Non è solo l’estrema destra europea a permettere l’Apartheid israeliano

Un partito rumeno antisemita non è certo il primo alleato fascista di Israele. Ma i principali partiti europei sono stati altrettanto complici degli abusi di Israele.

Fonte: English version

Di Eitay Mack – 4 settembre 2023
Immagine di copertina: Manifestanti polacchi di estrema destra prendono parte alla marcia annuale del Giorno dell’Indipendenza Nazionale, 11 novembre 2022. (Matthias Berg/CC BY-NC-ND 2.0)

Nessuno dovrebbe sorprendersi del recente incontro tra l’ambasciatore israeliano in Romania, Reuven Azar, e il leader del Partito di estrema destra Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), George Simion, un incontro che ha suscitato indignazione da parte di alcuni israeliani ed ebrei della diaspora.

L’AUR è ben noto come un partito fascista e antisemita che glorifica il leader della Seconda Guerra Mondiale, Ion Antonescu, il cui regime ha supervisionato lo sterminio di circa 400.000 ebrei rumeni. È un partito piccolo ma forte, che ha ottenuto circa l’8% dei consensi nelle ultime elezioni.

Anche se il contenuto completo dell’incontro non è stato reso pubblico, è stato presumibilmente, almeno in parte, collegato agli sforzi in corso da parte di Israele per persuadere la Romania a spostare la sua ambasciata in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. Nel 2018 e all’inizio del 2019, Israele è riuscita a ottenere dichiarazioni pubbliche a sostegno del trasferimento da parte dell’allora Primo Ministro rumeno e del Presidente del Parlamento. Tuttavia, il Presidente rumeno ha bloccato l’iniziativa alla fine del 2019, affermando che un tale spostamento non sarebbe avvenuto senza una decisione congiunta dell’Unione Europea.

I legami di Israele con regimi e partiti di estrema destra e antisemiti hanno attirato maggiore attenzione negli ultimi anni, con particolare attenzione al Primo Ministro Benjamin Netanyahu e ai suoi legami con autocrati che la pensano allo stesso modo, come il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán. Gli interessi del governo israeliano, rompere il consenso dell’Unione Europea su varie politiche, inclusa la sua opposizione allo spostamento delle ambasciate a Gerusalemme, si allineano bene con il desiderio dell’estrema destra europea di creare conflitto con Bruxelles e di fomentare sentimenti nazionalisti portando avanti decisioni politiche che contraddicono quelle dell’Unione Europea.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il Primo Ministro ungherese Viktor Orban con in mano un cubo di Rubik alla Conferenza del Commercio Ungheria-Israele a Budapest, Ungheria, 19 luglio 2017. (Haim Zach/GPO)
La tomba di Roberto D’Aubuisson, San Salvador, El Salvador, 10 marzo 2010. (BBC World Service/CC BY-NC 2.0)
The tomb of Roberto D'Aubuisson, San Salvador, El Salvador, March 10, 2010. (BBC World Service/CC BY-NC 2.0)
La tomba di Roberto D’Aubuisson, San Salvador, El Salvador, 10 marzo 2010. (BBC World Service/CC BY-NC 2.0)

Ma questo tipo di relazioni esistevano molto prima dei governi di Netanyahu e servivano come mezzo per promuovere gli interessi diplomatici, economici e militari di Israele. Israele ha avuto rapporti anche con il dittatore rumeno Nicolae Ceaușescu, che ha governato dal 1965 al 1989, nonostante le chiare posizioni antisemite sue e di altri funzionari rumeni che erano ben note ai diplomatici israeliani.

Gli squadroni della morte

Un altro esempio storico dimostra un approccio simile alle relazioni estere da parte del governo israeliano. Documenti recentemente declassificati negli Archivi di Stato israeliani rivelano una condotta simile nel mezzo della guerra civile in El Salvador nei primi anni ’80: mentre le masse venivano arrestate, rapite, torturate, assassinate o fatte scomparire dal regime appoggiato dagli Stati Uniti, Israele conduceva una campagna per convincere El Salvador a spostare la sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme.

In un telegramma datato 10 giugno 1982, inviato al Ministero degli Affari Esteri a Gerusalemme, l’ambasciatore israeliano in Guatemala, Moshe Dayan (non l’omonimo statista israeliano) riferiva del suo viaggio in El Salvador come parte dello sforzo di trasferire l’ambasciata. Dayan ha scritto di aver incontrato Roberto D’Aubuisson, fondatore e leader del Partito di estrema destra ARENA, che è stato presidente dell’Assemblea Costituente di El Salvador.

