I legami di Israele con il fiorente movimento neonazista ucraino

Sebbene non ci siano prove concrete di un legame diretto del governo israeliano con il Battaglione Azov o altri gruppi neonazisti in Ucraina, ci sono chiaramente cittadini israeliani che li stanno aiutando direttamente.

Fonte: english version
Di Robert Inlakesh – 15 marzo 2022

Immagine di copertina: Membri del Corpo di Vigilanza Civile di Azov si preparano a dare fuoco a un’effigie di Vladimir Lenin nel centro di Kiev, 7 novembre 2017. Efrem Lukatsky | AP

KIEV, UCRAINA – I media occidentali hanno tentato di negare l’esistenza di componenti neonaziste in Ucraina, sostenendo che l’obiettivo della Russia di de-nazificare Kiev non è possibile perché il Presidente ucraino è di origini ebraiche. Ma come ci si rapporta con un ebreo israeliano che si definisce apertamente il co-fondatore del Battaglione neonazista Azov?

Il famigerato Battaglione Azov di Kiev, ufficialmente parte della Guardia Nazionale Ucraina, è stato ampiamente riconosciuto come una forza paramilitare volontaria neonazista. È stato anche collegato con organizzazioni straniere di suprematisti bianchi. Oltre a questo, i membri di estrema destra, neonazisti e bianchi nazionalisti tra le loro fila sono stati persino criticati da associazioni del calibro di Human Rights Watch e delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti umani.

Nonostante la storia ben documentata di crimini di matrice razziale e attacchi alla comunità LGBTQ+ ucraina, il Battaglione è stato indirettamente e continuamente armato dalle potenze occidentali. Nel giugno 2015 gli Stati Uniti e il Canada hanno vietato il supporto e/o l’addestramento di Azov da parte delle loro forze, citando in particolare i suoi legami neonazisti. Tuttavia, l’anno successivo gli Stati Uniti hanno revocato il divieto a causa delle pressioni del Pentagono. Nel 2019, la rivista The Nation ha pubblicato un articolo in cui si affermava che: L’Ucraina post-Maidan è l’unica nazione al mondo ad avere una formazione neonazista nelle sue forze armate”. Tutto ciò per dire che Azov può essere definitivamente etichettato come neonazista. Questo potrebbe essere il motivo per cui stanno emergendo notizie di suprematisti bianchi e membri della milizia di estrema destra che si riversano in Ucraina, per combattere a fianco delle forze estremiste nel Paese.

Supporto israeliano e coinvolgimento nel Battaglione Azov

Prima che il Battaglione Azov diventasse parte integrante dell’esercito ucraino, il gruppo era finanziato principalmente da oligarchi ucraini, il più noto dei quali era Igor Kolomoisky. Kolomoisky è di origini ebraiche ed è un cittadino israeliano e noto uomo d’affari miliardario. Nonostante fosse un ebreo israeliano, non ha avuto problemi a finanziare milizie volontarie neonaziste come Azov e Aidar, tra gli altri gruppi di estrema destra che presentano elementi ostili al popolo ebraico.

Sebbene il Presidente ucraino di origini ebraiche Volodymyr Zelenskyy sia spesso presentato dai principali media occidentali come prova che non ci sono problemi con i neonazisti in Ucraina, egli stesso ha ricevuto sostegno finanziario dallo stesso oligarca, Igor Kolomoisky, che finanziava i neonazisti in Ucraina. La candidatura presidenziale di Zelenskyy nel 2019, che lo ha visto vincere con il 73% dei voti, ha avuto successo sulla base del fatto che si stava candidando per combattere la corruzione e costruire pace nel Paese ma, come hanno rivelato i documenti trapelati noti come Pandora Papers, lui stesso stava accumulando denaro in conti bancari esteri. La campagna di Zelenskyy all’epoca fu incoraggiata e finanziata dal miliardario israelo-ucraino-cipriota Kolomoisky, accusato a sua volta di aver rubato 5,5 miliardi di dollari (5 miliardi di euro) dalla sua stessa banca.

Può essere difficile da credere, ma in realtà ci sono molti ebrei israeliani che combattono con gruppi ucraini ultranazionalisti e che si coordinano strettamente, o addirittura appartengono, a gruppi neonazisti come Azov. Konstantyn Batozsky, ad esempio, che ha affermato di aver lavorato come consulente politico a Donetsk per il Battaglione Azov tra il 2014 e il 2015, ha persino difeso i membri dell’Azov che avevano tatuaggi di simboli nazisti.

