mostrato una carta geografica con l’espansione a Est della Nato, ed è emblematico l’annullamento del contratto del Prof. Alessandro Orsini a Cartabianca, con ripercussioni sul suo lavoro di docente universitario. Lo stesso accade nei giornali mainstream. È interessante ed utile confrontare a questo proposito la prima pagina del giornale ‘La Stampa’, una sequela di immagini e titoli di stragi, crimini efferati, stupri, bambini torturati, crematori, con un giornale come ‘il Fatto Quotidiano’ che, pur essendo critico nei confronti di Putin, cerca di analizzare le cause della guerra, non risparmia critiche alla Nato ed al governo Draghi e dà voce a quella parte di cittadini, che in realtà sono la maggioranza, contrari all’invio di armi e favorevoli all’impiego della diplomazia e delle trattative che gli Stati Uniti ostacolano. La guerra si ferma con la diplomazia e le trattative, mentre non c’è alcuna iniziativa di pace, non ci sono trattative da parte dell’UE che è unita ma sotto il comando statunitense.

La guerra ucraina è la continuazione della politica espansionistica statunitense, è una guerra in cui gli Stati Uniti, con la Nato, utilizzano l’Ucraina e la stessa UE, come pedine contro la Federazione Russa. È una guerra per procura, senza alcuna preoccupazione per i morti e la distruzione dell’Ucraina, per i danni economici all’UE, per i rischi di una guerra mondiale, nell’esclusivo interesse degli Stati Uniti che così rafforzano il controllo sull’Europa con la Nato, bloccano i commerci, soprattutto il gasdotto North Stream2, e rompono i legami europei con la Russia che fa parte, come l’Ucraina, dell’Europa. I governi europei aderenti alla Nato. e fra questi il governo Draghi, con una sudditanza servile, assecondano questa politica di armi, sanzioni ed aumento delle spese militari, contro l’interesse e il volere delle popolazioni perché la prosecuzione della guerra produrrà, oltre a morte e distruzione per l’Ucraina, il fallimento di migliaia di piccole imprese, un aumento del costo della vita e della disoccupazione, oltre ai rischi di una guerra nucleare.

Anche la decisione di un esercito europeo, senza lo scioglimento della Nato, va in questo senso perché comporterà solo un aumento delle spese militari mantenendo la sudditanza europea agli Stati Uniti.

Il progetto statunitense di inglobamento dell’Ucraina nella Nato, come era già stato fatto con altri 13 Paesi ex-comunisti, era già evidente nel 2014 quando gli Stati Uniti finanziarono con diversi miliardi di dollari forze nazionaliste e di estrema destra, filo-naziste come il Battaglione Azov e Pravy Sektor, che con un colpo di Stato, attuando anche stragi come quella di Maidan e Odessa, hanno costretto il Presidente Yanucovich a fuggire, per sostituirlo con Poroshenko che iniziando la repressione nei confronti delle popolazioni russofone della Crimea e del Donbass ha spinto la Russia a riprendersi la Crimea, attraverso un democratico referendum, ed alla scelta dell’autonomia da parte delle due repubbliche del Donbass, Donesk e Luhan’k. La guerra della Russia contro l’Ucraina non è un atto di follia del Presidente Putin. Il piano statunitense di destabilizzazione della Russia, attraverso l’Ucraina, è stato già reso pubblico nel 2015 da George Friedman, fondatore di Stratfor, agenzia di analisi geopolitica (Pandora Tv- Come gli USA preparano la guerra) e confermato da un documento ufficiale della Rand Corp (Centro Studi del Poligono) del 2018, citato dal giornalista e geografo Manlio Dinucci, “Rand Corp: come abbattere la Russia”, consultabile. Dinnanzi al peggiorare della situazione, la Federazione Russa ha presentato, il 15 dicembre 2021, agli Stati Uniti la proposta di un Trattato per disinnescare le tensioni, completamente ignorato dal governo statunitense, dalla Nato ed anche dal governo italiano, parte interessata anche per la presenza di 40 bombe atomiche in Italia, nelle basi di Ghedi e Aviano. Inoltre, secondo il WSJ, il 19 febbraio, il Presidente Zelensky avrebbe rifiutato una proposta di neutralità avanzata dal Cancelliere Scholz in cambio di sicurezza. Questa guerra poteva e doveva essere evitata dall’UE che non ha fatto nulla per impedirla e non sta facendo nulla per fermarla, anzi fornendo armi è cobelligerante, compresa l’Italia, in contrasto con l’Art.11 della Costituzione.

Gli Stati Uniti hanno la responsabilità politica di questa guerra ed il potere per fermarla, ma hanno interesse a prolungarla come dimostrano le parole del Presidente Biden quando definisce il Presidente Putin un criminale, responsabile di genocidio e dice di volere un cambiamento di regime in Russia. Cambiano i Presidenti degli Stati Uniti ma rimane il progetto di egemonia mondiale con la guerra agli “Stati canaglia” di Bush. Ora il nemico è la Russia e il prossimo, se sarà ancora possibile, la Cina.

Cordiali saluti

 

sottoscrivono:

Claudio Gustavo Lombardi, Firenze

Clelia Farina, Savona

Cristina Staropoli Vibo Valentia

Diego Siragusa Biella

Erminia Romano Napoli

Filippo Bianchetti Varese

Francesco Giordano Milano

Franco Boni Milano

Gabriella Grasso Milano

Gianna Maestrelli Firenze

Giovanni Esposito Napoli

Ilva Palchetti, Ripoli

Ireo Bono, Savona

Laura Marcheselli, Firenze

Lucia Cipriani Perugia

Marcella Schiera Gubbio

Maria Teresa Santarelli, Firenze

Patrizia Cecconi Roma

Ugo Giannangeli Como