In Palestina il colonialismo israeliano usa i cinghiali come arma

Proprio come il JNF usa l’ambientalismo per cancellare le terre palestinesi, il conservazionismo viene ora utilizzato per devastare le comunità palestinesi attraverso l’introduzione di cinghiali.

Fonte: English version

Di Rawan Samamreh – 13 novembre 2022

Immagine di copertina: Jamal Alimwasi  con un cinghiale ucciso vicino a una scuola di Al Bireh . dicembre2020 (photo account FB di Jamal Alimwasi)

Nel 2005, in un villaggio a nord di Nablus chiamato Sabastia, la famiglia di Jawad Ghazal rimase scioccata dalla morte del padre di 84 anni. Jawad e suo padre stavano raccogliendo olive quando un cinghiale li attaccò, uccidendo il padre di Jawad e ferendo gravemente Jawad.

Un altro agricoltore palestinese, Abu Yusuf, 58 anni, viene dal villaggio del distretto di Salfit di Deir Istiya. Possiede terreni agricoli entro i confini della riserva naturale di Wadi Qana, la maggior parte delle cui terre sono di proprietà di agricoltori palestinesi del villaggio. Abu Yusuf coltiva aranci e limoni e in passato  coltivava anche vari ortaggi. Non lo fa più, a causa della diffusione dei cinghiali nella riserva, che mangiano e distruggono i raccolti e attaccano gli umani.

In passato i cinghiali non erano mai stati un problema in Palestina. Il famoso storico palestinese Mustafa Murad Al-Dabbagh riportava, nella sua fondamentale enciclopedia “Palestine, Our Home”, che nel 1943 c’erano circa 12.145 cinghiali in Palestina, situati a Jabal al-Tur vicino a Nazareth, così come nella Valle del Giordano, al- Hula e Wadi Araba. Riferiva anche che i palestinesi avevano addomesticato maiali nel Medioevo.

I cinghiali, chiamati anche maiali selvatici (Sus scrofa cristatus), sembrano essere nati per il combattimento. Sono tozzi e muscolosi, ricoperti da una pelliccia sottile e irregolare, fatta eccezione per la lussureggiante criniera ispida eretta sul collo e sulla schiena, che si irrigidisce e trema quando sono arrabbiati. Caricano la preda quando si sentono minacciati, colpendo il nemico con zanne sporgenti. Come i maiali domestici, i cinghiali sono prolifici e possono avere fino a dieci piccoli alla volta quando le condizioni lo consentono. Clem Tesdell, professore all’Università del Queensland, afferma che “il cinghiale ha colonizzato o sta colonizzando con successo nuovi continenti e isole dove è stato trasportato dall’uomo in tempi relativamente recenti. L’Australia è una delle isole/continenti colonizzati nel corso degli ultimi 200 anni da maiali selvatici”.

I cinghiali si trovano solitamente in luoghi con alberi da frutto, boschi e aree agricole produttive, in particolare nelle regioni della Cisgiordania settentrionale, come Salfit. Salfit è circondata da 24 insediamenti e 7 nuovi avamposti, e gli insediamenti sono tutti recintati. La questione dei cinghiali per loro non è un problema.

Inoltre, a Salfit ci sono discariche che pongono uno dei problemi ambientali più gravi nel governatorato; queste discariche si estendono su tutto il territorio del governatorato e vi vengono gettati rifiuti solidi domestici, con conseguente formazione di odori sgradevoli, proliferazione di insetti e mosche e aumento del numero di cinghiali e cani randagi che ne sono attratti.

Una peste coloniale

Negli ultimi decenni, la popolazione di cinghiali è aumentata rapidamente in Palestina a causa di una serie di fattori. Il declino della popolazione umana nelle regioni rurali ha portato alla presenza di vaste aree di terra a bassa densità di popolazione, ove si crea un habitat per animali selvatici come i maiali.