Come l’AUR rumeno, D’Aubuisson e ARENA hanno avuto una storia di dichiarazioni fasciste e antisemite, ma Dayan ha spiegato che D’Aubuisson “ha negato di propria iniziativa le dichiarazioni a lui attribuite sugli ebrei e sull’Olocausto”. Ma, a differenza di AUR, ARENA ha perseguito le sue convinzioni fasciste attraverso pratiche violente, come l’uso degli squadroni della morte per eliminare attivisti dell’opposizione e di sinistra, accademici, giornalisti e migliaia di altri civili.

Israele sapeva chiaramente che queste atrocità stavano accadendo. Tre mesi prima della visita dell’ambasciatore Dayan, in un rapporto preparato per il Ministero degli Affari Esteri, l’ex ambasciatore israeliano in El Salvador, Yaacov Deckel, scrisse di essere arrivato nel Paese nel marzo 1982 per fungere da osservatore nelle elezioni, nelle quali ARENA si assicurò circa un terzo dei seggi dell’Assemblea Costituente. Deckel ha osservato che circa 33.000 persone sono state uccise, la maggior parte delle quali civili innocenti, durante gli ultimi tre anni di guerra civile.

Deckel ha anche riferito di aver incontrato D’Aubuisson, “che lo ha avvicinato come un vecchio conoscente”, dicendogli: “in El Salvador il comunismo sarà sepolto”. Deckel ha aggiunto che gli squadroni della morte collegati ad ARENA sono “responsabili dell’eliminazione fisica di molti oppositori politici, tra cui l’arcivescovo di El Salvador Monsignor Romero”, e che i leader del partito hanno promesso durante la loro campagna elettorale di “sterminare i comunisti con bombe al napalm”.

La tomba di Roberto D’Aubuisson, San Salvador, El Salvador, 10 marzo 2010. (BBC World Service/CC BY-NC 2.0)
 Il leader del Likud Menachem Begin si rivolge alla Knesset, 10 marzo 1974. (Moshe Milner/GPO/CC BY-NC-SA 2.0)

Ciononostante, la campagna diplomatica di Israele ebbe successo e, nell’agosto 1983, El Salvador annunciò che avrebbe trasferito la sua ambasciata a Gerusalemme. Ciò è stato definito nei telegrammi del Ministero degli Esteri come il risultato più importante di Israele in tutta l’America Latina quell’anno.

Sostenere l’Apartheid

Mentre i legami di Israele con l’estrema destra mondiale ricevono comprensibilmente molta attenzione, anche da parte dei critici sostenenti che ciò dimostri l’ipocrisia e il vero volto di Israele quando si tratta di questioni di antisemitismo e fascismo, non viene data sufficiente attenzione alle relazioni di Israele con i partiti dalla sinistra all’estrema destra, che sono in realtà i partiti che sono stati al potere nella maggior parte dei Paesi europei negli ultimi decenni.

Questi principali partiti europei criticano, a vari livelli, la politica di Israele nei confronti dei palestinesi, mentre i sindacati dei lavoratori e le organizzazioni per i diritti umani a loro associati spesso criticano Israele e forniscono direttamente o indirettamente aiuti umanitari ai palestinesi. Ma, quasi senza eccezione, queste forze politiche consentono ancora a Israele di mantenere lo status quo dell’Apartheid, sostengono Israele attraverso voti nei forum internazionali e la sottoscrizione di accordi di enorme significato economico per Israele. Pertanto, le condanne retoriche non sono mai supportate da azioni e sanzioni reali.

Un esempio di questa triste realtà è stato recentemente rivelato nei telegrammi declassificati riguardanti le relazioni di Israele con il Regno Unito. I governi del Partito Conservatore degli anni ’80 erano diplomaticamente più vicini agli Stati arabi e persino all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, e furono tra i critici pubblici più aspri di Israele in Europa; tuttavia, dietro le quinte, Israele sentiva di poter fare quello che voleva, e non esitò a presentare questa posizione senza esclusione di colpi in incontri chiusi con i rappresentanti britannici.

Secondo la sintesi di un incontro del 18 febbraio 1980 tra il Primo Ministro israeliano Menachem Begin e l’ambasciatore britannico in Israele John Mason, Begin criticò la posizione del Regno Unito riguardo alla mancanza di progressi sulla questione palestinese dopo gli accordi di Camp David con l’Egitto; cercando di scaricare tutta la responsabilità sull’OLP e sul suo leader Yasser Arafat, Begin sosteneva che Israele “ha fatto sacrifici per la pace, solo un esempio: i giacimenti petroliferi nella penisola del Sinai. Questa concessione si concretizzerà nella spesa di 2 miliardi di dollari (1.863 miliardi di euro) l’anno successivo per l’acquisto di petrolio”.

