I sette valichi di frontiera di Gaza

La Striscia di Gaza aveva sette principali valichi di frontiera che le davano accesso al mondo esterno. Oggi solo tre rimangono aperti.

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Di Maram Humaid – 15 giugno 2022Immagine di copertina: palestinesi  attraverso il valico israeliano di Erez, nel Nord della Striscia di Gaza. (Credito:Hatem Moussa/Associated Press)

Gaza City – Nonostante il suo disimpegno dalla Striscia di Gaza nel 2005, Israele controlla ancora completamente l’ingresso e l’uscita da Gaza via terra, aria e mare, così come il registro della popolazione civile di Gaza, le reti di telecomunicazioni e molti altri aspetti della vita quotidiana e delle infrastrutture.

Un blocco paralizzante è iniziato nel giugno 2007, dopo che Hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza, con una serie di restrizioni su merci, carburante e altri beni essenziali, nonché un inasprimento dei divieti di viaggio in entrata e in uscita dalla Striscia di Gaza.

Le restrizioni hanno portato Gaza a essere descritta come una “prigione a cielo aperto”. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2011 affermava che il blocco era “una punizione collettiva in flagrante violazione dei diritti umani e del diritto internazionale”, e Israele ha dovuto affrontare le critiche di diversi Paesi e organizzazioni per i diritti umani.

Ora, che si tratti di un paziente in cerca di cure mediche, una coppia sposata che cerca di ricongiungersi, uno studente che cerca di studiare nella Cisgiordania occupata o all’estero, un uomo d’affari che cerca di importare merci, o solo un normale cittadino di Gaza che cerca di partire per un viaggio, è necessario utilizzare gli attraversamenti, che possono essere chiusi in qualsiasi momento.

La Striscia di Gaza è circondata da sette valichi designati per il movimento di persone e merci dentro e fuori la Striscia.

Non tutti sono ancora in uso. Dopo che Israele ha imposto il blocco nel 2007, tutti i valichi sono stati chiusi ad eccezione dei valichi di Rafah e Beit Hanoun, che erano designati per la circolazione delle persone, e del valico di Karem Abu Salem, che era designato per il trasporto di merci.

Israele sostiene che le restrizioni e la chiusura di molti dei valichi sono necessarie per motivi di sicurezza, indicando attacchi che hanno avuto luogo in precedenza all’interno o vicino ai valichi.

Israele controlla Beit Hanoun (noto anche dagli israeliani come Erez) e Karem Abu Salem (Kerem Shalom), mentre l’Egitto controlla Rafah. Ciò significa che i valichi possono essere chiusi in qualsiasi momento da israeliani o egiziani, lasciando i palestinesi di Gaza nell’impossibilità di viaggiare.

Il valico di Rafah

Il valico di Rafah è l’unico modo per attraversare da e verso l’Egitto e Gaza, e quindi funge da collegamento vitale tra Gaza e il resto del mondo arabo, soprattutto dopo che le forze israeliane hanno distrutto l’aeroporto internazionale Yasser Arafat, l’unico aeroporto gestito dai palestinesi, nel 2001.

Le restrizioni al valico imposte dalle autorità egiziane non sono attualmente così rigide come in passato, ma continuano le limitazioni al numero e categorie di persone autorizzate a viaggiare. Ciò ha costretto molti palestinesi di Gaza a pagare costose e non ufficiali “tasse di coordinamento” alla parte egiziana per poter partire durante i pochi giorni di apertura del valico.

I passeggeri palestinesi si lamentano spesso anche del comportamento del personale di sicurezza egiziano e di quelle che descrivono come perquisizioni spesso umilianti. Queste misure possono prolungare il viaggio tra Rafah e l’aeroporto del Cairo fino a 72 ore in alcuni casi.

Il valico di Rafah non consente ai palestinesi della Cisgiordania occupata di entrare a Gaza.

