Gaza: l’esercito israeliano amplia l’uso dei droni quadricotteri per uccidere più civili palestinesi

I droni vengono utilizzati per operazioni di cecchinaggio e di tiro in varie parti della Striscia di Gaza, e vengono anche usati per infiltrarsi nelle case e nei vicoli stretti.

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 4 giugno 2024

Territorio Palestinese – Nell’ambito del Genocidio in corso dal 7 ottobre 2023, Israele ha intensificato l’uso di piccoli droni quadricotteri, per sganciare granate e “sparare per uccidere” più palestinesi.

L’esercito israeliano utilizza droni quadricotteri controllati elettronicamente a distanza per una varietà di compiti, tra cui spionaggio e sorveglianza, emettere ordini di sfollamento, spaventare i civili con forti rumori e, cosa più pericolosa, usarli come arma per uccidere e ferire i palestinesi.

Dall’inizio della sua Guerra Genocida nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha aumentato il numero di esecuzioni extragiudiziali e di uccisioni premeditate di civili palestinesi. I droni vengono utilizzati per operazioni di cecchinaggio e di tiro in varie parti della Striscia di Gaza, e vengono anche usati per infiltrarsi nelle case e nei vicoli stretti. Nel frattempo, l’esercito israeliano ha continuato a uccidere i palestinesi su larga scala prendendo di mira le aree residenziali con artiglieria e attacchi aerei.

L’esercito israeliano ha pubblicato un video che documenta l’uso di questo tipo di droni quadricotteri per sganciare granate su gruppi di persone e case durante operazioni militari nella Striscia di Gaza.

Le forze dell’esercito israeliano hanno deliberatamente preso di mira e giustiziato Silah Muhammad Ahmad Odeh, 52 anni, mentre cercava di fuggire dal campo profughi di Jabalia alzando bandiera bianca. Odeh è stata uccisa a causa del fuoco diretto dei droni quadricotteri israeliani il 21 maggio, di fronte alla sua famiglia.

Suo fratello Nidal, 40 anni, ha dichiarato quanto segue:

“Il 20 maggio, a tarda ora, mia sorella Silah ci ha suggerito di restare a casa dei nostri vicini in una strada secondaria del nostro campo di Jabalia, che era stato completamente distrutto dai bulldozer israeliani, e di partire presto il giorno successivo. All’inizio del 21 maggio abbiamo concordato il piano. Assieme al nostro vicino della famiglia Abu Al-Tarabish, Silah ha deciso di guidare il gruppo e portare la bandiera bianca. Abbiamo contato circa dodici persone. Non appena siamo arrivati ​​alla strada principale, mia sorella è avanzata e il quadricottero ha sparato proprio contro di lei, colpendola alla testa. È caduta davanti a noi con la testa coperta di sangue. I proiettili di artiglieria iniziarono a volare nella nostra direzione mentre tornavamo in fretta verso la casa che avevamo lasciato. Sono stato l’ultimo dei miei fratelli a tornare a casa. Voltandomi, ho scoperto che mia sorella era morta. Dato che era difficile raggiungerla perché era in mezzo alla strada principale, tornai a casa.

Dopo solo due o tre ore, un piccolo drone è arrivato e ci ha fotografato all’interno della casa. Poi le forze dell’esercito sono intervenute e hanno iniziato a spararci. Hanno sparato granate stordenti, provocando uno stato di panico tra donne e bambini.

Ci hanno costretto a toglierci tutti i vestiti e ci hanno legato le mani insieme. Poi ci hanno interrogato, fotografato, ci hanno dato una bandiera bianca e poi ci hanno detto di andare a ovest, verso il mare. Mio fratello Mahdi parla correntemente l’ebraico. Ha detto a un soldato che volevamo portare con noi il corpo di Silah, dato che era ancora in strada, ma lui ha rifiutato.

Sotto i pesanti bombardamenti dell’artiglieria siamo partiti lungo il percorso indicato fino a raggiungere la zona occidentale del campo, dove abbiamo incontrato diverse persone. Dopo che l’esercito lasciò il campo, il 30 maggio, siamo tornati indietro, abbiamo preso il corpo di mia sorella Silah e seppellito nel cimitero di Al-Faluja, a ovest del campo”.

L’anziano settantenne Fathi Hassan Yassin è stato ucciso in modo simile il 10 maggio, dopo essere stato colpito da un drone quadricottero nel quartiere meridionale di Al-Zaytoun a Gaza Città.

