Israele non deve concedere ai suoi soldati l’immunità per i crimini di guerra

Spinto dai legislatori di estrema destra, Israele potrebbe essere sul punto di abbandonare, con un rifiuto un tempo impensabile, i principi fondamentali dei processi di Norimberga contro i nazisti della Seconda Guerra Mondiale, secondo cui la giustificazione di “stavo solo eseguendo gli ordini” non è una difesa contro i crimini di guerra

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Di Nathaniel Bermann – 2 gennaio 2023Immagine di copertina: La crudele ironia che Israele possa fornire ai suoi soldati l’immunità legale per i crimini di guerra, 77 anni dopo i processi di Norimberga, è lampante. Credito: WhatsUp image

Israele verrà meno ai principi fondamentali dei processi di Norimberga contro i criminali di guerra nazisti?

Nell’ottobre 2022, 23 membri della Knesset hanno promosso un disegno di legge che avrebbe fatto proprio questo. Il disegno di legge garantirebbe l’assoluta immunità giuridica a qualsiasi soldato o ufficiale israeliano per atti commessi durante operazioni militari o antiterrorismo.

I promotori del disegno di legge, principalmente dei partiti di destra Likud e di estrema destra Sionismo Religioso e Otzma Yehudit (Potere Ebraico), includevano otto figure che ora sono state scelte per essere ministri o vice ministri nel nuovo governo Netanyahu che ha prestato giuramento la scorsa settimana.

Questo disegno di legge contraddice nettamente i principi più noti sanciti dai processi di Norimberga: i principi secondo cui i singoli soldati sono penalmente responsabili per crimini di guerra e che la giustificazione di “stavo solo eseguendo gli ordini” non è una difesa a tali accuse.

Il rifiuto formale di questi principi da parte di Israele è stato a lungo impensabile. Più notoriamente, la Corte Suprema israeliana ha respinto la giustificazione del “stavo solo eseguendo gli ordini” nel processo del 1961 contro Adolf Eichmann.

Questi principi hanno subito un certo perfezionamento nel corso degli anni. Come codificato dalla Commissione di Diritto Internazionale nel 1950, i “Principi di Norimberga” stabiliscono la responsabilità penale per “qualsiasi persona” che abbia commesso un crimine internazionale. Inoltre, respinsero nettamente la giustificazione del “stavo solo eseguendo gli ordini” fintanto che “era effettivamente possibile una scelta morale” per l’imputato.

Formulazioni successive elaborarono la nozione di “possibilità di scelta morale”. Nello Statuto della Corte Penale Internazionale, i soldati sono responsabili per crimini di guerra, nonostante l’ordine di un comandante, a meno che “non sapessero che l’ordine era illegale” o “l’ordine non fosse manifestamente illegale”. Questa formulazione è molto simile a quella del tribunale israeliano che ha sentenziato sul caso Kafr Qasem nel 1956 (in seguito al massacro da parte della Polizia di Frontiera di circa 50 arabi).

Il disegno di legge presentato in ottobre respinge direttamente questi principi. Fornisce l’immunità assoluta, senza alcuna eccezione per “ordini manifestamente illegittimi”. Inoltre, l’immunità che concede ai soldati continua anche dopo la fine del servizio militare. Immunità perpetua, assoluta. Il disegno di legge è, letteralmente, una licenza per i soldati di commettere crimini di guerra.

Questa concessione di immunità assoluta non solo è immorale, ma ha gravi conseguenze internazionali. Le parti firmatarie delle Convenzioni di Ginevra hanno il dovere di perseguire le “gravi violazioni” delle sue disposizioni, indipendentemente da dove si siano verificati. La Corte Penale Internazionale può perseguire i crimini di guerra definiti nel suo Statuto.

La proposta legislativa israeliana, quindi, non solo violerebbe i doveri di Israele ai sensi delle Convenzioni di Ginevra, ma esporrebbe i suoi soldati a procedimenti giudiziari altrove, sia presso la Corte Penale Internazionale che presso i tribunali nazionali di qualsiasi Paese aderente alle Convenzioni di Ginevra.

La crudele ironia che Israele possa garantire l’immunità giuridica per i crimini di guerra 77 anni dopo i processi di Norimberga è lampante. Questo non vuol dire, ovviamente, che i crimini commessi dai soldati israeliani siano paragonabili per gravità ai peggiori crimini commessi dai nazisti. Ma i processi di Norimberga, le Convenzioni di Ginevra, il processo Eichmann e lo Statuto della Corte Penale Internazionale rappresentano principi generali che si applicano a tutte le situazioni. La responsabilità individuale per i crimini di guerra, indipendentemente dal fatto che i soldati stessero “eseguendo gli ordini” è il più importante di questi principi.

Qualsiasi essere umano dovrebbe avere la consapevolezza che non si devono uccidere, picchiare o torturare prigionieri e civili. Qualsiasi essere umano dovrebbe avere la consapevolezza che non si devono espellere i civili dalle proprie case. Qualsiasi essere umano dovrebbe sapere che coloro che hanno il potere di governare un territorio sono responsabili della vita e del benessere di coloro che sono sotto il loro controllo. Qualsiasi essere umano dovrebbe sapere che la punizione collettiva è ingiusta. Qualsiasi essere umano dovrebbe sapere che applicare leggi diverse alle persone sulla base dell’etnia è sbagliato.

I  precedenti di Israele anche ora nel perseguire gli accusati di tali crimini sono stati sporadici, nella migliore delle ipotesi. Alcune di queste violazioni delle Convenzioni di Ginevra sono, infatti, politiche governative ufficiali.

L’accordo di coalizione tra i partiti Likud, Sionismo Religioso e Otzma Yehudit chiede una legislazione relativa alla “responsabilità giuridica” dei soldati, al fine di “tutelare” tali soldati, un chiaro riferimento a fornire una qualche forma di immunità. Il provvedimento non è così radicale come il disegno di legge di ottobre che prevederebbe l’immunità assoluta. Apparentemente prevede un’eccezione per i crimini di guerra commessi “intenzionalmente” e aggiunge un avvertimento sulla “conformità” al diritto internazionale.

Dato il gran numero di promotori del disegno di legge di ottobre in ruoli centrali nel nuovo governo, tuttavia, incombe il pericolo che le sue disposizioni di base possano ancora diventare legge.

Tutte le persone di buona volontà, israeliane o meno, ebree o meno, palestinesi o meno, dovrebbero unirsi per esortare il governo israeliano a respingere questo tradimento dei principi fondamentali eredità dei processi di Norimberga. Inoltre, dovrebbero invitare il nuovo governo israeliano a garantire che qualsiasi presunto crimine di guerra sia pienamente indagato e perseguito. Fare altrimenti non è solo immorale e illegale, ma devastante per l’immagine di Israele nel mondo.

Nathaniel Berman è Professore detentore di una borsa di studio Rahel Varnhagen presso il Dipartimento di Studi Religiosi dell’Università Brown. È autore di “Passion and Ambivalence: Colonialism, Nationalism, and International Law” (Passione e Ambivalenza: Colonialismo, Nazionalismo e Diritto Internazionale – Brill 2011) e “Divine and Demonic in the Poetic Mythology of the Zohar: the ‘Other Side’ of Kabbalah” (Divino e Demoniaco Nella Mitologia Poetica Dello Zohar: l’Altro Lato Della Cabala – Brill 2018).

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org