Israele cerca di rendere invivibile Gaza per i palestinesi.

Press TV ha intervistato Joe Catron, del Movimento di Solidarietà Internazionale di New York, per discutere di un rapporto delle Nazioni Unite secondo il quale la guerra che ha devastato la Striscia di Gaza potrebbe renderla inabitabile entro il 2020.

Schermata 2015-09-02 alle 20.41.34

Quella che segue è una trascrizione approssimativa.

Press TV: La probabilità che ciò accada è già molto alta. Quali sono gli indicatori visibili in considerazione  al fatto che ancora oggi gli abitanti di Gaza lottano già per vivere?

Catron: Beh, penso che quello che stiamo vedendo è una situazione che era già terribile, aggravata da ripetuti attacchi israeliani nella zona  dalla completa mancanza di ricostruzione. Durante  offensiva dell’estate scorsa, abbiamo visto non solo migliaia di palestinesi uccisi, ma anche intere regioni e quartieri rasi al suolo e resi invivibili per gli anni a venire.

E ora più di un anno dopo, non una sola  delle case  distrutte è stata ancora ricostruita. Quindi è chiaro che quello che stiamo vedendo è, penso, parte di un disegno evidente. E’ un qualcosa che è destinato a rendere almeno grandi porzioni della striscia di Gaza invivibili.

Press TV: Come può il mondo prevenire una crisi umanitaria a Gaza perché, letteralmente, l’enclave costiera è isolata dal mondo?

Catron: Sì. Penso che il problema fino ad ora sia stato che troppe potenze mondiali stanno affrontando la questione come  umanitaria, come se ci fosse qualcosa di simile a un terremoto o un tornado; al contrario, si tratta di qualcosa che è molto artificiale. L’assedio è ovviamente mantenuto da Israele ed è Israele che distrugge ripetutamente infrastrutture in tutta la Striscia di Gaza. L’unica soluzione che vedo, che può migliorare la situazione sul campo è una pressione su Israele, costringendolo a correggere queste condizioni.

Press TV: Quale ruolo giocano i media occidentali nel mostrare al mondo cosa sta succedendo a Gaza?

Catron: I media occidentali hanno purtroppo avuto un ruolo molto contraddittorio. A volte il loro bilancio in termini umanitari è stato buono, nel senso che hanno documentato la sofferenza  e la situazione delle singole persone, ma allo stesso tempo questa attenzione umanitaria tende a depoliticizzare e lasciare fuori il ruolo di Israele come autore intenzionale e supporter di queste condizioni atroci.

fonte: http://www.presstv.ir/Detail/2015/09/02/427388/Israel-Palestine-Gaza-united-nations-Joe-Catron

Israele arresta i genitori del ragazzo palestinese picchiato dal soldato in Cisgiordania

An Israeli soldier beating 12-year-old Mohamed al-Tamimi with a broken arm in the occupied West Bank village of Nabi Saleh near Ramallah on August 28, 2015 (AFP)
An Israeli soldier beating 12-year-old Mohamed al-Tamimi with a broken arm in the occupied West Bank village of Nabi Saleh near Ramallah on August 28, 2015 (AFP)

Le forze israeliane hanno arrestato i genitori del dodicenne, Mohamed al-Tamimi, che è stato liberato dalla sua famiglia dopo essere stato picchiato da un soldato israeliano la scorsa settimana.

Martedì  Bassam al-Tamimi,  attivista palestinese, ha riferito  all’agenzia ufficiale turca  Anadolu “L’esercito israeliano ha arrestato Basil e sua moglie, Nariman, mentre tentavano di attraversare un checkpoint dell’esercito all’ingresso di Nabi Saleh villaggio a nord di Ramallah”.

Venerdì scorso, nel corso di una manifestazione pacifica contro l’occupazione organizzata da un gruppo di palestinesi del villaggio cisgiordano di Nabi Salih vicino a Ramallah, le forze armate israeliane hanno attaccato i manifestanti e hanno arrestato alcuni di loro.

Uno dei soldati dell’esercito di occupazione raggiunto il ragazzo palestinese, lo prese per la testa, sbattendolo brutalmente su una roccia e tenendolo sotto tiro, nonostante il braccio ingessato, cercando di arrestarlo. La sua famiglia, tutti  disarmati, tra cui la madre e la sorella, hanno circondato il soldato per aiutare Mohamed fino a liberarlo.

