Non si possono ignorare le accuse di un Genocidio a Gaza

L’articolo di Eitay Mack su Haaretz: “Israele Non Sta Commettendo Un Genocidio a Gaza”, ignora il chiaro intento genocida dei vertici israeliani e funge da bordata ben assestata contro lo spauracchio alla maniera della “sinistra globale”.

Fonte: English version

Di Jonathan Ofir, Yonatan Shapira e Ofer Neiman – 9 novembre 2023

Immagine di copertina: Persone piangono accanto ai cadaveri della famiglia Abu Shehata a Dair El-Balah, Striscia di Gaza, l’8 novembre 2023. (Foto: Omar Ashtawy/APA Images)

In risposta a Eitay Mack, un avvocato per i diritti umani che conosciamo* bene grazie alle campagne passate che tutti apprezziamo, notiamo innanzitutto che il suo articolo su Haaretz: “Israele Non Sta Commettendo Un Genocidio a Gaza”, va oltre le rigorose argomentazioni legali. Non si limita a discutere l’applicabilità del crimine di Genocidio alle attuali azioni di Israele a Gaza. L’articolo di Mack è un attacco politico su più fronti contro una vasta gamma di attivisti ed esperti, tra cui “attivisti per i diritti umani e giornalisti, che possono avere intenzioni oneste ma semplicemente sbagliate”. Desideriamo affrontare questa analisi politica e mettere in dubbio alcune delle affermazioni avanzate da Mack.

Deridendo coloro che accusano Israele di Genocidio definendoli superficiali o opportunisti e arrivisti, Mack prende di mira la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese quando parla di “relatori delle Nazioni Unite impegnati a pubblicare dichiarazioni e tweet” (Albanese è chiaramente attiva sulla piattaforma nella sua difesa del diritti umani). Tuttavia, i maggiori studiosi del settore non sono d’accordo con lui. Il titolo dell’articolo su Jewish Currents dello studioso sul Genocidio israeliano e sull’Olocausto Raz Segal: “Un Caso di Genocidio da Manuale”, parla da sé. La stessa identica affermazione è stata espressa dal direttore dimissionario dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, Craig Mokhiber. Il Professor Omer Bartov, studioso israelo-americano di studi sull’Olocausto e sul Genocidio, ha detto alla MSNBC che “la possibilità di un Genocidio a Gaza è reale”, aggiungendo che “ciò che stiamo vedendo ora potrebbe diventare molto peggio”.

Uno dei principali punti deboli nel rifiuto da parte di Mack dell’accusa di Genocidio è che i commenti che dimostrano “l’intenzione di distruggere” i palestinesi, “in tutto o in parte”, che sono fondamentali per determinare l’intento genocida, sono stati fatti solo da politici israeliani di basso livello, piuttosto che da quelli “nel circolo decisionale della guerra”. Questa affermazione è palesemente falsa. Mack menziona solo un appello, quello del deputato del Likud Ariel Kallner, che il 7 ottobre ha twittato: “In questo momento, un obiettivo: la Nakba! Una Nakba che oscurerà la Nakba del 48”. Secondo Mack, questa affermazione “sfortunatamente aggiunge carburante all’accusa di Genocidio”, ma niente di più. Questa è una descrizione molto parziale delle dichiarazioni rilevanti dei funzionari israeliani.

Raramente i leader israeliani hanno espresso una tale chiarezza genocida. Tutto è iniziato con ciò che Mack opportunamente ignora: l’attuale assedio di Gaza. Il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato: “Stiamo combattendo degli animali, e li tratteremo come tali” e dichiarò “un assedio totale a Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburante. Tutto è chiuso”. Infatti, stiamo assistendo proprio adesso alla chiusura degli ospedali di Gaza a causa della mancanza di carburante per far funzionare i loro generatori, che si aggiunge all’interruzione della fornitura di energia elettrica. Sebbene “665 camion di cibo, acqua, medicine o forniture mediche” siano entrati a Gaza attraverso Rafah dal 21 ottobre, notiamo che questo è meno del 5% del minimo indispensabile, considerando la base di circa 500 camion di aiuti giornalieri prima del 7 ottobre.

Gallant non fa eccezione. Il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori, il Maggiore Generale Ghassan Alian, ha fatto eco al messaggio: “Gli animali devono essere trattati come tali. Non ci sarà né elettricità né acqua a Gaza, ci sarà solo distruzione. Volevano l’inferno; avranno l’inferno”.

Vice News ha riferito che, in un cablogramma inviato da funzionari statunitensi preoccupati alla Casa Bianca si legge: “La carenza d’acqua sta minacciando vite umane: i nitrati delle falde acquifere di Gaza stanno diffondendo proprio ora malattie trasmesse dall’acqua che probabilmente infetteranno molti. Inoltre, si stima che circa 31.000 neonati di età inferiore ai 6 mesi e 52.000 donne in gravidanza siano a rischio di gravi complicazioni o morte perché bevono acqua salmastra”.

