Drusi, quegli arabi super sionisti

Un legame fortissimo, un vero e proprio patto di sangue, lega la comunità dei drusi al destino e al futuro di Israele. I drusi sono fin dal 1957 considerati in Israele come una comunità etnica distinta; di lingua araba, con costumi sociali che differiscono notevolmente da quelli musulmani o cristiani, e fede originariamente sviluppata a partire dall’Islam,sono però spesso non considerati da questi musulmani, e quindi, infedeli. Minoranza etnica e religiosa in ogni paese in cui vivono, si trovano principalmente in Siria, Libano e Israele, con piccole comunità in Giordania e Sud Asia, hanno spesso sperimentato la persecuzione, e sono noti per formare comunità molto unite e coese, ma allo stesso tempo integrate pienamente nella civiltà circostante.

Al momento della fondazione dello stato Israele, si trovavano nel paese circa 14.500 drusi, oggi sono circa 140.000, l’1,7% della popolazione complessiva, e vivono principalmente in insediamenti nella Galilea e sul Monte Carmel. Il legame tra soldati ebrei e drusi, un’alleanza molto forte, in piedi fin dai tempi del mandato britannico, è comunemente conosciuto – ricorda Koftan Halabi, fondatore e direttore esecutivo della Druze Veteran association – con il termine di “ ברית†דמים†brit damin – patto di sangue”, ed oggi migliaia di drusi israeliani appartengono a movimenti ‘drusi sionisti’. “L’ambizione del popolo druso in Israele” – continua Halabi – “è quella di mantenere la propria cultura e le proprie tradizioni, integrandosi e passando attraverso il processo di ‘israelizzazione’ “.

Gli inizi del rapporto tra drusi e la comunità ebraica in Israele risalgono agli anni Venti del secolo scorso, durante il mandato britannico. Il rafforzamento dei legami tra le due comunità, non solo ha portato a collaborazioni finanziarie e agricole, ma anche il supporto da parte della maggioranza della comunità drusa nel sogno sionista di creare uno stato ebraico in Israele. Durante i primi anni dopo la nascita di Israele, i drusi si arruolavano volontariamente nello Zahal, ma dal 1956 il primo ministro David Ben-Gurion rese il servizio militare obbligatorio anche per loro. Soldati drusi hanno preso parte in ogni guerra che Israele ha dovuto combattere, in tutte le unità e ranghi, svolgono un ruolo importante nei vari settori delle agenzie di sicurezza, e il loro tasso di arruolamento, circa l’83% dei giovani, è addirittura più alto di quello degli ebrei. Tuttavia, sottolinea Halabi, usciti dall’esercito i giovani drusi hanno spesso problemi ad integrarsi completamente nella società, e l’intera comunità drusa è protagonista di diverse problematiche: rispetto alla popolazione ebraica il tasso di laureati e diplomati è più basso, quello dei disoccupati più alto, e lo stipendio medio nettamente più basso, come si può vedere dalle accurate statistiche sul loro sito.

Per questo la DVA, si legge sul sito, “funge da lobby per aumentare la consapevolezza riguardo l’enorme contributo che la comunità drusa porta alla società israeliana”. Fu fondata nel 2009, a seguito della necessità di aiutare i giovani della comunità drusa, in particolare i veterani appena congedati, che “come membri attivi della società meritano l’opportunità di prosperare nel mondo accademico, degli affari e nel settore pubblico”. Le loro sfide per integrarsi nella società israeliana, avere accesso a un’istruzione superiore di qualità e di entrare nella forza lavoro, secondo l’organizzazione, non potevano rimanere inascoltate. “La nostra visione” conclude Halabi “è quella di creare in Israele una gioventù drusa con motivazione, credenziali accademiche, e occupazioni adeguate, e di assistere nella creazione di una leadership drusa comunitaria, basata su quella formatasi durante il servizio nello Zahal”.

JOELLE SARA HABIB

Fonte: http://www.shalom.it/_flip/2016_06/web.pdf

 

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