Il saccheggio culturale e archeologico di Gaza

Deve esserci uno livello particolarmente elevato di cinismo e crudeltà per derubare le persone indigenti. In molti modi, questo è ciò che appartiene al capitalismo. Ma approfittare delle condizioni di disagio delle persone per sfruttarle è troppo.

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Di Miko Peled – 30 maggio 2023

Immagine di copertina: Ramadan Ahmed raccoglie “preziose” pietre e rocce archeologiche a Gaza. Credito fotografico: Youssef Massud | Sipa tramite AP

Le persone a Gaza sono costrette a vivere con poche risorse in quella che si può paragonare ad una prigione a cielo aperto. Possono accedere a quantità di cibo e medicine che sono appena sufficienti per prevenire la carestia e le malattie. Questo solo perché Israele, che controlla la landa di terra nota come Striscia di Gaza, non vuole che gli indesiderati attraversino i suoi confini.

Sfruttare gli abitanti di Gaza

Israele sfrutta le sofferenze degli abitanti di Gaza per reclutare collaboratori e raccogliere qualsiasi informazione possano fornire. È risaputo che alle persone di Gaza che hanno bisogno di permessi per cure mediche per sé o per i propri figli viene spesso chiesto di lavorare per le autorità israeliane come informatori.

Sebbene tutte queste siano espressioni di crudeltà, brutalità e razzismo, qui stiamo in realtà discutendo un’altra questione, di inimmaginabile importanza storica. Per anni Gaza è stata depredata di tesori archeologici inestimabili che molto probabilmente finiranno in un museo israeliano o nelle collezioni private dei ricchi.

Una storia gloriosa

Gaza è stata una città importante e ricca fin dall’antichità. È evidente che sotto la città e dei suoi dintorni giacciono sepolti tesori archeologici di immenso valore.

Secondo fonti di Gaza anonime, esiste una rete criminale e altamente scaltra di diplomatici, giornalisti e persone che lavorano in organizzazioni non governative che contrabbandano questi manufatti di incommensurabile valore fuori dalla Striscia. Una volta fatti uscire, questi antichi manufatti vengono venduti al miglior offerente.

Ci sono diverse istituzioni israeliane che detengono tesori archeologici rubati da tutte le parti della Palestina, inclusa Gaza. Due notevoli esempi di questo furto si possono trovare proprio uno accanto all’altro: il Museo di Israele e il Museo delle Terre Bibliche Israeliane nella Gerusalemme Ovest occupata.

A sinistra, Abdelkarim al-Kafarna, mostra ceramiche trovate in una tomba scoperta nel suo cortile a Beit Hanoun, nel Nord di Gaza. A destra, un ragazzo palestinese osserva una tomba scoperta composta da nove fosse sepolcrali, nel suo cortile a Beit Hanoun. Foto | AP

Ma i tesori in questione qui vengono estratti dai cortili delle persone e dagli immensi tunnel che attraversano la Striscia di Gaza. Invece che rimanere nelle mani dei palestinesi, vengono comprati e venduti come merce, e c’è un rischio molto reale che Gaza perda alcuni dei suoi più grandi tesori archeologici.

Un amico mi ha mostrato una foto di monete d’oro trovate nel giardino di qualcuno. Monete d’oro con immagini di faraoni, altre con imperatori romani. Poiché la disoccupazione era alle stelle nella zona, la persona che le ha trovate voleva venderle, solo per poter sfamare la sua famiglia.

Disprezzo per il popolo palestinese

L’immensa perdita di vite umane e la mancanza di libertà per le persone a Gaza è fondamentale. È il risultato di un totale disprezzo per la vita dei palestinesi. Il grande furto di oggetti da Gaza nasce anche dal disprezzo per il passato e per il possibile futuro del suo popolo. Questa non è una critica a chi cerca di sfamare i propri figli; è un atto d’accusa contro un mondo che si arricchisce sfruttando la mancanza di opzioni delle persone.

Le persone che contrabbandano questi tesori dalla Striscia di Gaza devono sapere che questi preziosi manufatti non torneranno mai ai loro legittimi proprietari. Adorneranno invece le collezioni private di uomini e donne avidi che, di tanto in tanto, doneranno un oggetto a un museo o permetteranno che i manufatti vengano esposti e saranno premiati con targhe e riconoscimenti per la loro “generosità”.

Mentre questi collezionisti di manufatti rubati li godono e li condividono con gli altri, la popolazione di Gaza si sta ulteriormente impoverendo di quello che potrebbe essere l’ultimo tesoro che gli resta; la loro ricca storia e i manufatti che questa storia ha seppellito affinché le generazioni future li trovassero.

Una città di grande importanza

Gaza era nota per essere la sede di grandi università. È noto che i figli di nobili greci e romani vi sarebbero stati mandati a studiare. Era una città ricca, sia nel commercio che nella cultura. In seguito divenne anche un importante centro per le tradizioni cristiane monastiche.

La famosa mappa di Madaba presso la chiesa di San Giorgio il Vittorioso a Madaba, in Giordania, è una mappa a mosaico considerata la più antica del suo genere al mondo. Risalente al VI° secolo d.C., è la più antica rappresentazione topografica originale esistente della Terra Santa, raffigura la sua antica estensione dal Libano fino al delta del Nilo. Gerusalemme è mostrata in grande dettaglio.

 

La mappa di Madaba del VIº secolo d.C. presso la chiesa ortodossa di San Giorgio il Vittorioso a Madaba, in Giordania. Credito fotografico: Aleksandr Melnikova | Sputnik via AP

La Nakba come forza di distruzione

Adagiata sulla costa del Mar Mediterraneo, leggermente segnata dall’usura degli anni, la mappa mostra la città di Gaza. In base alle dimensioni e al dettaglio con cui Gaza è raffigurata, era chiaramente una città di una certa importanza. Tuttavia, cosa sanno oggi le persone di Gaza della sua gloriosa storia? Niente.

La Nakba, recentemente commemorata, anche se in modo del tutto insufficiente, è un processo di distruzione e Genocidio che è in corso da 75 anni. È un fenomeno in cui una potenza esterna e straniera ha conquistato la Palestina con la chiara intenzione di distruggerla e cancellarne la storia con ogni mezzo necessario.

La Nakba è un atto di terrorismo finalizzato al Genocidio e alla cancellazione. È probabilmente senza precedenti per portata e durata. Gaza è unica nella sua posizione e nelle condizioni che esistono al suo interno, ma il grande furto della terra e delle sue ricchezze è parte integrante della Nakba in tutta la Palestina. Ora, persone malvagie e avide stanno approfittando della povertà e della disperazione di Gaza per saccheggiare quella che potrebbe essere quel che resta della sua antica ricchezza storica.

Miko Peled è uno scrittore e attivista per i diritti umani, nato a Gerusalemme.  È autore di “The General’s Son. Journey of an Israeli in Palestine” (Il Figlio del Generale. Viaggio di un Israeliano in Palestina) e “Injustice, the Story of the Holy Land Foundation Five” (Ingiustizia, Storia dei Cinque Della Fondazione Terra  Babbo Natale).

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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