Brecht nei tempi bui (dell’apartheid).

Lettera aperta all’International Brecht Society delle organizzazioni culturali palestinesi in merito al loro 17° Simposio nell’Israele dell’apartheid

Fonte: English version

Rete palestinese per le arti dello spettacolo – 1 dicembre2022

Gentile International Brecht Society,

Noi, le organizzazioni culturali palestinesi che lavorano sotto l’occupazione militare israeliana, vi esortiamo a spostare il vostro 17° Simposio, in programma dall’11 e il 15 dicembre 2022, lontano dall’apartheid israeliano e dalle sue complici istituzioni accademiche. Vi chiediamo di rispettare l’essenza del pensiero di Bertolt Brecht e di non minare la nostra lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza.

Come potete organizzare con la coscienza pulita il vostro 17° Simposio, intitolato “Razzismo, oppressione politica e dittatura”, in uno stato che da decenni sta sottoponendo milioni di palestinesi a un regime di colonialismo e apartheid? Non riconoscete la pulizia etnica, l’assedio, il furto di terre e risorse, i continui massacri come alcuni dei sintomi del sistema di oppressione di Israele?

Da molti anni i palestinesi indigeni stanno gridando al mondo che Israele sta perpetrando il crimine contro l’umanità dell’apartheid, e ora anche le principali organizzazioni internazionali per i diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch lo hanno riconosciuto e lo stanno denunciando. Amnesty International afferma che Israele tratta tutti i palestinesi come un “gruppo razziale inferiore”. Non vedete come la vostra conferenza cancellerebbe tutta questa oppressione?

Indipendentemente dalle intenzioni, tenere la vostra conferenza all’Università di Tel Aviv e in collaborazione con l’Università di Haifa e l’Università Ebraica, solo alcune delle molte istituzioni israeliane profondamente complici, è una grave distorsione dei principi di Brecht. Il suo lavoro è sempre stato associato alla lotta culturale come strumento di resistenza in tempo di guerra e di pace, e come strumento per costruire l’identità nazionale e la narrativa locale, soprattutto nel suo approccio alla costruzione del modello di teatro epico.

I brechtiani devono cercare di educare attraverso l’approccio di Brecht al teatro. Brecht pensava al palcoscenico come a uno spazio per protestare e rifiutare l’oppressione, ogni oppressione. Si rese conto che quegli atti richiedevano una base consapevole e vigile, così come la presa di coscienza dell’ambiente, la comprensione della realtà, la critica, il rifiuto e la valutazione delle rivoluzioni, per aspirare a un effettivo cambiamento. Pertanto, il ruolo dell’attore è un lavoro che richiede studio, lettura e ricerca. L’attore è un rivoluzionario attivo e un elemento del cambiamento imminente. Tenere il vostro Simposio sotto il patrocinio di un regime che contraddice tutto questo sarebbe un affronto alla memoria di Brecht.

L’Università di Tel Aviv, dove si terrà la vostra conferenza, sorge su terreni che un tempo appartenevano a Sheikh Muwanis, un villaggio palestinese sottoposto a pulizia etnica nel 1948. L’Università Ebraica, l’Università di Haifa e l’Università di Tel Aviv svolgono attività di ricerca e addestramento militare, collaborano con le forze militari israeliane, i fabbricanti di armi e i servizi militari che hanno collegamenti con i servizi di sicurezza generale (GSS), la famigerata agenzia di intelligence interna israeliana, e concedono benefit agli studenti riservisti. L’Università Ebraica è parzialmente costruita su terra palestinese rubata.

Vi esortiamo a seguire l’esempio di centinaia di dipartimenti universitari, società e sindacati, oltre a decine di migliaia di studiosi, accademici e ricercatori di tutto il mondo che stanno esprimendo la loro solidarietà alla lotta del popolo palestinese e, in numero crescente, impegnandosi a rispettare l’appello palestinese al boicottaggio accademico e culturale dell’apartheid israeliano e delle sue istituzioni complici.

Chiediamo prima di tutto alle organizzazioni e istituzioni internazionali di rispettare il pacifico picchetto palestinese. Chiediamo inoltre alle organizzazioni internazionali di non sostenere  o partecipare a qualsiasi tentativo da parte di chi intende organizzare gesti di “bilanciamento”. In questo caso specifico, chiediamo al Goethe Institute di interrompere i suoi sforzi di “whitewashing” attraverso l’organizzazione di incontri tra palestinesi e studiosi internazionali che hanno deciso di ignorare l’appello al boicottaggio palestinese e di partecipare a questa conferenza nell’Israele dell’apartheid.

Esortiamo l’International Brecht Society a schierarsi dalla parte della giustizia. Nel caso in cui decidesse di proseguire con i piani per organizzare il tuo evento sotto la sponsorizzazione del colonialista regime israeliano di apartheid, dichiariamo il nostro rifiuto di incontrare uno qualsiasi dei partecipanti all’evento, poiché ci rifiutiamo di offrirti una foglia di fico o di contribuire alla falsa percezione di simmetria tra l’oppressore coloniale e il colonizzato.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org