“Erano ultras del calcio e volevano attenzioni, quindi sì, sono rimasto scioccato quando ho visto ragazzi tatuati con la svastica”, ha detto Batozsky dei membri del Battaglione Azov che ha conosciuto personalmente. Ha poi continuato quella dichiarazione aggiungendo. “Ma ho sempre parlato con loro dell’essere ebrei e non avevano nulla contro l’ebraismo. Non avevano un’ideologia antiebraica”. Un altro ebreo israeliano, Daniel Kovzhun, afferma che “c’erano ebrei ortodossi in Azov”, che secondo lui dipendeva dal fatto che tutti i membri erano nazionalisti ucraini e quindi l’ebraicità non era un problema.

I musulmani, tuttavia, sembrano essere un grosso problema per il Battaglione Azov. L’islamofobia presente non solo in Azov, ma anche nella Guardia Nazionale Ucraina, è emersa con forza sui social media poiché il sito ufficiale della Guardia Nazionale ha glorificato il Battaglione Azov mentre intingeva i proiettili nel grasso di maiale. Il video è stato diretto ai soldati musulmani della Cecenia che stanno combattendo dalla parte della Russia e sono stati descritti come “orchi” dalla Guardia Nazionale su Twitter. Nel video si sente uno dei combattenti dell’Azov dire: “Cari fratelli musulmani, nel nostro Paese non andrete in paradiso”. È convinzione condivisa da alcuni suprematisti bianchi che se uccidono un musulmano con un proiettile ricoperto di grasso di maiale, il musulmano non entrerà in paradiso.

Sebbene ci siano poche pubblicazioni in inglese su questo fatto, secondo la BBC, un israeliano-ucraino di nome Natan Khazin afferma di aver co-fondato il Battaglione Azov. In un’intervista condotta dalla BBC Ucraina nel 2018, che ha tentato di minimizzare le affermazioni del crescente antisemitismo in Ucraina, Khazin avrebbe affermato: “Posso dire che, nonostante la difficile situazione in Ucraina e la guerra, il livello di antisemitismo non è  crescente. Qualcuno in Occidente semplicemente non capisce il reale stato delle cose in Ucraina in materia”.

Su The Forward (l’Avanti), una testata giornalistica ebraica, Khazin è descritto come un “veterano delle Forze di Difesa Israeliane e Rabbino ordinato che indossa la kippah”. La descrizione continua:

“Egli è rappresentante di molti giovani ebrei ucraini che sono sionisti, religiosamente osservanti e allo stesso tempo grandi patrioti ucraini. Alcuni di loro si riferiscono scherzosamente a se stessi come Zhido-Banderisti, una fusione del termine dispregiativo per “ebreo” con il nome Stepan Bandera, leader dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, che ha combattuto per l’indipendenza ucraina durante la Seconda Guerra Mondiale. Le forze dell’organizzazione hanno anche partecipato al massacro degli ebrei, quindi il termine Zhido-Banderist è consapevolmente ironico”.

Durante un’intervista, pubblicata in forma abbreviata da The Forward, a Khazin viene chiesto: “Se non è confidenziale, dove ha prestato servizio nell’esercito israeliano?” Rispose: “Nella Striscia di Gaza. So cosa vuol dire muoversi per strada con persone che sparano, lanciano pietre o bottiglie incendiarie”.

Tutti gli esempi sopra citati di israeliani che collaborano attivamente con noti gruppi neonazisti in Ucraina riguardano privati ​​cittadini israeliani e non vi è alcun collegamento diretto con il governo israeliano. Tuttavia, lo stesso governo israeliano sembra aver partecipato, proprio come gli Stati Uniti e altre nazioni della NATO, alla fornitura di armi all’esercito ucraino, che è considerata da alcuni come una forma per armare indirettamente il Battaglione Azov e altri elementi di estrema destra. Nel 2018, più di 40 attivisti per i diritti umani hanno presentato una istanza all’Alta Corte israeliana, in cui sostenevano che le armi israeliane venivano inviate per servire coloro che sposano convinzioni neonaziste. Secondo un rapporto pubblicato su Haaretz, hanno citato “prove che la milizia neonazista Azov, i cui membri fanno parte delle forze armate ucraine e sono supportati dal Ministero degli Affari Interni del Paese”, stessero usando le armi.

