Un nuovo rapporto rivela violazioni dei diritti umani derivanti dalla definizione di antisemitismo dell’IHRA

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Amsterdam, 6 giugno 2023

Oggi, il Centro Europeo di Supporto Legale (European Legal Support Center – ELSC) pubblica il suo nuovo Rapporto intitolato: “Soppressione Della Difesa dei Diritti dei Palestinesi Attraverso la Definizione Operativa di Antisemitismo dell’IHRA e Violazione dei Diritti Alla Libertà di Espressione e di Riunione nell’Unione Europea e nel Regno Unito”. Il Rapporto è il primo resoconto basato su casi di violazioni dei diritti umani derivanti dall’istituzionalizzazione e dall’applicazione della controversa definizione dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto (International Holocaust Remembrance Alliance – IHRA) da parte dell’Unione Europea e del Regno Unito. Le crescenti preoccupazioni circa l’impatto negativo sui diritti umani della definizione dell’IHRA sono state finora ignorate dall’Unione Europea.

Il Rapporto ELSC si basa su 53 casi registrati tra il 2017 e il 2022 in Germania, Austria e Regno Unito, in cui individui, gruppi e organizzazioni sono stati accusati di antisemitismo in base alla definizione di antisemitismo dell’IHRA. Tutti gli accusati sono stati presi di mira per aver difeso i diritti dei palestinesi, denunciato le pratiche e le politiche di Israele e/o criticato il sionismo come ideologia politica. Quando contestate legalmente, la maggior parte di queste accuse di antisemitismo sono state respinte in quanto prive di fondamento.

L’analisi dei casi rivela un modello altamente problematico in cui viene attuata la definizione dell’IHRA. Nonostante sia pubblicizzata e promossa come “non legalmente vincolante”, la definizione è sempre più utilizzata da enti pubblici e privati ​​come se fosse legge. Di conseguenza, la definizione di antisemitismo dell’IHRA limita la libertà di espressione e di manifestazione, con conseguente autocensura di individui timorosi di affrontare accuse di antisemitismo.

Come confermato dal rapporto ELSC, le accuse di antisemitismo che invocano la definizione dell’IHRA sono prevalentemente rivolte a palestinesi, attivisti ebrei e organizzazioni che difendono i diritti dei palestinesi. Ciò suggerisce che la definizione viene applicata in modo discriminatorio. Gli individui presi di mira subiscono una serie di conseguenze ingiuste e dannose, tra cui la perdita del posto di lavoro e il discredito.

Il dottor Younes, ricercatore indipendente e scrittore (politico) in Germania, ha dichiarato:

“Con l’adozione acritica a livello politico e accademico in tutta Europa, è diventato impossibile esprimere un’opinione critica sulle politiche israeliane in pubblico o nel mondo accademico senza il rischio di perdere il lavoro, il contratto, i finanziamenti o le future opportunità di lavoro”.

Uno studente attivista in un’università del Regno Unito nota:

“Ho scoperto che la definizione dell’IHRA è stata utilizzata come tattica di intimidazione, mi sentivo angosciato nel difendere il diritto alla libertà di espressione e alla solidarietà con la Palestina. Avevo un’ansia paralizzante su di chi mi potessi fidare, poiché mi sembrava che la definizione di antisemitismo dell’IHRA incombeva costantemente nella mia vita quotidiana”.

Il Rapporto dell’ELSC critica inoltre la Commissione Europea per aver costantemente ignorato e respinto le crescenti preoccupazioni in materia di diritti umani in merito alla definizione di antisemitismo dell’IHRA e per non aver adottato misure per prevenirne qualsiasi impatto negativo sui diritti fondamentali.

Giovanni Fassina, direttore dell’ELSC, ha commentato:

“È tempo che la Commissione Europea riconosca e affronti il ​​fatto che la politica che ha promosso e attuato sulla base della definizione di antisemitismo dell’IHRA, sia a livello dell’Unione Europea che degli Stati membri, è altamente dannosa per i diritti fondamentali e che sta incoraggiando il razzismo antipalestinese”.

L’ELSC esorta la Commissione Europea, nonché i governi, i parlamenti e le istituzioni pubbliche negli Stati membri dell’Unione Europea e nel Regno Unito, a cessare e revocare l’approvazione, l’adozione, la promozione e l’attuazione della definizione di antisemitismo dell’IHRA. Mentre si affrontano e si attuano le politiche per combattere l’antisemitismo, deve essere rispettato l’obbligo legale degli attori pubblici di rispettare e proteggere la libertà di espressione e la libertà di manifestazione.

Attualmente, le Nazioni Unite stanno finalizzando il loro “Piano d’azione sul monitoraggio dell’antisemitismo e sul miglioramento di una risposta a livello di sistema”. Recentemente, l’ELSC ha aderito a una lettera di oltre un centinaio di organizzazioni della società civile, esortando il Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres e l’Alto Rappresentante Moratinos a non adottare e applicare la definizione di antisemitismo dell’IHRA. Nel novembre 2022, 128 eminenti studiosi di antisemitismo, studi sull’Olocausto e campi correlati, hanno messo in guardia le Nazioni Unite in una dichiarazione pubblica contro l’adozione della definizione di antisemitismo dell’IHRA. Nell’ottobre 2022, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul razzismo ha pubblicato un rapporto in cui criticava aspramente la definizione di antisemitismo dell’IHRA.

Traduzione di Beniamino Rocchetto -Invictapalestina.org