Un altro motivo significativo per la diffusione dei cinghiali in Palestina sono le pratiche coloniali israeliane: rapporti recenti hanno indicato che i cinghiali di proprietà dei coloni vengono rilasciati intenzionalmente nei villaggi palestinesi. Altri affermano che l’esercito israeliano libera i cinghiali con lo scopo di distruggere i raccolti, la principale fonte di reddito per molte comunità rurali. Sulla base delle interviste sul campo che nel 2021 ho condotto con cittadini e agricoltori palestinesi che sono stati colpiti da attacchi di cinghiali e dai danni da loro arrecati nel villaggio di Deir Istiya, Aboud e nella regione di Wadi Qana, ho rilevato che per i palestinesi la diffusione  di cinghiali ha continua ad essere un problema attuale..

La complessa matrice di pratiche coloniali israeliane nel territorio palestinese occupato, in particolare i suoi insediamenti illegali, il muro di separazione e le tangenziali, hanno avuto conseguenze ambientali disastrose, distruggendo gli habitat naturali e impedendo la migrazione stagionale e la sopravvivenza degli animali selvatici.

Mohammad Hassan di Salfit ha riferito al Land Research Center (LRC) di aver visto personalmente coloni israeliani rilasciare cinghiali nell’area di al-Ashara situata tra la città di Salfit e il villaggio di Iskaka. Alcuni di coloro che ho intervistato nel villaggio di Aboud, vicino a Ramallah, hanno detto di aver assistito allo scarico di cinghiali da parte di camion di coloni nelle vicine montagne del villaggio. Inoltre, è stato documentato che l’Autorità israeliana per la natura e i parchi raccoglie maiali selvatici all’interno della Linea Verde e li trasferisce nelle montagne della Cisgiordania, dove possono vagare liberamente lontano dai centri abitati israeliani.

La complessa matrice di pratiche coloniali israeliane nel territorio palestinese occupato, in particolare i suoi insediamenti illegali, il muro di separazione e le tangenziali, hanno avuto conseguenze ambientali disastrose, distruggendo gli habitat naturali e impedendo la migrazione stagionale e la sopravvivenza degli animali selvatici. In alcune aree grandi quantità di specie animali (ad esempio, cinghiali) sono bloccate su un lato del muro di separazione, aumentando il loro numero in quella zona. La creazione di insediamenti israeliani ha portato alla distruzione di centinaia di migliaia di dunam di terreni agricoli, nonché alla distruzione degli habitat naturali di altri animali.

Il conflitto palestinese con i cinghiali

Il regolamento dell’Autorità israeliana per la natura e i parchi stabilisce che nessuno può danneggiare animali, piante o oggetti inanimati all’interno delle aree designate come riserve naturali in Cisgiordania. Ciò ha portato la popolazione di cinghiali presenti in queste riserve ad aumentare, spesso riversandosi nelle vicine terre palestinesi. I palestinesi evitano queste riserve naturali proprio per questo motivo. Molte persone che ho intervistato mi hanno detto che i cinghiali hanno influenzato il loro rapporto con le loro terre.

Abu Waddah, 69 anni, vive nel villaggio di Deir Istiya vicino a Salfit e possiede una proprietà nella riserva naturale di Wadi Qana. Mi dice che prima che la regione fosse dichiarata riserva naturale nel 1983, la popolazione di cinghiali nel Wadi Qana era minuscola. Oggi la gente li vede invadere i quartieri residenziali.

Kifah Zidan, un pastore di Wadi Qana, mi ha raccontato che i cinghiali hanno distrutto le buche create dai contadini per l’irrigazione. Usano il muso per scavare sotto gli alberi alla ricerca di vermi, il loro cibo preferito. Questo loro comportamento di “fiutare” li rende un alimentatore molto dispendioso, distruggendo più di quanto consuma. [1]

“I proprietari di questi terreni agricoli hanno piantato grano, orzo, legumi e verdure varie”, dice Kifah. “Ma la crescita della popolazione suina ha causato gravi danni alle piantagioni, e produrre questi raccolti è diventato difficile,  oltre a causare perdite finanziarie agli agricoltori palestinesi, che non coltivano più la loro terra a causa dei danni causati dai cinghiali. ”

La distruzione dei terreni agricoli non è la cosa peggiore. I cinghiali attaccano anche le persone e in alcuni casi le uccidono. Dia Qadi, un residente di Deir Istiya la cui famiglia è stata vittima di un simile attacco, mi racconta che una femmina di cinghiale ha morso la gamba di sua zia di 50 anni e l’ha ferita gravemente. Imad al-Atrash, il direttore della Wildlife Society in Palestina, spiega che “le femmine di cinghiale sono più aggressive dopo aver partorito, diventando protettive nei confronti dei loro piccoli e attaccando chiunque si avvicini a loro”.

