Mondiali in Qatar: l’ipocrisia occidentale non conosce limiti

La copertura mediatica del torneo è piena di orientalismo ed eurocentrismo

Fonte: English version

Feras Abu Helal – 22 novembre 2022

Immagine di copertina: Tifosi assistono alla partita Inghilterra-Iran a Doha, il 21 novembre 2022 (AFP)

La Coppa del Mondo del 2022 in Qatar è al centro di un dibattito senza precedenti da quando lo stato arabo ha vinto la gara di assegnazione nel 2010. Mentre molti eventi sportivi internazionali hanno alimentato  interrogativi morali sulla situazione dei diritti umani dei paesi ospitanti, come la controversia sulla repressione degli  uiguri nello Xinjiang prima delle Olimpiadi di Pechino di quest’anno – nessuno è stato attaccato così ferocemente come il Qatar.

Questo dibattito è pieno di ipocrisia, orientalismo ed eurocentrismo. Le principali critiche si concentrano sul trattamento riservato dal Qatar ai lavoratori stranieri, in particolare quelli impiegati per costruire le strutture per la Coppa del Mondo. Il paese ha speso circa 220 miliardi di dollari per la costruzione di stadi, strade e altre infrastrutture per il torneo internazionale, mirando a mettere a disposizione 130.000 camere d’albergo.

 Perché tutti i paesi devono programmare i loro eventi sportivi internazionali più significativi in ​​base alle festività europee?

I lavoratori stranieri nei settori dell’edilizia e del turismo soffrono di cattive condizioni di lavoro, orari lunghi e salari bassi in tutti gli stati del Golfo, compreso il Qatar, ma le misure di sicurezza per i grandi progetti infrastrutturali sono relativamente buone. Inoltre, il Qatar e altri stati del Golfo hanno riformato il sistema di sponsorizzazione della kafala, che in precedenza impediva ai lavoratori di cambiare occupazione senza il permesso dei loro datori di lavoro.  Il Qatar ha inoltre recentemente introdotto il salario minimo.

Sebbene questi cambiamenti relativi alle leggi sul lavoro siano positivi, non vanno abbastanza lontano e i media occidentali hanno giustamente condannato le cattive condizioni di lavoro dei lavoratori stranieri prima della Coppa del Mondo. Ma la cronaca su questo tema è stata piena di ipocrisia.

Infatti, molte delle più grandi imprese di costruzioni che hanno lavorato ai progetti per la Coppa del Mondo, inclusi molti hotel e residence, hanno sede in Occidente. Oltretutto gli occidentali in questi settori guadagnano salari più alti in Qatar. Questi fatti, tuttavia, sono raramente affrontati da chi critica il Qatar riguardo alla situazione dei diritti umani.

“Coppa del mondo nel deserto”

Gli espatriati occidentali sono tra i maggiori beneficiari dell’ingiusta e iniqua distribuzione dei salari negli stati del Golfo, incluso il Qatar, ma questo problema non ha guadagnato terreno nella copertura occidentale. Spesso vengono loro offerti interessanti pacchetti di compensazione, comprese le spese di trasferimento e alloggio, insieme a stipendi esentasse.

L’ipocrisia occidentale è evidente anche, come ha sottolineato il giornalista britannico Piers Morgan, nel comportamento delle corporazioni dei media. Pur condannando la situazione dei diritti umani del Qatar e le condizioni di lavoro dei lavoratori stranieri in relazione alla Coppa del Mondo, queste stesse aziende hanno inviato il proprio personale a godersi i lussi resi possibili da quegli stessi lavoratori.

Le critiche sulla Coppa del Mondo in Qatar hanno avuto la tendenza a presentare un mix di supremazia bianca e orientalismo. Alcuni l’hanno soprannominata una “Coppa del mondo nel deserto”. Nel coprire il dibattito sul torneo, la BBC ha usato un altro vecchio tropo, affermando che è stato “rovinato da una tempesta di polvere di polemiche”. Il Daily Star, da parte sua, ha pubblicato un articolo “esclusivo” dal titolo: “I cammelli che bramiscono fuori dal quartier generale inglese in Qatar  causano notti insonni alla squadra”.

Tale copertura si basa su un’immagine orientalista stereotipata di coloro che vivono nel mondo arabo, trasmettendo un’impressione imprecisa ai lettori occidentali. Mentre il Qatar poteva essere una piccola nazione desertica prima di ottenere l’indipendenza dal colonialismo britannico negli anni ’70, ora è un paese vivace con infrastrutture, spiagge, edifici e sviluppo umano eccezionali. E per la cronaca: ho vissuto nel Golfo per quasi un decennio e non ho mai visto un cammello.

Gioco globale

L’eurocentrismo è un altro fattore nel dibattito sui Mondiali del Qatar. Nella serie Netflix “FIFA Uncovered”, un commentatore si è chiesto come i tifosi europei sarebbero stati in grado di raggiungere il Qatar. Questa è una domanda valida, ma perché non viene posta per i fan mediorientali, africani e sudamericani quando la Coppa del Mondo è ospitata in Europa, cosa che è avvenuta quasi una dozzina di volte?

La copertura dei media occidentali si è concentrata anche sulle elevate temperature estive in Qatar, motivo per cui il torneo è stato programmato per novembre e dicembre. Secondo il Daily Mail, questa decisione “ci ha privato di un’estate di calcio”. Ma perché tutti i paesi devono programmare i loro eventi sportivi internazionali più significativi in ​​base alle festività europee? Non c’è risposta, tranne l’eurocentrismo.

A un giornalista francese è stato chiesto quale fosse la sua prima impressione del Qatar, e lui ha risposto che aveva “molte moschee”. Tali commenti rafforzano l’idea che gli occidentali si sentano a disagio al di fuori del tradizionale ambiente europeo. Ma perché altri paesi non dovrebbero essere in grado di ospitare la Coppa del Mondo e mostrare le proprie culture e tradizioni?

Sì, l’Europa ha una forte tradizione calcistica e ha vinto più Mondiali di qualsiasi altro continente. Ma il calcio è un gioco globale e il suo più grande torneo dovrebbe mostrare vari paesi, regioni e continenti.

La Coppa del Mondo 2022 offre l’opportunità di affrontare le questioni relative ai diritti umani in Qatar e in altri stati arabi. Allo stesso tempo, offre la possibilità di evidenziare l’ipocrisia, l’orientalismo e l’eurocentrismo nella copertura mediatica occidentale. La Coppa del Mondo dovrebbe essere una festa e un’opportunità per migliorare lo sport in tutti i paesi, in tutti i continenti.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Eye.

 

Feras Abu Helal è il caporedattore del sito web di notizie Arabi 21.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org