Le prove addotte da Israele per giustificare il raid all’ospedale di al-Shifa

Lo Stato ebraico ha diffuso tre video che dovrebbero presumibilmente giustificare  la presenza di un centro di comando operativo di Hamas all’interno della struttura sanitaria.

Fonte: version française

OLJ / Noura Doukhi e Laure-Maïssa Farjallah, 20 novembre 2023

Immagine di copertina: Soldati israeliani nel complesso ospedaliero di al-Shifa a Gaza City mentre entrano nella struttura sanitaria. Reuters

È passato dal costituire la  più grande struttura sanitaria dell’enclave palestinese a un campo di battaglia. Mentre migliaia di sfollati di Gaza vi erano ammassati dall’inizio della guerra per sfuggire agli attacchi aerei israeliani, l’ospedale al-Shifa di Gaza City, un tempo considerato il cuore del sistema sanitario dell’enclave palestinese, è diventato una “zona di morte”, ha denunciato il Organizzazione mondiale della sanità. Privato di elettricità, di medicine e carburante dopo l’assedio totale imposto da Israele il 9 ottobre, il complesso ospedaliero si era già trasformato in una fossa comune, con centinaia di corpi sepolti nel suo cortile. Ma mercoledì scorso, al-Shifa si è trasformata in una zona di guerra quando lo Stato ebraico vi ha fatto irruzione, sebbene il diritto internazionale umanitario (DIU) protegga gli ospedali, i feriti, i malati e il personale sanitario dagli attacchi che possono prenderli di mira, con rare eccezioni. È invocando l’eccezione che Israele ha giustificato la sua incursione, sostenendo che l’ospedale ospitava un centro di comando operativo di Hamas, tunnel e un luogo da dove lanciare attacchi, utilizzando l’istituzione e i civili che vi si erano rifugiati come scudi umani.

Anche se ciò fosse dimostrato, secondo il DIU lo Stato ebraico avrebbe dovuto emettere un avvertimento per evacuare i pazienti. Interrogato mercoledì dalla CNN, il dottor Khaled Abou Samra, che lavora all’ospedale, ha tuttavia dichiarato di essere stato avvertito solo 30 minuti prima dell’inizio dell’operazione israeliana. L’esercito si difende precisando di aver notificato il giorno prima alle “autorità competenti” che tutte le attività militari (di Hamas, ndr) all’interno del complesso dovevano cessare entro 12 ore.

Di fronte alle critiche dei difensori dei diritti umani, di alcuni alleati e delle istituzioni internazionali, Israele ha cercato di presentare prove per giustificare le sue accuse, così come la sua operazione militare. Ecco i tre video diffusi dallo Stato ebraico in tal senso.

Ritrovamento di armi

La notte del 15 novembre, le forze armate israeliane hanno diffuso un video di 7 minuti in cui mostravano quello che sostenevano essere equipaggiamento militare di Hamas trovato in una sala di imaging medico (MRI) nell’ospedale di al-Shifa. In una borsa, che secondo Israele sarebbe stata nascosta dietro una macchina per la risonanza magnetica dai combattenti del movimento islamico, vediamo cartucce, granate e un unico fucile AK-47. Il filmato è stato girato all’inizio della giornata, alle 13:18, secondo l’ora visualizzata sull’orologio indossato dal tenente colonnello Jonathan Conricus, il portavoce delle forze armate israeliane che ha guidato la visita.

Poche ore dopo, nella notte tra il 15 e il 16 novembre, una squadra di Fox News è stata autorizzata dall’esercito israeliano ad entrare nella stanza.  In questa occasione, nella stessa sala vengono mostrati due fucili AK-47. Nella notte entra nei locali anche una troupe della BBC, sempre alla presenza dell’esercito. Questi due fucili sono quindi sempre visibili nello stesso posto. Secondo diversi media internazionali, la differenza tra i video diffusi dall’esercito e quelli dei giornalisti suggerisce che le armi potrebbero essere state spostate o collocate lì intenzionalmente, prima dell’arrivo delle squadre di giornalisti.

Israele ha chiarito alla BBC che il video precedentemente pubblicato “era stato girato in una sola volta, senza editing”. Il servizio di fact-checking del quotidiano francese Libération riporta invece un taglio a 6 minuti e 27 secondi.

Dopo le domande della BBC e di altri media internazionali sulla presenza di un ulteriore fucile AK-47, l’esercito israeliano ha detto alla CNN che ciò “era dovuto al fatto che nel corso della giornata sono state scoperte più armi e mezzi terroristici. “Le ipotesi che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) stiano manipolando i media sono errate”, ha aggiunto l’esercito. “Agiamo in totale trasparenza, preservando la sicurezza delle nostre truppe e la nostra prontezza operativa»

Alcuni internauti hanno però segnalato la cancellazione di un video pubblicato prima della sequenza di 7 minuti. Nel video iniziale, non più disponibile, sullo schermo di un computer presumibilmente appartenente ad Hamas si vedeva chiaramente la foto del soldato israeliano Noa Marciano, preso in ostaggio il 7 ottobre. Tuttavia, nel video pubblicato online, lo schermo del computer è sfocato, e alcuni utenti di Internet suggeriscono che Israele si fosse reso conto che era difficile convincere il pubblico che Hamas stava utilizzando un computer non protetto.