Gli esempi di questi attacchi sono stati numerosi durante le mie interviste con i residenti delle aree colpite. Ibrahim Saed, del villaggio di Aboud, racconta di un incidente in cui un cinghiale ha attaccato un giovane e gli ha sfregiato il volto. Issam Abu Yaqoub, il capo del consiglio del villaggio della città di Kifl Haris racconta di un cittadino che è stato ferito diversi anni fa da un maiale, che gli ha strappato la carne dalla coscia.

I cinghiali rappresentano anche una minaccia per altri animali, in particolare per il bestiame. Kifah racconta come il forte grugnito di un cinghiale spaventi le sue pecore e come i cinghiali abbiano anche portato alla diminuzione di animali come cervi e volpi.

Impossibilità a controllare la popolazione di cinghiali

I palestinesi hanno poche risorse quando si trovano di fronte all’opzione di gestire la popolazione di cinghiali. Utilizzano i pochi strumenti a loro disposizione, come recinzioni e collocazione di enormi trappole nelle zone più frequentate dai maiali, nonché l’uso di veleni come l’insetticida carbammato. Ma gli agricoltori che possiedono terre all’interno di riserve naturali lottano con le leggi dell’Autorità israeliana per la natura e i parchi, che impediscono loro di proteggere sè stessi e le loro colture dai cinghiali.

In particolare, la caccia ai cinghiali è fuori discussione per i palestinesi. L’uso di armi da fuoco da parte di civili palestinesi è severamente vietato dal regime coloniale israeliano. Anche la mezza misura di costruire una recinzione o un muro si è rivelata inefficace, poiché i maiali li hanno demoliti o li hanno superati.  I suddetti veleni, anche se usati occasionalmente, sono difficili da trovare sul mercato, e quando gli agricoltori li trovano corrono comunque il rischio di essere incarcerati per aver violato le norme dell’Ente Parco e Natura. Gli insediamenti israeliani, ovviamente, sono fortezze in cima alle montagne, e quindi al riparo dai cinghiali. L’unica cosa che possiamo concludere è che, indipendentemente da come i cinghiali siano diventati parte del paesaggio della Cisgiordania, sono stati certamente usati come una forma di dominio e attacco coloniale. La dicotomia dei vulnerabili villaggi palestinesi e delle colonie israeliane murate lo illustra chiaramente.

Usare cinghiali fa parte di un vecchio imperativo sionista di colonizzare la natura. Nel corso del ventesimo secolo, il Jewish National Fund (JNF) ha occupato fisicamente e legalmente terre piantando alberi sui villaggi palestinesi distrutti nel 1948, o sulle colline della Cisgiordani. Il JNF ha piantato oltre 240 milioni di alberi, principalmente pini, in tutta la Palestina. Le pesanti attrezzature meccaniche necessarie per la piantumazione hanno sradicato la vegetazione esistente per far posto a nuovi alberi, sotto una perniciosa veste ecologica. Ma la realtà è che i pini JNF sono stati usati come armi da guerra, in quanto la loro acidità ha ucciso tutte le piante tipiche del paesaggio palestinese e reso le terre inutilizzabili per i pastori palestinesi.

Lo stesso vale per l’utilizzo dei cinghiali come armi nelle campagne della Cisgiordania. Il cinghiale è diventato uno strumento per la cancellazione coloniale, con il duplice scopo di decimare la flora e la fauna locali e attaccare i mezzi di sussistenza palestinesi. Ancora più importante, queste pratiche coloniali mirano a smantellare il legame dei palestinesi con la loro terra e il loro ambiente. E così anche la lotta palestinese contro i cinghiali diventa parte della lotta contro il colonialismo dei coloni.

 

Note:

[1] Clem Tisdell, Wild pigs: environmental pest or economic resource (Australia: Pergamon Press, 2013), 29-30.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org