Come sottolinea Raz Segal, l'”Assedio Totale” imposto da Gallant “indica esplicitamente un piano per portare l’assedio alla sua destinazione finale di distruzione sistematica dei palestinesi e della società palestinese a Gaza, uccidendoli, facendoli morire di fame e tagliando loro le forniture d’acqua”.

Inoltre, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha recentemente evocato diversi riferimenti genocidi. La sua citazione del versetto biblico: “Ricordate ciò che Amalek vi ha fatto”, costituisce una prova di intento genocida, secondo Kenneth Roth, ex direttore di Human Rights Watch, considerando che agli Israeliti fu ordinato di “colpire gli Amaleciti, e distruggere completamente tutto ciò che avevano e di non risparmiare nessuno; ma uccidere uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini”.

Mentre Mack ignora opportunamente tutto quanto sopra, discute gli attuali bombardamenti israeliani a Gaza, in cui migliaia di tonnellate di esplosivo sono già state sganciate, interi edifici sono stati rasi al suolo e intere famiglie e comunità cancellate. Oltre 9.400 palestinesi, circa la metà dei quali bambini, sono stati uccisi in questo modo in meno di quattro settimane. Israele afferma che ognuno di questi bombardamenti ha come obiettivo membri di Hamas. Tuttavia, il giornalista israeliano di Canale 13 Zvi Yehezkeli, riguardo al bombardamento che ha ucciso la famiglia del direttore dell’ufficio di Al Jazeera a Gaza, Wael Dahdouh ha dichiarato: “L’obiettivo di oggi era la famiglia del corrispondente di Al Jazeera”. Se Israele prende di mira specifici civili o, peggio ancora, prende di mira le loro famiglie e così facendo uccide molti altri civili, l’intera argomentazione sui cosiddetti “obiettivi militari” dei suoi bombardamenti semplicemente crolla.

Mentre Mack menziona appena la possibilità che i bombardamenti israeliani siano sproporzionati, notiamo che altre gravi violazioni ai sensi del diritto internazionale, vari Crimini di Guerra o Crimini contro l’Umanità, possono applicarsi e devono essere discussi da qualsiasi scrittore che affermi di difendere i diritti umani. Un esempio potrebbero essere i funzionari del governo israeliano che attualmente pianificano e promuovono la deportazione dei palestinesi da Gaza al Sinai, che, come notato da Omer Bartov, è spesso il primo passo di un Genocidio.

Siamo sorpresi che Mack, un avvocato per i diritti umani, faccia affidamento sulla “stretta supervisione”, da parte dei “governi statunitense e tedesco”, e anche sul “coordinamento israeliano con Francia, Italia, Canada e Regno Unito”, per rassicurarci sul fatto che “nessuno di questi Paesi appoggerebbe un Genocidio della popolazione di Gaza”. Dobbiamo supporre che, in materia di diritti umani, ci si possa fidare più dei governi che degli esperti di diritti umani? Non è necessario guardare molto indietro per ricordare l’invasione americana palesemente illegale dell’Iraq nel 2003, una chiara violazione del diritto internazionale, che si basava su un cumulo di bugie sulla presenza di armi di distruzione di massa e che provocò centinaia di migliaia di morti.

Non possiamo ignorare un altro evidente difetto nell’articolo di Mack. Mentre sostiene che le accuse contro Israele per il bombardamento dell’Ospedale Al-Ahli il 17 ottobre sono state “ampiamente confutate”, ciò che è stato ampiamente smentito sono in realtà le affermazioni israeliane sulla completa colpevolezza palestinese. Il New York Times ha dimostrato come le presunte prove di Israele non quadrassero, così come Forensic Architecture e Channel 4 News. Il suo articolo di opinione non è un documento legale, anche se è un avvocato. Si tratta essenzialmente di una bordata ben assestata contro lo spauracchio alla maniera della “sinistra globale”.

Note:
[*] Gli autori sono attivisti israeliani per i diritti umani. L’articolo è stato scritto in collaborazione con gli attivisti israeliani che hanno fatto una campagna con Eitay Mack e desiderano rimanere anonimi. Haaretz ha rifiutato di pubblicare questo articolo.

Jonathan Ofir è un direttore d’orchestra, musicista, scrittore e blogger israelo-danese, che scrive regolarmente per Mondoweiss.

Yonatan Shapira è un attivista anti-Apartheid ed ex pilota dell’Aviazione Israeliana.

Ofer Neiman è un attivista anti-Apartheid israeliano.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org