Palestinian women try to prevent an Israeli soldier from arresting 12-year-old Mohamed al-Tamimi with a broken arm during an anti-settlement demo in the occupied West Bank village of Nabi Saleh near Ramallah, August 28, 2015. (AFP)
Palestinian women try to prevent an Israeli soldier from arresting 12-year-old Mohamed al-Tamimi with a broken arm during an anti-settlement demo in the occupied West Bank village of Nabi Saleh near Ramallah, August 28, 2015. (AFP)

Dall’inizio del 2011, la distruzione di Tel Aviv di case palestinesi ha lasciato più di 4.600 palestinesi senza casa.

Oltre di mezzo milione di israeliani vivono in più di 120 insediamenti illegali costruiti dall’ occupazione israeliana dei territori palestinesi della Cisgiordania e di al-Quds Oriente nel 1967.

Gran parte della comunità internazionale, considera gli insediamenti israeliani illegali perché costruiti sui i territori che sono stati occupati da Israele nel 1967 e sono quindi soggetti alle Convenzioni di Ginevra, che vietano la costruzione sulle terre occupate.

fonte. http://www.presstv.com/Detail/2015/09/02/427360/Palestine-Israel-West-Bank-Mohamed-alTamimi-Nabi-Saleh

La Svizzera deplora la vignetta su Netanyahu mostrata dal suo ambasciatore.

Pubblicato: 18:13 28 AGO 2015 Gulf News

colombi

Zurigo: La Svizzera ha espresso rammarico  Venerdì dopo che il suo ambasciatore in Iran, durante un evento per promuovere opportunità di business con l’Iran, ha visualizzato una vignetta raffigurante due colombe che defecano sulla testa del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Leggi tutto “La Svizzera deplora la vignetta su Netanyahu mostrata dal suo ambasciatore.”

I ragazzi dell’Intifada

Il Manifesto – Edizione del 30 Agosto 2015

Sono pas­sati 13 anni da quei mesi del 2002, i 40 giorni di asse­dio israe­liano di Betlemme, la recon­qui­sta della Cisgior­da­nia. La Hebron-Jerusalem Road col­le­gava ancora la città della Nati­vità a Geru­sa­lemme, non c’erano muri a cir­con­dare la tomba di Rachele (per i pale­sti­nesi la Moschea Bilal Ibn Rabah), solo posta­zioni mili­tari. Azuz aveva 12 anni, suo fra­tello Moaed 10, Ghas­san il più grande, 13.

I tre protagonisti di questa storia «in azione» durante l’estate del 2002
I tre protagonisti di questa storia «in azione» durante l’estate del 2002

Leggi tutto “I ragazzi dell’Intifada”

Peggio di Galloway

È tutto un altro Labour: Jeremy Corbyn, il socialista anti-Blair

Schermata 2015-08-29 alle 20.25.54

Che la sinistra rinasca proprio nell’ultima patria di Karl Marx? In Gran Bretagna Jeremy Corbyn, il candidato più a sinistra alla segreteria del Labour, cresce nei sondaggi ed è molto popolare tra i giovani. La cover di questa settimana di Left è dedicata proprio a lui, marxista di formazione, amato dai sindacati e dalla working class, fautore della statalizzazione dei servizi pubblici, compresa la scuola. Corbyn è un feroce nemico delle diseguaglianze sociali che con la Thatcher prima e il blairismo poi, sono cresciute a dismisura. Nella sola Londra vivono 2 milioni di poveri. Questo signore dalla barba bianca che ama viaggiare in bicicletta e dice cose di sinistra, sta facendo così tanti proseliti dentro il Labour – le cui primarie si tengono il 12 settembre – da produrre diversi interventi di Tony Blair, che lo accusa di voler distruggere la creatura da lui creata: un partito laburista che corre e spera di vincere al centro dello spettro politico. «Ma più Tony Blair parla e più la gente si convince a votare Corbyn!», afferma nell’intervista rilasciata a Left, lo scrittore Antony Cartwright che ha raccontato la stagione del thatcherismo in molti dei suoi libri.

Leggi tutto “Peggio di Galloway”