Il figlio di Yassin, Ibrahim, ha dichiarato quanto segue:

“Dopo una notte insonne causata dai continui colpi d’artiglieria e attacchi aerei, abbiamo deciso di lasciare la casa e dirigerci verso una scuola dove mio zio era fuggito. Siamo partiti alle 10, con tutti i presenti nelle vicinanze evacuati. Nella Scuola dei Martiri di Zaytoun, gli sfollati sono stati presi di mira direttamente dai bombardamenti di artiglieria e dai droni quadricotteri, causando numerose vittime. Quando il drone si è avvicinato, sono scappato, ma mio padre è rimasto indietro, cercando un posto sicuro con la sua coperta e il suo materasso. Sono stato colpito alla testa e lui è stato ucciso sul colpo dal fuoco diretto.

La squadra dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato anche la morte di Ibrahim Aziz Atallah il 7 maggio; Atallah è stato colpito da una bomba sganciata da un drone quadricottero israeliano nei pressi del quartiere di Al-Zaytoun.

Muhammad Mazen Karam, cugino della vittima, ha dichiarato quanto segue:

“Viviamo nel quartiere di Yarmouk. Alla ricerca di rame e plastica da vendere per sfamare le nostre famiglie, mio ​​cugino Ibrahim Atallah ed io eravamo alla Moschea Salah al-Din nel quartiere di Zaytoun, poco prima dell’incrocio di Dawla. La gente si muoveva per il posto come al solito. Siamo stati avvicinati da un quadricottero mentre percorrevamo una strada laterale. L’ho avvertito di correre a nascondersi non appena l’ho visto, ma è probabile che il suo debole udito gli abbia impedito di sentire il mio avviso. Gli ho detto di nascondersi, come stavo facendo io, quando all’improvviso ho sentito un’esplosione. Quando ho sentito Ibrahim chiamare, gli ho detto di restare fermo finché non fossero arrivati ​​i soccorsi. L’ho visto preso di mira da una granata lanciata da un drone quadricottero. Questo accadde alle nove del mattino, morì esalando l’ultimo respiro davanti a me”.

Anche il venticinquenne Kamal Hamid Al-Astal ha parlato con la squadra dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo. Ha descritto come è stato colpito e ferito da un drone quadricottero israeliano che ha bombardato la sua casa ad Al-Qarara, a Est di Khan Yunis, il 9 marzo 2024:

“Dopo che un bombardamento israeliano l’8 marzo ha ucciso mio fratello, non ho potuto recuperare il suo corpo per la sepoltura fino al giorno successivo. Pertanto, sono andato alle 7 del mattino e ho portato il suo corpo all’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa, dove è stato coperto e sepolto. Allora ho deciso di tornare a ispezionare la casa, nella zona di Al-Qarara. A mezzogiorno, dopo aver controllato la casa ed essere salito sul tetto, è arrivato un drone quadricottero. Sono riuscito a scappare velocemente, ma quando si è avvicinato alla finestra ha aperto il fuoco su di me. Ho provato a fuggire di nuovo, ma la casa è stata bombardata dagli aerei da guerra e ho passato quasi cinque ore sotto le macerie. Sono stato colpito da un drone mentre tentavo di liberarmi e scappare. Alla fine un uomo e sua moglie sono arrivati, mi hanno soccorso e portato all’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa alle 17:00; oltre alle ustioni sul viso e sulle mani, avevo una frattura scomposta alla gamba. Anche i legamenti avevano bisogno di essere rimessi a posto”.

Secondo precedenti indagini, l’esercito israeliano sta utilizzando il sistema “SMASH Dragon” realizzato dalla società israeliana Smart Shooter, che può essere installato su diversi aerei; il Matrice 600; e il velivolo “Thor” realizzato dalla società Elbit Systems, tutti altamente mobili e versatili, ideali cioè per operazioni lampo. I loro sistemi possono cercare automaticamente edifici e creare mappe per identificare possibili obiettivi, trasportare carichi utili letali o non letali e svolgere una varietà di missioni per personale militare e forze speciali.

Questi droni hanno ucciso decine di civili in luoghi affollati, come già confermato in precedenti rapporti, sparando con mitragliatrici automatiche montate sotto i droni, o sparando direttamente contro le persone.

Dall’inizio della Guerra Genocida di Israele sulla Striscia di Gaza, decine di civili palestinesi sono stati uccisi o feriti da cecchini israeliani e droni quadricotteri, oltre a quelli uccisi durante le incursioni di terra dell’esercito israeliano, iniziate alla fine di ottobre 2023 e che si sono intensificate nelle ultime settimane.

Secondo le testimonianze raccolte, negli ultimi tempi Israele ha utilizzato droni quadricotteri in modo sistematico e diffuso per eseguire esecuzioni extragiudiziali e uccisioni premeditate di civili palestinesi. Questi droni vengono utilizzati, in particolare, contro i civili che tentano di tornare e ispezionare le loro case dopo che l’esercito israeliano si è ritirato dalle aree attaccate via terra o via aerea.

