Cop28: gli Emirati Arabi Uniti assumono una società di pubbliche relazioni per ripulire la propria immagine prima del vertice sul clima

In vista  dell’evento di novembre, Abu Dhabi si trova a dover affrontare una raffica di critiche da parte di attivisti per il clima e per i diritti umani

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A cura dello staff MEE – 14 agosto 2023

Immagine di copertina: Il logo Cop28 UAE

La società statale di energie rinnovabili degli Emirati Arabi Uniti, Masdar, ha assunto una squadra di lobbisti statunitensi nel tentativo di contrastare le crescenti critiche degli ambientalisti in vista del vertice delle Nazioni Unite sul clima, Cop28, che si terrà nel paese entro la fine dell’anno.

In base alle regole di lobbying per partner stranieri, la società di pubbliche relazioni First International Resources ha presentato al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti un contratto che prevede un compenso mensile di $ 100.000 per sei mesi, oltre ad altre commissioni non divulgate.

Uno degli obiettivi elencati nel contratto è “rafforzare tra il pubblico occidentale la buona reputazione e la posizione complessiva degli Emirati Arabi Uniti, di Sua Eccellenza il dottor Sultan Al Jaber e di Cop28 “.

Jaber è il ministro dell’Industria e della tecnologia avanzata degli Emirati Arabi Uniti, amministratore delegato della compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi e presidente di Masdar.

Secondo il contratto, l’azienda statunitense si adopererà per “difendere efficacemente” Jaber e Cop28 da qualsiasi “potenziale critica”,  cercando nel contempo di promuovere gli Emirati Arabi Uniti come leader negli sforzi di decarbonizzazione.

L’azienda statunitense è specializzata nella gestione delle crisi per aziende o individui che possono apparire ” sulla difensiva”. First International Resources ha sottolineato nel contratto che la nomina di Jaber a presidente della Cop28 ha “generato una prevedibile protesta da parte dei Verdi in Occidente”.

Ha aggiunto che la loro ricerca ha tuttavia scoperto che “le voci più forti non sono le più rappresentative”.

L’azienda di pubbliche relazioni non fa tuttavia menzione nel documento del fatto che ci sono state anche forti critiche da parte delle principali organizzazioni per i diritti umani.

In un recente rapporto, Amnesty International ha avvertito che gli Stati che parteciperanno alla Cop28 devono fare pressione sulla nazione ospitante affinché rilasci gli attivisti “ingiustamente imprigionati” così da  garantire che la conferenza annuale delle Nazioni Unite sul clima “non sia offuscata dalla repressione”.

I paesi che saranno considerati dalla società di pubbliche relazioni includono Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Finlandia, Ungheria, Spagna e Regno Unito.

First International Resources spera di influenzare il pubblico in generale e le “élite di opinione” che definisce come “rispondenti ad alta istruzione, alto reddito, alta informazione, alto impegno sociale”.

I paesi presi di mira sono stati selezionati in base alla voce che hanno nella politica globale e dove “i Verdi hanno un’influenza sul dibattito nazionale”, in riferimento a gruppi politici che conducono una campagna di giustizia sociale e ambientalismo.

“Le posizioni spagnole giocano un ruolo chiave nel plasmare le idee in Centro e Sud America”, afferma il documento in riferimento ai paesi di lingua spagnola.

La società di consulenza fungerà da “cassa di risonanza personale” per Jaber e lavorerà per contrastare la copertura stampa negativa dell’evento.

Preoccupazione per i diritti umani

Saranno presi in considerazione anche incontri tra Jaber e membri chiave del Congresso e dell’amministrazione Biden nel tentativo di influenzare le discussioni sulla Cop28 negli Stati Uniti, ha aggiunto la società di consulenza.

Oltre agli attivisti per il clima che mettono in dubbio le credenziali ecologiche del paese, i gruppi per i diritti umani hanno invitato i paesi presenti a fare pressioni sugli Emirati Arabi Uniti per quanto riguarda i diritti umani.

A giugno, attivisti per i diritti umani si sono riuniti a Londra per protestare contro la decisione di tenere la conferenza sul clima Cop28 negli Emirati Arabi Uniti.

L’evento, organizzato da ALQST, che monitora le violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita e in altri paesi del Golfo Arabo, si è svolto davanti all’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti e ha visto la partecipazione di attivisti di FairSquare, Amnesty International, PEN International e MENA Solidarity Network.

“Il fatto che la conferenza mondiale sul clima si svolga in un paese che contribuisce maggiormente alla crisi climatica è solo una farsa. Rende l’evento farsesco”, ha detto Julia Legner, direttore esecutivo di ALQST a Middle East Eye.

Si teme che gli interessi economici di Abu Dhabi gli impediranno di compiere reali progressi nella lotta al cambiamento climatico.

 

Traduzione di Grazia Parolari – Invictapalestina.org