Appello al popolo palestinese nella diaspora e al movimento di solidarietà e di liberazione e della Palestina.

 

Movimento Masar Badil – 13 maggio 2023

Fonte: https://masarbadil.org

Mentre il popolo e le comunità palestinesi in esilio e nella diaspora (Shatat) e l’ampio movimento per la liberazione della Palestina si stanno preparando a marciare per la 75a commemorazione della continuazione della Nakba, le loro sorelle e fratelli in Palestina stanno affrontando i crimini dell’entità coloniale sionista, “Israele”. Il Regime di Occupazione sta conducendo una guerra contro il popolo palestinese a Gaza e contro i prigionieri nelle carceri sioniste, e si sta impegnando in una sanguinosa politica di omicidi contro capi e comandanti palestinesi. Tuttavia, il popolo palestinese, in Patria e nella diaspora, è unito contro il suo nemico e stretto attorno all’eroica Resistenza che difende la Palestina.

Sebbene questi siano giorni di sfide e difficoltà, sono anche giorni di orgoglio, dignità e gloria della fermezza palestinese.

Anche Masar Badil, il Movimento per il Percorso Rivoluzionario Alternativo Palestinese, riconosce che oggi ricorre l’anniversario dell’Intifada dell’Unità/Battaglia di Seif al-Quds di due anni fa. In questo anniversario, l’eroica Resistenza palestinese sta ancora una volta affrontando coraggiosamente un’altra battaglia e scrivendo un’altra pagina immortale nella storia della lotta di liberazione. Oggi la resistenza palestinese è in prima linea nella battaglia contro l’imperialismo e il sionismo.

I palestinesi oggi stanno dimostrando unità dentro e fuori la Palestina, e questo sta anche aprendo la strada all’unità a livello arabo e internazionale, per la liberazione della Palestina dal fiume al mare e per il diritto al ritorno di tutti i profughi palestinesi. Questa unità può essere completata solo quando si tratta di un’unità palestinese, araba e internazionale che forma l’incubatore popolare della Resistenza palestinese. Questo è il momento di sostenere i veri principi che hanno spinto i palestinesi a lottare per difendere la loro terra e il loro popolo per oltre 75 anni. Le classi popolari palestinesi si nobilitano e liberano la loro voce, mostrando la loro disponibilità a rialzarsi per liberare la loro causa come passo necessario verso la liberazione della loro terra: nella Resistenza armata, nelle carceri, nei campi profughi.

Poiché il nostro movimento sta lottando per un fronte di liberazione palestinese unificato attraverso una serie di dialoghi e impegni con le forze di Resistenza palestinesi e arabe, sappiamo anche che questo deve essere un fronte internazionale. È tempo di mettere da parte tutte le illusioni su una cosiddetta “soluzione a Due Stati” e l’inutile percorso di negoziati nel cosiddetto “processo di pace”. Invece, è tempo di nobilitarsi, sulla base dei principi, e sostenere la Resistenza del popolo palestinese per la liberazione e il ritorno e per porre fine, una volta per tutte, al regime coloniale sionista in Palestina.

La Resistenza armata palestinese è attualmente impegnata in una grande battaglia in risposta ai crimini delle forze di Occupazione: assassinio, assedio, colonialismo, attacchi a Gerusalemme, razzismo, sfruttamento, oppressione. I palestinesi in tutta la Palestina, dal fiume al mare, soffrono quotidianamente per queste politiche coloniali.

Allo stesso tempo, il nostro popolo in esilio e nella diaspora viene privato dei suoi diritti fondamentali in Libano, in Giordania e nelle cosiddette “democrazie” del centro imperialista occidentale, che hanno agito come sicari di “Israele” per minacciare il movimento di solidarietà, vietare eventi e manifestazioni e sopprimere la libertà di espressione e il diritto di organizzazione, come abbiamo visto a Berlino, in Germania. I palestinesi in esilio e della diaspora si confrontano con campagne diffamatorie organizzate condotte in sinergia con le ambasciate del Regime di Occupazione che prendono di mira gli attivisti palestinesi e i loro alleati e sostenitori, da New York a Londra, a Parigi e Berlino. Ciò va di pari passo con le campagne diffamatorie e il tentativo di criminalizzazione dei prigionieri palestinesi, che si estende attaccando i loro difensori, come la Rete di Solidarietà per i Prigionieri Palestinesi Samidoun.

