Ex funzionario del Mossad: a Gaza i bambini di età superiore ai 4 anni meritano di morire di fame

In un’intervista alla televisione israeliana, l’ex funzionario del Mossad Rami Igra ha affermato che tutti i palestinesi di Gaza di età superiore ai 4 anni sono “coinvolti” e meritano di subire la politica di punizione collettiva di Israele che consiste nel trattenere cibo e aiuti umanitari.

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Di Jonathan Ofir – 15 febbraio 2024

La depravazione morale e genocida di Israele continua a scalare nuovi livelli.

Martedì, l’emittente pubblica israeliana Kan ha trasmesso un programma di notizie sul “130° giorno di guerra” condotto dalla veterana Ayala Hasson. Durante il programma, ha intervistato l’ex funzionario del Mossad Rami Igra, che era stato a capo della “Divisione Prigionieri e Dispersi” dell’agenzia di spionaggio e assassinio.

Igra ha fatto eco all’affermazione del Presidente Isaac Herzog che “non ci sono civili non coinvolti a Gaza”. Igra sottolinea il punto dicendo: “Non esiste una cosa del genere,” mentre Hasson lo interrompe affermando “Hai ragione, hai ragione”.

Igra poi prosegue specificando questo criterio disumano in modo bizzarro, esentando i bambini di età inferiore ai quattro anni:

“A Gaza, tutti sono coinvolti. Tutti hanno votato Hamas. Chiunque abbia più di quattro anni è un sostenitore di Hamas. E il nostro obiettivo al momento, e questo è in continuazione con quello che hai detto, è trasformarli da sostenitori di Hamas in nemici di Hamas”.

Questo messaggio folle e delirante è accompagnato da un approccio apparentemente “umanitario”:

“E il modo è fornire gli aiuti umanitari, attraverso di noi”.

Quindi, questo colonialista illuminato sta dicendo che se Israele, piuttosto che l’UNRWA (che Israele sta molestando, infangando e facendo pressioni per definanziare), sarà il fornitore, allora i palestinesi impareranno ad amare Israele!

Nel linguaggio genocida israeliano, tutti sanno che la frase “tutti sono coinvolti” significa che tutti possono essere uccisi. Tutti lo sanno. Quindi Hasson ritiene necessario moderare un po’ il messaggio, ma prima sottolinea il suo accordo generale con il messaggio:

“Quindi, secondo Israele, per quanto riguarda i non coinvolti, ogni casa a Gaza è un quartier generale di Hamas, un deposito di armi, un covo di Al Aqsa, tutto lo indica”.

Hasson parla seriamente. Questo non è in discussione. “Ogni casa a Gaza”.

Ma ora, un po’ di liberalismo:

“E tornando, come hai detto, ai bambini da zero a quattro anni? Non sono coinvolti, forse quando cresceranno lo saranno (coinvolti). Nel frattempo non si può farli morire di fame, sono bambini, non c’è niente da fare”.

Quindi riassumiamo semplificando questa logica sbalorditiva. Hasson capisce che Igra sta parlando di una punizione collettiva genocida, usando la fame come arma di guerra, ma sostiene che i bambini sotto i quattro anni non dovrebbero essere fatti morire di fame perché “sono bambini”. Ergo, un bambino che raggiunge i quattro anni, non è più un bambino e, quindi, potrebbe essere lasciato morire di fame.

“Sono d’accordo con te”, afferma Igra

“Questo è nell’interesse di tutti noi”, aggiunge Hasson.

“È anche contro il nostro interesse”, conferma Igra.

“Sì, esatto”, concorda Hasson.

Si potrebbe quasi commuoversi per l’incredibile consenso a cui arrivano questi due liberali. Sono partiti dalla visione tradizionale secondo cui tutti gli abitanti di Gaza sono un bersaglio legittimo per il Genocidio, ma sono riusciti anche a trovare un terreno comune in una visione più sfumata secondo cui i bambini di età inferiore ai quattro anni dovrebbero essere considerati bambini.

Gli israeliani non hanno idea della profondità dell’abisso morale in cui sono affondati. Questa è una Cultura Genocida così depravata che non si può inventarla, e credono ancora di avere tutto sotto controllo. Certamente sono al comando dei palestinesi in questo momento, ma hanno completamente perso. E lo stesso vale per chi continua a sostenere questo abominio in nome della democrazia e dei valori condivisi.

Jonathan Ofir è un direttore d’orchestra, musicista, scrittore e blogger israelo-danese, che scrive regolarmente per Mondoweiss.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org