Oltre i due terzi degli israeliani si oppongono agli aiuti umanitari ai palestinesi che muoiono di fame a Gaza

Un nuovo sondaggio dell’Istituto Israeliano per la Democrazia mostra che il 68% degli israeliani si oppongono “al trasferimento di aiuti umanitari ai residenti di Gaza”.

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Di Jonathan Ofir – 23 febbraio 2024

Immagine di copertina: Manifestanti israeliani si riuniscono presso la recinzione di confine con l’Egitto al valico di frontiera di Nitzana, nel Sud di Israele, il 18 febbraio 2024, mentre tentano di bloccare i camion degli aiuti umanitari dall’entrare in Israele nel loro cammino verso la Striscia di Gaza. (Foto: GIL COHEN-MAGEN/AFP tramite Getty Images)

Questo è un dato scioccante. L’Istituto Israeliano per la Democrazia ha pubblicato questa settimana un sondaggio che mostra che oltre i due terzi degli israeliani, cioè il 68%, si oppongono “al trasferimento di aiuti umanitari ai residenti di Gaza in questo momento”.

La situazione è anche peggio: il sondaggio ha abbassato il livello per escludere qualsiasi possibile opposizione all’UNRWA (contro cui Israele si sta incitando) o alle autorità di Hamas (che Israele considera terroristi). Oltre due terzi si oppongono ancora agli aiuti umanitari “tramite organismi internazionali che non sono collegati ad Hamas o all’UNRWA. La maggioranza degli intervistati (68%) si oppone al trasferimento di aiuti umanitari anche in queste condizioni”, rileva il sondaggio.

La percentuale aumenta quando si tratta degli israeliani di destra, dove l’opposizione è all’80%, quattro su cinque. E si consideri che circa i due terzi degli elettori israeliani sono considerati di destra.

Qui bisogna davvero fermarsi. Ci troviamo in una situazione in cui i palestinesi di Gaza muoiono di fame, le persone consumano mangimi per animali nella loro disperazione. La settimana in cui il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ha riferito che le persone a Gaza stanno “già morendo per cause legate alla fame”, una analisi nutrizionale dell’UNICEF nel Nord di Gaza ha rilevato che 1 bambino su 6 sotto i due anni è gravemente malnutrito. Gli israeliani non ignorano la situazione. Stanno sostenendo il Genocidio a stragrande maggioranza.

È ormai prassi comune nella società israeliana discutere a partire da quale età sia accettabile che i bambini muoiano di fame. Una recente discussione sul programma di notizie dell’emittente pubblica ha raggiunto un consenso tra un ex funzionario del Mossad e la conduttrice della trasmissione sul fatto che i bambini di età superiore ai 4 anni potevano anche morire di fame.

Gran parte del mondo, compresi gli Stati Uniti, sembra negare quanto la società israeliana sia realmente Omicida ed esplicitamente Genocida. Nancy Pelosi continua a parlare di Israele come “dell’unica democrazia nella regione” mentre gli stessi israeliani sostengono la morte per fame dei bambini. Le persone semplicemente non sembrano capirlo.

L’aiuto umanitario è stato uno dei punti principali dell’ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia del 26 gennaio, emessa quando il tribunale ha ritenuto plausibile che Israele stia commettendo un Genocidio, come addebitato dal Sudafrica. Era il punto 4 dei 6, che afferma:

“Lo Stato di Israele adotterà misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria urgentemente necessari per far fronte alle condizioni di vita avverse affrontate dai palestinesi nella Striscia di Gaza”.

Anche il giudice israeliano incaricato Aharon Barak, che ha votato contro 4 delle 6 misure urgenti, ha votato a favore di questa (è stata approvata 16 a 1, con l’eccezione della sola giudice ugandese Julia Sabutinde, che ha votato contro tutte le misure).

Questa è una cosa così basilare, un requisito così fondamentale, anche in guerra. Quando ci si oppone a una questione così cruciale, diventa qualcosa di diverso dalla guerra: diventa un Genocidio. Come stiamo vedendo.

Questo sondaggio sembra solo confermare ciò che abbiamo già visto. I manifestanti israeliani hanno bloccato i camion degli aiuti al confine meridionale vicino a Rafah. Si potrebbe essere tentati di inquadrarli come estremisti marginali, ma il sondaggio mostra che sono nella corrente principale. Il sondaggio rileva anche che i leader israeliani come il Ministro della Difesa Yoav Galant, che all’inizio del Genocidio disse: “Ho ordinato un assedio totale sulla Striscia di Gaza; niente elettricità, niente cibo, niente carburante, embargo totale, stiamo combattendo degli animali e agiremo di conseguenza”, sono realmente rappresentativi della popolazione più ampia.

Questo è il peggior livello di disumanizzazione nella società israeliana che posso ricordare da quando sono nato lì, 52 anni fa. Naturalmente, questa disumanizzazione non è iniziata il 7 ottobre, ed esisteva molto prima che io nascessi e anche prima che esistesse lo Stato. Ma ora sembra essere giunta al culmine. Agli israeliani non sembra importare più nemmeno di mantenere una parvenza di liberalismo: sono entrati in una vera e propria modalità di Genocidio. E quando dico disumanizzazione, non sono solo i palestinesi ad essere disumanizzati in questo processo. Gli israeliani si stanno riducendo a un livello di barbarie. È davvero qualcosa che abbiamo fatto a noi stessi mentre ci convincevamo che togliere decine di migliaia di vite palestinesi ci salverà in qualche modo da questo abisso. Non lo farà.

Jonathan Ofir è un direttore d’orchestra, musicista, scrittore e blogger israelo-danese, che scrive regolarmente per Mondoweiss.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org