Nella sua sequenza, l’esercito israeliano afferma inoltre che “quello che abbiamo scoperto, e che è solo la punta dell’iceberg, conferma che Hamas utilizza sistematicamente questo ospedale per le sue operazioni militari”. Tuttavia, secondo la BBC, quelle che sembrano essere armi ed equipaggiamento militare sparse in diverse stanze della struttura ospedaliera non confermano ancora le accuse di Israele, secondo cui al-Shifa avrebbe ospitato un centro di comando operativo di Hamas. Washington, che ha affermato che l’ospedale sarebbe stato utilizzato per scopi militari dal gruppo islamico, ha tuttavia minimizzato le dimensioni della base stimate da Israele, utilizzando la formula “un nodo di comando e controllo”, precisano i media britannici.

Tunnel sotto l’ospedale

Un altro video diffuso domenica dall’esercito israeliano mostra, in mezzo a un cumulo di rovine e detriti, un buco di circa due metri di diametro nel terreno, indicandolo  come l’ingresso di un tunnel di Hamas, dotato di una scala per salire e a sua volta seguita da una scala che conduce ad un tunnel situato a 10 metri di profondità sotto il complesso di al-Shifa. Le forze israeliane spiegano che questo tunnel è stato scoperto in seguito all’esplosione di un “veicolo contenente numerose armi, tra cui esplosivi e fucili Kalashnikov” sotto un hangar. La sequenza è stata girata il 17 novembre, tre giorni prima della messa in onda, indicano i militari, che stimano di aver camminato per 55 metri in direzione dell’ospedale fino ad arrivare a una porta metallica antideflagrazione con un’apertura a scatto. I soldati israeliani si sono poi fermati per paura di imbattersi in ordigni esplosivi, riferiscono alcuni media.

Si tratta del primo video diffuso dall’esercito israeliano per dimostrare che sotto l’ospedale passerebbe anche vela “metropolitana di Gaza” costruita per anni da Hamas. Un breve taglio nel video, nel momento in cui il soldato incaricato delle riprese arriva alla fine delle scale, secondo lo schema che completa le immagini video, sembra indicare che diverse sequenze siano state montate. Il direttore generale del Ministero della Sanità di Gaza, da parte sua, ha smentito le accuse dello Stato ebraico, denunciandole come “pura menzogna”.

Due ostaggi in ospedale

Domenica, l’esercito israeliano ha anche diffuso filmati video apparentemente ripresi dalle telecamere di sorveglianza dell’ospedale, datati in alto a sinistra come 7 ottobre 2023, il giorno dell’attacco di Hamas in Israele, tra le 10:53 e le 10:56. Nella prima si vedono uomini, alcuni dei quali armati, trascinare con la forza quello che sembra essere un ostaggio in un’area ospedaliera identificata dalle forze israeliane come quella di al-Shifa.

​Circondata dagli stessi uomini, così come da altri che si sono uniti a loro, questa persona viene poi vista in un’altra sequenza, poco più di due minuti dopo. Entra in un corridoio, con la testa, celata da una maglietta, chinata davanti ai suoi rapitori. Il gruppo è preceduto da una barella trainata da un uomo che sembra portare un’arma, sulla quale giace un uomo ferito alla mano sinistra, identificato anche lui come ostaggio. Viene spinto in una stanza che non è visibile nei video trasmessi, ma nella quale si precipita un membro del personale medico, seguendo la barella. Le due persone rapite sono rispettivamente cittadini nepalesi e tailandesi, afferma l’esercito israeliano. Un’altra immagine, datata 11:00, mostra il primo ostaggio che cammina vicino a uno dei suoi rapitori, mentre le sue mani sembrano essere legate dietro la schiena.

Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano, non ha specificato come quest’ultimo sia entrato in possesso dei video, precisando tuttavia che membri dei servizi segreti facevano parte dell’operazione che aveva preso di mira l’ospedale, per localizzare gli ostaggi. Mentre sembra essere sul punto di raggiungere un accordo per la liberazione di una cinquantina di prigionieri, lo Stato ebraico stima che il 7 ottobre siano state rapite in Israele 240 persone. Hamas ha affermato che più di 50 di loro sono stati uccisi dagli attacchi israeliani, tra cui Noa Marciano, trovata morta nelle vicinanze di al-Shifa dalle forze israeliane. Secondo Daniel Hagari, invece, la giovane 19enne sarebbe stata “assassinata da un terrorista di Hamas” all’interno dell’ospedale, dopo essere stata ferita durante un attacco israeliano nell’appartamento dove era detenuta, riferisce il Times of Israel, riportando che  l’esercito israeliano aveva sostenuto che le sue ferite non fossero gravi. Vicino ad al-Shifa è stato ritrovato anche il corpo di un’altra ostaggio di 65 anni, ha annunciato giovedì scorso l’esercito israeliano, senza specificare come sia morto.

Se lo Stato ebraico intende utilizzare queste immagini per dimostrare che nel complesso di al-Shifa sono stati tenuti degli ostaggi, giustificando un attacco all’istituzione dell’ospedale, nessun video prova che questi due prigionieri siano rimasti lì fino all’operazione israeliana contro l’ospedale. Il ministro della Sanità di Gaza ha messo in dubbio l’autenticità dei video e delle immagini rilasciati domenica dallo Stato ebraico, mentre Hamas ha detto il giorno prima che gli ostaggi erano stati portati in ospedale per essere curati dopo essere rimasti feriti negli attacchi israeliani. Molti utenti di Internet hanno quindi schernito le accuse dell’esercito israeliano, sostenendo che esse dimostrano invece che Hamas si era preso cura delle persone rapite.

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali”- Invictapalestina.org