La farsa di Israele che confisca ai palestinesi le magliette con la stampa di un M16

È vietato vivere; è lecito morire, ma non essere sepolti. È vietato assembrarsi e sventolare una bandiera. È vietato recarsi al mare e visitare la famiglia a Gaza. È vietato armarsi e anche vestirsi

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Gideon Levy – 19 maggio 2022

Immagine di copertina: Un ragazzo palestinese con indosso una maglietta con la stampa di un M16 ad un checkpoint israeliano ad aprile. Credit: Hazem Bader/AFP

È vietato vivere; è lecito morire, ma non essere sepolti. È vietato assembrarsi e sventolare una bandiera. È vietato recarsi al mare e visitare la famiglia a Gaza. È vietato armarsi e anche vestirsi.  Spopola tra gli occupati: moda M16; furore tra gli occupanti: moda proibita.

Gli agenti di polizia israeliani  fanno irruzione nei negozi e sequestrano le magliette dell’M16. I  negozianti le nascondono e c’è già un mercato nero per le magliette nere. I social media stanno esplodendo per le alte lamentele degli ipocriti israeliani: il fattorino del supermercato si è presentato a casa loro con una maglietta M16, che terrore; due ragazzi vagavano per i corridoi di un ospedale di Gerusalemme indossando magliette M16. “Curiamo i loro figli e loro vogliono massacrarci. Non credereste ai vostri occhi”, ha twittato un agitatissimo israeliano.

Non credereste ai vostri occhi. Ora non possono nemmeno indossare quello che vogliono. La moda M16, iniziata con magliette nere con la sagoma di un fucile M16 stampata in argento, made in Turchia, si sta diffondendo a macchia d’olio. Che colpo di scena: un fucile americano, con il quale l’esercito israeliano ha ucciso migliaia di palestinesi nel corso degli anni, è diventato un simbolo della lotta contro l’occupazione e un emblema che l’occupante ha proibito.

Noi, il fotografo Alex Levac ed io, abbiamo visto la nostra prima maglietta in una casa in lutto nel campo profughi di Balata circa due mesi fa. Gli agenti di polizia di frontiera avevano sparato 12 proiettili – forse da un M16 – nel corpo di un ragazzo di 16 anni, uccidendolo. Da allora non abbiamo visto una sola strada palestinese senza che dei giovani indossassero le magliette nere con l’immagine. La moda si è allargata: ci sono scarpe, calze e felpe, presto ci sarà anche l’intimo: i calzoncini del terrore. La nuova linea di reggiseni del terrore è in fase di sviluppo. Le forze di occupazione dovranno passare alla caccia all’uomo di persone che indossano reggiseni e mutande. I posti di blocco avranno cabine  appositamente costruite per le perquisizioni e ogni palestinese di passaggio dovrà spogliarsi e mostrare i propri slip o reggiseni. Gli agenti di polizia di frontiera riceveranno una formazione speciale per scoprire le etichette nascoste; ufficiali sotto copertura travestiti da arabi – mista’arvim – aggiungeranno magliette M16 ai loro guardaroba.

Gli esami al checkpoint saranno più meticolosi che mai, su entrambi i lati dei reggiseni e delle mutande, per evitare che un M16 si nasconda all’interno. Se risulteranno essere M16 fashion, gli indumenti intimi verranno immediatamente sequestrati e distrutti nell’inceneritore che sarà installato ad ogni posto di blocco. I loro portatori saranno posti in detenzione amministrativa – incarcerazione senza processo – per tre mesi. Fa parte della guerra al terrorismo. I dispositivi per rilevare l’emblema saranno sviluppati e installati in tutti i terminal di confine del fiume Giordano. Se suona divertente, immaginario, esagerato o grottesco, non capite l’occupazione. Il sequestro di magliette M16 dai negozi è già ridicolo di per sé stesso

Ogni volta che l’occupazione entra nelle sue fasi grottesche, si accende la speranza. Niente segnala il decadimento e la disintegrazione dell’occupazione più delle sue ridicole esibizioni, e sono molte. Ma è un freddo conforto. L’occupazione è ancora potente ed eterna. Il simbolo dell’Irgun, la milizia clandestina pre-statale guidata da Menachem Begin – una mano che impugna un fucile contro una mappa della Grande Israele – è un iconico simbolo israeliano. La milizia clandestina pre-statale avversaria, l’Haganah, come la sua forza d’attacco d’élite, il Palmach, e il loro successore, le Forze di difesa israeliane, si accontentarono di una spada. Ai palestinesi è permesso vendere magliette verde oliva con lo stemma dell’IDF nella Città Vecchia di Gerusalemme – ci sono abbastanza turisti ignoranti e stupidi, ebrei e cristiani, che credono che l’IDF sia motivo di orgoglio – ma non possono vendere moda M16. Come mai? L’occupazione ha deciso che si tratta di istigazione, le accuse stanno arrivando. Scusi, incitamento a cosa, esattamente? Per resistere all’occupazione? Questo è legittimo.

Al funerale dell’eroina popolare e nazionale Shireen Abu Akleh, è ​​stato loro proibito di sventolare la loro bandiera. L’occupazione britannica, il Mandato, non proibiva la nostra bandiera; l’occupazione israeliana proibisce la loro. È permesso sventolare bandiere israeliane a Tapuah Junction, come fanno i coloni, e lungo tutte le strade della Cisgiordania, anche se presumibilmente Israele non è il sovrano lì; ma a un funerale palestinese a Gerusalemme est, ai palestinesi è vietato sventolare la loro bandiera. Quindi quali bandiere possono sventolare? E quale maglietta potrebbero indossare?

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictpalestina.org