Una voce palestinese a sostegno della libertà iraniana e afgana

Sono rimasto colpito dall’enorme quantità di diversità e bellezza nella cultura afghana. Sono rimasto scioccato, chiedendomi perché qualcuno dovrebbe voler distruggere questo suono meraviglioso e questa musica affascinante, cercando di eliminare questa cultura ?

Fonte: English version

Karim Abu Al Roos – 24 gennaio 2023

Quando per la prima volta nella mia vita sentii una canzone afghana, non sapevo molto dell’Afghanistan. Ma conoscevo i talebani: durante la mia infanzia avevo letto molto su di loro, perché i gruppi islamisti a Gaza distribuivano volantini e riviste che parlavano di loro . Non sono mai stato d’accordo con loro. In effetti, non avevo mai conosciuto un afghano in vita mia perché a Gaza non avevo avuto l’opportunità di incontrarne nessuno, ma quando  uscii da Gaza,  incontrai molti uomini e donne afghani, compresi alcuni che  studiavano olandese con me in Belgio. In una delle lezioni, gli studenti dovettero cantare una canzone che esprimesse la loro cultura e nazionalità, come una sorta di scambio culturale tra gli studenti che erano venuti in Belgio per cercare asilo e sicurezza, e sfuggire alla brutalità dei loro regimi e delle loro zone di guerra. Imparammo a conoscere molte culture, come quella siriana, ucraina, iraniana, curda, afghana e palestinese. Ma mi soffermai sulla canzone afgana perché era la prima volta nella mia vita che ascoltavo musica dall’Afghanistan. Trovavo una grande affinità e una stretta connessione nel tipo di musica e negli strumenti musicali utilizzati, e anche nel modo di ballare afghano, molto simile alla nostra danza araba.

 Quando ascoltai per la prima volta una canzone afghana, non sapevo molto dell’Afghanistan. Ma conoscevo i talebani. Ne avevo letto da bambino, perché i gruppi islamisti a Gaza distribuivano volantini e riviste sui talebani

Mai una canzone mi aveva commosso tanto. Si intitolava “Baa Namak – Aryana Sayeed”. Mentre ascoltavo la canzone, mi ricordai delle ragazze di Kabul che protestavano per manifestare contro i talebani e rivendicavano il loro diritto all’istruzione e alla libertà. Iniziai  a cercare online altra musica afgana e la storia musicale del patrimonio tradizionale dell’Afghanistan, e  rimasi colpito dall’enorme quantità di diversità e bellezza nella cultura afghana. Rimasi scioccato, chiedendomi perché qualcuno  voleva distruggere questo suono meraviglioso e questa musica affascinante, e cancellare questa cultura ? Mi sentii dispiaciuto e triste per non aver avuto l’opportunità di conoscere meglio la società afgana e la sua cultura, mai arrivate fino a noi. Solo la l’estremismo e la bruttezza dei talebani ci avevano raggiunto.

Una voce che si identifica con la dittatura e la ferocia

Sembra implicitamente inteso che il popolo palestinese, come altri popoli del mondo, differisca su questioni politiche, sociali, culturali e intellettuali, nonché su questioni internazionali e regionali in particolare. Le persone si uniscono e si posizionano su vari schieramenti politici a seconda di come le loro idee, convinzioni e desideri si allineano, alcune inclinate a sinistra e altre a destra. Questa diversità nei sistemi democratici produce pluralismo e diversità che portano al progresso e al cambiamento continuo, poiché non c’è costante nella politica. Nel contesto palestinese, abbiamo questa diversità e a volte netta separazione tra convinzioni politiche e intellettuali, punti di vista culturali e pregiudizi ideologici. Questo sembra naturale e importante, ma c’è una voce che chiede l’innaturale nella società palestinese e in altre società arabe, una voce che scava in profondità nel sostegno al movimento estremista dei talebani con la giustificazione dell’affinità religiosa o del riavvicinamento, e il sostegno al regime reazionario iraniano con la giustificazione della resistenza a Israele.