Inoltre, Israele non consente alle persone di tornare a Gaza attraverso il valico di Beit Hanoun se sono partite via Rafah. Questo mette i palestinesi a Gaza in una situazione difficile: se escono da Rafah e poi viene chiuso, potrebbero non essere in grado di rientrare

Il valico di Beit Hanoun (Erez)

Il valico di Beit Hanoun si trova nel Nord della Striscia di Gaza ed è sotto il pieno controllo israeliano. È l’unico valico di frontiera che consente ai palestinesi di Gaza di recarsi nella Cisgiordania occupata senza passare per l’Egitto o la Giordania, ed è controllato dall’esercito israeliano.

È notoriamente difficile per i palestinesi entrare e uscire da Gaza attraverso Beit Hanoun: nessuno attraversa il confine senza aver ricevuto il permesso da Israele e senza essere sottoposto a lunghi controlli di sicurezza.

I permessi di attraversamento sono concessi solo a categorie limitate di persone, come pazienti medici e loro accompagnatori, titolari di permessi per commercio e altri casi umanitari eccezionali.

I tempi di elaborazione dei permessi per Beit Hanoun sono noti per essere estremamente lunghi. È noto che le persone in cerca di cure mediche al di fuori di Gaza aspettano fino a 50 giorni lavorativi per ottenere un permesso, indipendentemente dall’appuntamento medico.

È anche molto comune che le autorità israeliane non rispondano alle domande di permesso, anche quando i palestinesi a Gaza soddisfano i criteri del permesso di viaggio. Il rifiuto israeliano dei permessi viene spiegato come dovuto a motivi di sicurezza, senza ulteriori spiegazioni.

Il valico di Karem Abu Salem (Kerem Shalom)

Karem Abu Salem si trova vicino al punto in cui si incontrano i confini tra Egitto, Gaza e Israele e opera occasionalmente come alternativa al valico di Rafah. Tuttavia, viene utilizzato principalmente per i movimenti commerciali tra la Striscia di Gaza e Israele.

Per più di un decennio, il valico è stato il principale attraversamento commerciale di Gaza e l’unico confinante con Israele. È anche l’unico valico in cui le merci coltivate o prodotte a Gaza possono essere spedite per la vendita al di fuori del territorio.

Karem Abu Salem è stato inizialmente utilizzato per il trasporto di aiuti umanitari a Gaza per i due milioni di residenti del territorio.

Tuttavia, dal 2007 Israele ha vietato l’ingresso a Gaza di un lungo elenco di merci, compresi articoli che definisce “a doppio uso”. Ciò significa oggetti che possono avere uno scopo civile, ma che, secondo Israele, potrebbero essere utilizzati anche per scopi militari.

Il valico di al-Muntar (Karni)

Al-Muntar (noto dagli israeliani come Karni) si trova all’estremità Nord-orientale di Gaza ed è stato utilizzato per il trasferimento di merci tra Gaza e Israele, e anche per i coloni israeliani per accedere agli insediamenti a Gaza prima del disimpegno israeliano del 2005. Quando Hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza nel giugno 2007, Israele ha chiuso il valico e nel 2011 è stato definitivamente chiuso da Israele.

Il valico di al-Awdah (Sufa)

Il valico di al-Awdah, situato nella parte orientale di Rafah, era uno dei più piccoli di Gaza e un tempo è stato un punto di transito per i materiali da costruzione. Fu chiuso da Israele nel 2008.

Il valico di al-Shujaiah (Nahal Ouz)

Il valico di Al-Shujaiah (noto anche come Nahal Ouz), era dedicato al trasporto di carburante, come gas, benzene e gasolio industriale a Gaza attraverso tubi sotterranei. Il valico è stato chiuso dalle autorità israeliane nel 2010.

Il valico di al-Karara (Kissufim)

Al-Karara, (noto anche come Kissufim), si trova a Est di Khan Yunis e Deir al-Balah. È stato chiuso nel 2005 dopo il disimpegno di Israele da Gaza, ed è ora utilizzato principalmente per l’azione militare israeliana, come punto di ingresso per carri armati e veicoli militari quando hanno luogo le invasioni militari di Gaza.

Maram Humaid è una giornalista e narratrice palestinese della Striscia di Gaza. Documenta storie di persone, la vita sotto il blocco israeliano, le attività dei giovani e copre gli aggiornamenti delle notizie.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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