I diritti civili non si applicano ai palestinesi che vivono in Europa

Le repressioni dei diritti dei palestinesi che vivono in Europa sono approvate o applaudite dall’alto.

David Crone – 5 Maggio 2024

Immagine di copertina: Dopo il blocco dell’ingresso a Parigi, Ghassan Abu Sitta ha tenuto una conferenza in collegamento video. (Via Twitter)

La Francia conferisce la Légion d’honneur a persone il cui comportamento è considerato esemplare.
Ghassan Abu Sitta dovrebbe avere diritto a tale riconoscimento. Ha salvato molte vite lavorando come chirurgo a Gaza durante le prime fasi dell’attuale genocidio.
Invece di ricevere la Légion d’honneur, Abu Sitta è stato informato dell’esistenza di un ordine di rimpatrio nei suoi confronti quando è arrivato a Parigi sabato. Di conseguenza, è potuto intervenire all’evento a cui era stato invitato solo in collegamento video.

Sono all’aeroporto Charles De Gaule. Mi impediscono di entrare in Francia. Oggi dovrei parlare al Senato francese. Dicono che i tedeschi mi hanno vietato di entrare in Europa per un anno.

L’ordine è stato effettivamente emesso dalla Germania, che il mese scorso ha bandito Abu Sitta dal proprio territorio e ha bloccato la conferenza berlinese in cui era previsto che intervenisse.
A quanto pare, il divieto tedesco si applica ora all’intera Unione Europea o almeno all’area Schengen – nominalmente una zona di “libera circolazione”.
Abu Sitta ha la cittadinanza britannica ed è stato eletto rettore dell’Università di Glasgow, in Scozia. Eppure non mi risulta che il governo di Londra abbia protestato per il fatto che a un suo cittadino siano stati negati i diritti fondamentali dalla Germania, un altro Paese europeo con cui intrattiene rapporti cordiali (indipendentemente dalla Brexit).
Né ci sono state dichiarazioni da Downing Street quando ad Abu Sitta è stato negato l’ingresso in Francia.
Le repressioni dei diritti dei palestinesi che vivono in Europa sono approvate o applaudite dall’alto.
In Belgio, l’attivista Mohammed Khatib è stato minacciato dal governo per il semplice fatto di parlare in difesa dei diritti dei palestinesi.
Nicole de Moor, ministra belga per l’asilo e la migrazione, ha chiesto pubblicamente la revoca dello status di rifugiato a Khatib, sostenendo che si tratta di un “predicatore d’odio”.
A differenza della de Moor, conosco Khatib personalmente.
Lungi dal predicare l’odio, egli predica la libertà, la giustizia e l’uguaglianza. È una persona colta ed equilibrata.
Khatib è coordinatore europeo di Samidoun, un gruppo che la lobby pro-Israele vuole vedere messo fuori legge.
Il diritto alla libertà di parola è sancito dalla Costituzione belga, come ha sottolineato recentemente Alexander De Croo, primo ministro del Paese. Se De Croo è davvero un difensore della libertà di parola, allora deve insistere sul fatto che i palestinesi possano esercitare tale diritto.

Quello che è successo oggi al Claridge è inaccettabile. L’autonomia comunale è una pietra miliare della nostra democrazia, ma non può mai annullare la Costituzione belga che garantisce la libertà di parola e di riunione pacifica dal 1830. Vietare le riunioni politiche è anticostituzionale, punto e basta.

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org