Sebbene questa voce non sia né grande né influente, esiste e ha iniziato a occupare un’ampia area nello spazio pubblico, specialmente a livello del dibattito politico interno in Palestina. Questa voce non assomiglia necessariamente al popolo palestinese, che in tutti i ceti sociali combatte quotidianamente per la liberazione dall’occupazione israeliana.

 Sono rimasto colpito dall’enorme quantità di diversità e bellezza nella cultura afghana. Sono rimasto scioccato, chiedendomi perché qualcuno dovrebbe voler distruggere questo suono meraviglioso e questa musica affascinante, cercando di eliminare questa cultura ?

Questa non è solo la mia storia, né la storia delle persone che conosco, ma è la storia di tutti i palestinesi, quelli della diaspora e non. Come palestinese che ha vissuto la sua vita sotto il blocco israeliano a Gaza e sotto le pratiche di un regime politico islamista, comprendo gli altri popoli che soffrono quotidianamente sotto regimi militari e religiosi . Ma molti giovani, me compreso, non sanno molto delle comunità afgane e iraniane. Non li abbiamo mai visti prima, non li abbiamo mai incontrati prima a causa della nostra lunga reclusione a Gaza, e tutta la nostra conoscenza su di loro si è formata solo dalla televisione e da Internet.

La mancanza di contatto fisico con altri popoli ci ha tenuti lontani dalla conoscenza delle loro questioni interne e politiche e persino dai loro dibattiti intellettuali e discussioni quotidiane. Tuttavia, c’è una generazione che è stata – ed è tuttora – colpita dal risveglio islamico venuto dopo la rivoluzione iraniana degli anni Novanta del secolo scorso, ed è piena di idee oppressive e della necessità di imporre la religione come sistema di base del governo e della legge, combattendo al contempo tutti gli stili di vita contrari alla legge islamica. Questa tendenza e questa voce dimentica deliberatamente e intenzionalmente che la loro cultura è estranea alle diverse società arabe che ospitano molteplici religioni, sette, idee, nonché orientamenti intellettuali, ideologici e persino di classe. Queste società sono anche diverse nelle loro culture locali e familiari, e nessuna singola voce può prevalere, perché sembrerebbe estremista e dittatoriale nell’opinione e nell’orientamento.

Ma questa generazione è anche piena dell’ingiustizia della causa palestinese e dell’occupazione americana dell’Afghanistan e dell’Iraq. Ha svolto un ruolo nel falsificare i fatti e nel rendere l’islamizzazione l’unica e giusta soluzione per affrontare il colonialismo straniero, nonostante il fatto che gli islamisti siano arrivati tardi nel cammino della lotta araba e palestinese in particolare.

 Mi è dispiaciuto e mi ha rattristato non aver avuto l’opportunità di conoscere meglio la società afghana e la sua cultura, mai arrivate fino a noi. Purtroppo solo l’estremismo e la bruttezza dei talebani ci hanno raggiunto

Tuttavia, molte voci nella società palestinese hanno iniziato a distinguere tra la liberazione dall’occupazione esterna e la lotta sociale congiunta basata sull’unità nazionale, e l’occupazione interna che proviene da parti della società stessa. I talebani, con le loro politiche arretrate, reazionarie e dittatoriali basate sul proibire, vietare e mettere a tacere altre opinioni mentre impongono alla società idee islamiste estremiste, non possono portare alla liberazione e al progresso della società, né tanto meno all’indipendenza con la sovranità nazionale. Il regime iraniano, che impone agli iraniani le sue idee con la forza, il potere e il sangue, non può svolgere un ruolo centrale nella liberazione dalla colonizzazione, perché nella descrizione della politica è il colonialismo in sé e per sé. I talebani e il regime iraniano, insieme ai gruppi islamisti in Palestina, Libano e Siria, svolgono un ruolo negativo nella sostituzione culturale. Stanno cercando di cambiare la cultura e l’identità della società e di sostituirla con una cultura alternativa: la loro cultura e le loro idee ristrette. Cercano di diffonderli e imporli come se fossero veri e giusti, e questa è l’essenza dell’autoritarismo, della dittatura, dell’esclusività e della tirannia.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org