GALLERIA FOTOGRAFICA: all’interno della tradizionale industria della ceramica di Gaza

La famiglia Atallah è uno dei più antichi clan di produttori di ceramiche di Gaza, producendo migliaia di oggetti di argilla in sette fabbriche all’interno del territorio assediato

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Mohammed al-Hajjar 3 agosto 2023

Tutte le foto sono di Mohammed al-Hajjar

Gaza è stata abitata sin dalla preistoria e con lo sviluppo delle civiltà in Egitto e nel Vicino Oriente, l’area assunse un’importanza speciale grazie alla sua posizione tra i continenti dell’Asia e dell’Africa. Uno dei primi aspetti dello sviluppo umano fu l’invenzione della ceramica: in un sito chiamato Tell el-Ajjul gli archeologi hanno scoperto manufatti di argilla che risalgono al 1500 a.C. circa. Il terreno di Gaza comprende grandi quantità di “terra rossa”,  un terreno poroso rosso e ricco di argilla, ideale per la manifattura della ceramica. Ancora oggi, Gaza è considerata un centro per l’industria della ceramica palestinese. L’area, assediata da Israele e soggetta a restrizioni all’importazione e all’esportazione, ospita laboratori e fabbriche che producono pentole, vasi, piatti e altri prodotti derivati dall’argilla.

Una delle famiglie più note nell’industria della ceramica a Gaza è la famiglia Atallah, oggi gestita da Hajj Mohammed Atallah. Con oltre mezzo secolo di esperienza, l’anziano Atallah ha trasmesso le sue capacità a fratelli, cugini, figli e nipoti. Nella foto sopra suo figlio Mustafa circondato da alcuni dei prodotti della famiglia.

L’ascesa della società industriale ha significato  che ora purtroppo la maggior parte dei residenti di Gaza usa utensili di vetro, metallo e plastica prodotti a buon mercato e importati. Vasi e vasellame di argilla non sono così onnipresenti come una volta, ma hanno un valore culturale e molte famiglie palestinesi hanno grandi vasi di argilla come quelli sopra per immagazzinare l’acqua e mantenerla fresca. La famiglia Atallah produce oggetti come vasi, vasi per piante e brocche in sette fabbriche distribuite in tutta Gaza. Prima della Seconda Intifada, scoppiata nel 2000, esportavano ceramiche nella Cisgiordania occupata, in Giordania e in alcuni paesi del Golfo. Le esportazioni sono ora rallentate, ma alcuni visitatori di Gaza acquistano i loro prodotti come souvenir.

Nel corso dei millenni, l’artigianato della ceramica è rimasto sostanzialmente lo stesso. In primo luogo, l’argilla grezza viene ripulita dalle impurità facendo passare l’acqua attraverso di essa e poi viene modellata utilizzando un tornio da vasaio manuale. La forma modellata viene quindi lasciata asciugare. Secondo la famiglia Atallah, in tempi di forte domanda, i loro laboratori possono produrre migliaia di prodotti in pochi giorni. L’estate è un buon momento per produrre vasi di argilla a causa dell’effetto di cottura del sole, mmentre la produzione rallenta in inverno.

Ci vuole circa una settimana perché la ceramica sia pronta per l’uso. Dopo che l’argilla è stata modellata, viene lasciata asciugare per almeno due giorni, poiché anche piccole tracce di umidità possono causare la rottura rapida del vaso. Il prodotto è quindi pronto per essere trasferito al forno per la cottura. Ognuna delle sette fabbriche Atallah a Gaza ha il proprio forno, con temperature interne che raggiungono gli 800 gradi Celsius. I forni devono essere accesi manualmente, con i lavoratori della famiglia che supervisionano il processo. Dopo la cottura, i vasi vengono poi lasciati riposare per almeno un giorno prima di essere pronte per l’uso.

A Gaza City c’è un’area conosciuta come Al-Fawakhir, nota per la vendita di ceramiche di argilla. La gente del posto acquista ceramiche di argilla da usare in cucina, come decorazioni, per servire o conservare il cibo  o come regali.

Alcuni residenti di Gaza sono scontenti di dover vivere così vicini ai fumi e agli odori prodotti dalle fabbriche di ceramica. La maggior parte non ha possibilità  di vivere altrove poiché Gaza è affollata, la sua popolazione è in costante crescita e i viaggi dentro e fuori la regione sono limitati da Israele.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org