Il nostro movimento è stato istituito per affrontare e presentare un’alternativa ai trent’anni di liquidazionismo che prendeva di mira la causa palestinese attraverso gli “Accordi di Oslo” e il percorso di futili negoziati. Le classi popolari e lavoratrici palestinesi si sono viste ridurre al silenzio attraverso questo processo negli ultimi trent’anni al fine di servire gli interessi di un settore Comprador che ha mantenuto il monopolio sulle istituzioni palestinesi mentre affermava di essere l’unico legittimo rappresentante del popolo palestinese. Questa classe è stata sostenuta dall’Unione Europea per espropriare i diritti del popolo palestinese. (Il Comprador è in funzione di un’organizzazione estera e ne promuove gli investimenti in loco in campo commerciale, economico o politico.)

Tuttavia, questi trent’anni sono serviti anche per ricostruire la Resistenza e sviluppare la sua forza, una forza che vediamo in pratica oggi, come il vero percorso da seguire, piuttosto che il percorso delle illusioni, coerente con l’eredità rivoluzionaria delle rivolte del popolo palestinese dal 1917.

Il nostro movimento è stato istituito anche per affrontare la normalizzazione a livello ufficiale e popolare. Il nostro appello a boicottare e isolare il Regime Sionista e le sue estensioni in tutto il mondo è un meccanismo importante per sostenere la Resistenza del popolo palestinese e non un’alternativa a tale Resistenza. È inoltre chiaro che la causa palestinese per il nostro movimento è una causa antimperialista che si confronta con le politiche imperiali di assedio, sanzioni e presa di mira dei popoli, dall’Iran al Venezuela, dal Libano a Cuba allo Zimbabwe e oltre.

Oggi celebriamo il popolo palestinese nei campi profughi in Giordania, Siria e Libano che sta ancora combattendo e rimane sul fronte del ritorno. Oggi celebriamo le nostre comunità palestinesi nel mondo arabo, in Europa, Nord America, America Latina e ovunque, in particolare la giovane generazione che ha guidato la mobilitazione e ha sviluppato progressi qualitativi nella lotta palestinese. Oggi celebriamo il movimento dei prigionieri palestinesi e i quasi 5.000 prigionieri che resistono rinchiusi nelle carceri, tra cui Walid Daqqah, Ahmad Sa’adat, Musaab Shtayyeh, Israa Jaabis e Ahmad Manasra, per la giustizia e la vera libertà. Celebriamo i prigionieri della lotta palestinese nelle carceri imperialiste, Georges Abdallah in Francia e i prigionieri della Fondazione Terra Santa nelle carceri statunitensi. Chiediamo a tutti i nostri compagni, amici e alleati di sostenere la campagna internazionale per liberare i resti dei Martiri palestinesi, incluso l’ultimo Martire della lotta dei prigionieri, Khader Adnan.

Oggi, il Movimento di Liberazione palestinese sta crescendo, e non è solo. Fa parte di un ampio campo di Resistenza, di persone che combattono l’ingiustizia, l’imperialismo e l’oppressione a livello globale. I palestinesi sono orgogliosi di essere in prima linea in quella battaglia e che le loro bandiere e kuffiyeh sono simboli internazionali di Resistenza al colonialismo. Con ogni marcia, ogni manifestazione, ogni battaglia della Resistenza e ogni vittoria, piccola o grande che sia, il giorno della liberazione si avvicina. Il cammino continuerà per una Palestina liberata!

Trad. Beniamino Benjio Rocchetto