 Il leader del Likud Menachem Begin si rivolge alla Knesset, 10 marzo 1974. (Moshe Milner/GPO/CC BY-NC-SA 2.0)

Secondo un telegramma inviato quattro giorni dopo, il 22 febbraio, il direttore del Ministero degli Affari Esteri israeliano ha incontrato il Ministro di Stato britannico per l’Europa Douglas Hurd. Quando Hurd ha affermato che il Regno Unito era preoccupato per gli insediamenti israeliani nei Territori Occupati e faticava a comprendere la posizione di Israele riguardo alle fonti d’acqua in quelle aree, il funzionario israeliano ha paragonato la situazione a “un bacino d’acqua utilizzato da entrambe le parti come una bottiglia con due cannucce per bere”.

Nonostante la cortesia britannica, o la lunga storia di sfruttamento coloniale della Gran Bretagna, sia Hurd che Mason avrebbero dovuto battere forte i pugni sul tavolo e dire agli israeliani che il “petrolio” e “la bottiglia d’acqua” non erano loro. Ovviamente non è mai accaduta una cosa del genere. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che per decenni Israele e i suoi insediamenti non abbiano esitato a depredare la terra e le risorse idriche della Cisgiordania, né abbiano temuto alcuna conseguenza per la confisca o la distruzione dei serbatoi d’acqua appartenenti alle comunità palestinesi a cui di fatto è negato il controllo e l’accesso alle proprie risorse idriche, condizioni che rimangono ancora oggi.

Mettere controproducentemente alla prova gli amici

In un telegramma “altamente riservato” declassificato del 23 aprile 1980, trasmesso dall’inviato israeliano a Londra dopo una riunione “da non citare” con un diplomatico britannico (non è specificato alcun nome), il diplomatico britannico spiegava: “A volte si ha l’impressione che Israele stia controproducentemente mettendo alla prova i suoi amici per vedere fino a che punto potrebbero spingersi, anche in modo irragionevole”.

Il diplomatico israeliano, nel frattempo, ha interpretato il punto di vista del Regno Unito come segue: “Finché le nostre azioni (di Israele) hanno una ragionevole base di sicurezza, c’è almeno comprensione tra amici, se non accordo. Ma quando noi (Israele) smetteremo di fondare la costruzione degli insediamenti solo su motivi di sicurezza e quando adottiamo misure percepite come dimostrative e provocatorie, come l’insediamento di case a Hebron, staremo causando con le nostre stesse mani un danno all’amicizia e alla comprensione”.

In altre parole, finché Israele avesse giustificato le sue azioni solo con esigenze di sicurezza, non importa se fossero reali o meno, la Gran Bretagna avrebbe potuto convivere con le sistematiche violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani da parte di Israele.

Le azioni dell’attuale governo israeliano e la sua affinità pubblica con l’estrema destra stanno ora sfidando il sistema “autolesionista” che ha lavorato a vantaggio di Israele per decenni. Per questo governo, il “nuovo” Israele non ha più bisogno di scuse per esigenze di sicurezza, reali o false che siano, e può invece esporre la sua intera agenda come basata esclusivamente su un’ideologia di Apartheid e supremazia ebraica.

Questo è il motivo per cui dovremmo preoccuparci non solo degli incontri dei funzionari israeliani e dei legami con gruppi di estrema destra come l’AUR in Romania, ma anche con i partiti Conservatore e Laburista nel Regno Unito, il Partito Laburista in Norvegia, il Partito dell’Unione Cristiano-Democratica in Germania e altri partiti tradizionali europei. Tutti loro, in parlamento e al governo, stanno effettivamente collaborando con i crimini in corso da parte di Israele contro il popolo palestinese.

Infatti, nonostante tutte le dichiarazioni e le politiche razziste e autoritarie fatte dall’insediamento dell’attuale governo di Netanyahu nel dicembre 2022, a parte la riduzione degli inviti a Netanyahu e ai suoi ministri per le visite ufficiali, non ci sono state ancora sanzioni o cambiamenti reali nella cooperazione con Israele. Gli interessi e gli affari continuano come al solito. Invece di soggiornare in un hotel a Parigi, Netanyahu soggiorna semplicemente in una delle suite più costose di Gerusalemme: un prezzo non alto per un uomo responsabile di crimini contro l’Umanità.

Eitay Mack è un avvocato israeliano per i diritti umani che lavora per fermare gli aiuti militari israeliani ai regimi che commettono crimini di guerra e crimini contro l’Umanità.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org