Sebbene non ci siano prove concrete di un legame diretto del governo israeliano con il Battaglione Azov o altri gruppi neonazisti in Ucraina, ci sono chiaramente cittadini israeliani che li stanno aiutando direttamente. Ci sono, tuttavia, rapporti che affermano che le forze israeliane hanno addestrato direttamente il Battaglione Azov e che Azov ha dimostrato di possedere armi di fabbricazione israeliana. Quando esiste chiaramente una tale connessione tra i gruppi neonazisti e gli ebrei israeliani in Ucraina, questo di per sé dovrebbe mettere in discussione la sincerità del tentativo dei media occidentali di utilizzare l’identità ebraica del presidente Zelenskyy per contrastare le affermazioni secondo cui esistono elementi neonazisti all’interno dell’Ucraina. Inoltre, questi gruppi sono chiaramente in grado di coesistere accanto ai cittadini israeliani, purché quegli ebrei israeliani siano essi stessi nazionalisti ucraini. Questo non vuol dire però che l’antisemitismo non esista in questi gruppi.

Allineamento israeliano di estrema destra in Europa

La propensione degli israeliani di destra ad allinearsi con gli europei di destra è chiara da tempo, e questa propensione ha anche significato allearsi con gruppi accusati di antisemitismo. L’Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland – AfD), un partito tedesco di destra condannato dal presidente del Congresso Ebraico Mondiale Ronald Lauder come “una vergogna per la Germania” e spesso accusato di antisemitismo, ha forti legami con Israele. È interessante notare che figure ritenute di estrema destra, come Geert Wilders nei Paesi Bassi, la francese Marine Le Pen, il britannico Nigel Farage e l’ungherese Viktor Orbán, sono tutte filo-israeliane e hanno compiuto sforzi per allinearsi con lo Stato Ebraico. L’ex Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha anche chiarito che si sarebbe incontrato e accordato con figure accusate di antisemitismo, come Orbán.

Netanyahu si è sforzato di consolidare l’alleanza di Israele con il blocco di Visegrad: Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, che la rivista Foreign Policy ha descritto come formare “un’entità comune intrisa di ostilità ai valori dell’Illuminismo, ai diritti umani, al concetto di nazione come comunità di cittadini, al principio di uguaglianza e, in generale, agli stranieri”. Naturalmente, quando si tratta degli sforzi del governo israeliano, c’è un incentivo concreto per Israele, e tali alleanze con l’estrema destra non dovrebbero essere prese come una relazione puramente amorosa. Ma il fatto che queste relazioni siano esistite e continuino ad esistere dovrebbe indicare che gli israeliani di destra possono facilmente coesistere con l’estrema destra europea.

Per quanto riguarda i suprematisti bianchi negli Stati Uniti, ce ne sono molti che si schierano apertamente con Israele. Uno di questi esempi è il leader nazionalista bianco Richard Spencer, che è un aperto sostenitore di Israele e si è dichiarato nel 2018 sostenitore del progetto di legge sullo Stato-Nazione israeliano, e afferma che “la realizzazione del diritto all’autodeterminazione nazionale in Israele è unica per il popolo ebraico.” Il disegno di legge è stato ampiamente considerato razzista e Spencer ha detto di avere “grande ammirazione per la legge sullo Stato-Nazione di Israele. Gli ebrei sono, ancora una volta, all’avanguardia, ripensando la politica e la sovranità per il futuro, mostrando un percorso da seguire per gli europei”. Il sistema di supremazia razziale di Israele è visto con grande ammirazione da molti suprematisti bianchi, che cercano di modellare il proprio sistema su linee simili, secondo persone come Richard Spencer.

Questo tipo di mentalità, che accomuna Israele e l’estrema destra occidentale, non può essere semplicemente ignorato e dimostra perché non è necessariamente un punto valido per dire che la presenza di individui ebrei nella lotta dell’Ucraina contro la Russia smentisce le affermazioni di elementi neonazisti esistenti. Come dimostrato, questi gruppi non solo esistono nonostante la presenza di individui ebrei, ma in alcuni casi includono persino ebrei israeliani tra le loro fila.

 

Robert Inlakesh è un analista politico, giornalista e regista di documentari attualmente con sede a Londra, Regno Unito. Ha riferito e vissuto nei Territori Palestinesi Occupati e ospita lo spettacolo “Palestine Files”. Direttore di “Steal of the Century: Trump’s Palestine-Israel Catastrophe” (Il Furto del Secolo: La Catastrofe Israelo-Palestinese di Trump). Twitter @falasteen47

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org