Data la loro costante presenza nell’aria, questi aerei vengono utilizzati anche per terrorizzare, intimidire e avere un impatto negativo sul benessere psicologico dei civili palestinesi emettendo suoni terrificanti e trasmettendo ordini da parte dei soldati israeliani.

Alcuni droni, come i droni dell’azienda DJI, sono stati realizzati principalmente per essere utilizzati nella fotografia e in altri settori, ma sono stati convertiti dall’esercito israeliano in droni d’attacco e utilizzati invece per uccisioni ed esecuzioni extragiudiziali.

I droni con vari attributi e caratteristiche funzionali, noti come quadricotteri, sono prodotti da compagnie militari israeliane. Con un diametro non superiore a un metro, sono semplici da programmare e utilizzare per il volo elettronico a distanza.

Oltre a svolgere ulteriori compiti militari come sparare e trasportare bombe, questo tipo di drone è dotato di eccellenti fotocamere e dispositivi di ascolto ad alta precisione. Sono stati prodotti anche numerosi droni suicidi, noti anche come armi vaganti. Uno di questi esempi è l’aereo “Spike Firefly” della compagnia israeliana Rafael.

Da notare che, sebbene i droni non siano armi illegali (armi vietate a livello internazionale), il loro utilizzo deve rispettare le norme del Diritto Umanitario Internazionale che si applicano a tutti i conflitti armati, proprio come qualsiasi altra arma di cui è consentito l’uso. Tali norme garantiscono il rispetto degli importanti principi di distinzione e proporzionalità e richiedono l’adozione di tutte le precauzioni necessarie prima di effettuare qualsiasi attacco militare.

Data la loro tecnologia avanzata e i vantaggi rispetto alla maggior parte delle altre armi, come la capacità di monitorare aree con telecamere, condurre sorveglianza in tempo reale e tracciare, sparare e muoversi rapidamente con precisione contro un bersaglio, l’obiettivo principale di utilizzare questi droni come armi in altri conflitti armati è stato quello di prevenire o ridurre le vittime civili negli attacchi militari. Al contrario, tuttavia, Israele utilizza intenzionalmente tali droni per colpire i civili palestinesi nella Striscia di Gaza. Ciò è evidente poiché la maggior parte degli attacchi israeliani avviene in spazi pubblici dove è facile distinguere i combattenti dai civili, e poiché l’esercito israeliano fa volare i droni sulle aree prese di mira per periodi di tempo sufficientemente lunghi da consentire un monitoraggio preciso e la valutazione delle condizioni sul campo; inoltre, la maggior parte degli omicidi avviene entro un raggio di mira ravvicinato.

In un rapporto primario presentato alla fine di dicembre 2023 ai Relatori Speciali delle Nazioni Unite e al Procuratore della Corte Penale Internazionale, l’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato dozzine di casi di esecuzioni sul campo effettuate dall’esercito israeliano nella Striscia e ha richiesto un’indagine immediata di questi Crimini, chiedendo che gli autori siano ritenuti responsabili e che venga fatta giustizia per tutte le vittime.

Tutte le parti sono state esortate a intraprendere azioni concrete all’interno della comunità internazionale per raggiungere un cessate il fuoco, garantire la fine delle uccisioni ingiustificabili in corso, aprire un’indagine penale su tutte le atrocità denunciate commesse dall’esercito israeliano e ottenere responsabilità e giustizia per ogni vittima e sopravvissuto palestinese.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha chiesto a dicembre la formazione di una commissione d’inchiesta internazionale indipendente specializzata nell’attacco militare in corso da parte di Israele alla Striscia di Gaza. Ha inoltre esortato la comunità internazionale a consentire il lavoro di una commissione investigativa internazionale separata e indipendente competente sui Territori Palestinesi Occupati, una commissione che è stata in realtà formata nel 2021, per svolgere il suo lavoro garantendo il suo accesso alla Striscia e aprendo le necessarie indagini su tutti i Crimini e le Violazioni commessi contro i palestinesi nel Paese, comprese l’uccisione deliberata e l’esecuzione extragiudiziale di civili.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha inoltre chiesto che il Relatore Speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie visiti la Striscia il prima possibile per indagare sulle uccisioni illegali che rientrano nell’ambito del suo mandato.

Secondo il Diritto Internazionale Umanitario, le esecuzioni illegali ed extragiudiziali israeliane di civili palestinesi, sia attraverso l’uccisione deliberata che attraverso operazioni di tiro e sparatoria, violano il loro diritto alla vita. Le Convenzioni di Ginevra classificano queste esecuzioni come Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità, ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, e sono una componente fondamentale del Genocidio che Israele sta commettendo contro gli abitanti della Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org