Gli incendi causati dal fosforo bianco stanno distruggendo le foreste e gli uliveti al confine con il Libano, con conseguenze drammatiche a breve e lungo termine.

Più di 4,5 milioni di metri quadrati di foreste sono andati perduti nel sud del Libano a causa dei bombardamenti israeliani

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Suzanne Baaklini, 7 novembre 2023

Immagine di copertina: Una mappa fornita da Georges Mitri sull’entità degli incendi nel sud del Libano dall’inizio dei combattimenti. Le zone gialle sono quelle interessate dagli incendi.

In appena un mese, circa 462 ettari (4,6 milioni di m²) di terreno boschivo, “tra cui pini e querce, nonché circa 20 ettari di uliveti secolari” sono andati letteralmente in fumo al confine meridionale del Paese a causa dei bombardamenti israeliani, ha detto lunedì a OLJ Georges Mitri, direttore del programma per il territorio e le risorse naturali presso l’Università di Balamand. Dopo la ripresa delle tensioni tra Hezbollah e l’esercito israeliano, quest’ultimo non ha esitato a utilizzare il fosforo bianco per bruciare foreste e campi nelle zone di confine. Una sostanza il cui utilizzo contro civili e aree civili è vietato nel panorama internazionale dalla Convenzione di Ginevra del 1980 – non firmata da Tel Aviv – per i suoi effetti devastanti sull’uomo (ustioni intense), come sugli altri esseri viventi e sull’ambiente.

“Per quanto riguarda le foreste, non abbiamo perso solo querce e pini, ma anche altri alberi caratteristici della regione, come i terebinti”, afferma Hicham Younès, presidente di Green Southerners, un’organizzazione molto attiva nel sud del Paese, ma senza affiliazione politica. E aggiunge che anche le specie animali hanno sofferto: “Le foreste di questa regione sono un habitat per molte specie come lo sciacallo dorato, molto attivo intorno a Rmeich. Avevamo anche avvistato in questa regione numerose colonie di iraci delle rocce, piccoli roditori che potrebbero essere stati decimati dal fosforo anche nelle loro tane. Anche i tassi devono essere stati colpiti.» Inoltre, il fosforo bianco rimane nell’aria per un certo tempo e rappresenta quindi un pericolo per gli uccelli migratori, che attraversano il cielo libanese in questo periodo, per non parlare degli insetti, le cui varietà sono molto ricche in queste regioni.

Rigenerazione più lenta

Gli incendi provocati dalle bombe al fosforo sono molto intensi e rallentano la rigenerazione delle zone bruciate, sottolinea Georges Mitri. “Si tratta di incendi molto difficili da spegnere, perché si accendono in più punti contemporaneamente”, spiega l’esperto. “Ciò che aggrava il fenomeno è che dopo lunghi mesi di siccità siamo ancora nel pieno della stagione degli incendi,con le prime piogge che non sono bastate a inumidire la terra”, aggiunge.

 Una delle foreste carbonizzate nel sud del Libano in seguito ai bombardamenti israeliani. Foto Green Southerners

Una delle foreste carbonizzate nel sud del Libano in seguito ai bombardamenti israeliani. Foto Verdi del Sud

Un’altra sfida che devono affrontare i vigili del fuoco è l’impossibilità di raggiungere rapidamente le zone in fiamme, a causa dei bombardamenti incessanti: vigili del fuoco della Protezione civile sono rimasti leggermente feriti il ​​27 ottobre mentre cercavano di spegnere un incendio a Labouné e ad Alma el-Chaab (Tiro). Non riuscire a spegnere gli incendi  velocemente peggiora l’impatto su queste foreste e ne favorisce la diffusione ai terreni agricoli vicini.

Il ministro dell’Ambiente uscente, Nasser Yassine, ha dichiarato lunedì che il Libano intende “presentare una denuncia documentata contro la politica della terra bruciata e l’uso di bombe al fosforo” da parte dell’esercito israeliano nel Libano meridionale. Basandosi sui 4,6 milioni di metri quadrati già bruciati nel Sud, il ministro ha contato, dal 15 ottobre, “più di 100 incendi che hanno colpito foreste ecologicamente importanti, ma anche campi agricoli e decine di migliaia di ulivi.

Venti milioni di dollari di perdite

In un contesto già teso di crisi economica, questi attacchi che prendono di mira il settore agricolo dell’olivo stanno colpendo duramente l’economia locale di questa regione, proprio mentre le persone  si preparavano a iniziare la raccolta. “Tradizionalmente, le persone si incontrano intorno agli ulivi, raccolgono le olive, spremono insieme il loro olio… È un’intera parte della loro vita che è andata perduta”, lamenta Hicham Younès.

“Gli ulivi bruciati hanno cent’anni”, ricorda. Se dovessimo ripiantarli oggi, quanto ci vorrà prima che questi campi diventino produttivi?» Riferendosi ad una prima stima delle perdite economiche dovute agli incendi quotidiani nel Sud, Georges Mitri cita la cifra di quasi 20 milioni di dollari, includendo nel calcolo la scomparsa di foreste e campi fino ad oggi.

A lungo termine, ciò che preoccupa maggiormente Hicham Younès sono le ripercussioni di questi bombardamenti al fosforo sull’ambiente. “Non abbiamo altra scelta che aspettare la fine delle ostilità per effettuare una prima valutazione in situ”, afferma. Secondo lui, quanto maggiore sarà il tasso di assorbimento del fosforo nel suolo e nell’acqua, tanto più drammatiche  saranno le conseguenze a lungo termine sull’ambiente.

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org