Emily Jacir lancia un crowdfunding per trasformare la sua casa a Betlemme in centro d’arte

Una casa di famiglia con più di 120 anni di storia è al centro del nuovo progetto dell’artista palestinese Emily Jacir. Dove? A Betlemme, ad un passo dal muro di separazione.

By Mariacristina Ferraioli- 26 maggio 2017
Copertina: Public installation on Line 1 vaporetto stop Arsenale. Un altro progetto di arte pubblica di Emily Jacir a Venezia

 

Consentire di immaginare il futuro lì dove sembra impossibile farlo. Usare l’arte come mezzo per avere una visione su un avvenire difficile da concepire e portare speranza ad un popolo che combatte ogni giorno una guerra contro l’oppressione e le divisioni. Da qui parte il nuovo progetto di Emily Jacir (Betlemme, 1972) che ha lanciato una campagna di crowdfunding per trasformare la sua casa di famiglia a Betlemme in uno spazio espositivo indipendente e un centro per l’arte contemporanea aperto a tutta la comunità. “Un progetto che sogniamo da più di quindici anni”, rivela l’artista palestinese, “e che finalmente dal 2014 stiamo provando a realizzare concretamente. Un centro che sorgerà in una zona della città che riversa in una condizione moribonda a causa del muro dell’Apartheid che ha privato della libertà il mio popolo. L’unica possibilità è riportare la vita in questa zona della città, un modo molto importante per resistere”. L’arte come forma di resistenza è da sempre il motto che spinge la ricerca di Emily Jacir da anni impegnata in azioni artistiche e politiche a sostegno della causa del suo popolo.


LA CASA DI FAMIGLIA TRASFORMATA IN SPAZIO ESPOSITIVO
Dar Yusuf Nasri Jacir for Art and Research, questo il nome del nuovo centro, sorgerà all’interno della casa di famiglia dell’artista, costruita dal trisnonno nel 1890 e che oggi si trova proprio a pochi passi dal muro di barriera in Cisgiordania. Un pezzo di storia della città oltre che una memoria privata importantissima. “Ci impegniamo a preservare il patrimonio architettonico del nostro edificio”, ci racconta la Jacir, “visto che questo è un aspetto della nostra memoria collettiva e deve essere custodito per il bene di tutta la comunità. Ha 127 anni! Questo edificio incarna un’incredibile quantità di storia e ha resistito ad innumerevoli guerre, occupazioni, rivoluzioni, celebrazioni e sconfitte. Questa casa conserva tra le sue mura la storia di questa città. Crediamo che il nostro ruolo nel proteggerla sia molto importante perché è il ponte tra il nostro passato e il nostro futuro. Il nostro edificio è un luogo in cui si incontrano la memoria storica e l’attuale condizione di Betlemme e consentirà la produzione di nuove opere d’arte e una visione verso il futuro”.

Dimensione privata e utilità pubblica si fondono in questo progetto che avrà un focus sull’arte contemporanea e sul cinema, ma anche un ricco archivio di fotografie e documenti storici. La Jacir prevede anche di dar vita ad un programma di residenza per artisti internazionali e ad una serie di iniziative didattiche rivolte alla comunità locale in collaborazione con l’Università di Betlemme e l’Istituto di Studi Palestinesi. Per realizzare il suo progetto la Jacir ha bisogno di fondi, soprattutto per ristrutturare l’edificio e metterlo in sicurezza. Da qui l’idea di lanciare una campagna di crowdfunding che sta ottenendo un successo insperato dalla stessa artista. “In soli tre giorni”, ci rivela, “abbiamo già raggiunto quasi il 60% dei 45.000 dollari richiesti per partire. Siamo soddisfatti e fiduciosi di farcela”.

Fonte: http://www.artribune.com/arti-visive/street-urban-art/2017/05/emily-jacir-lancia-un-crowdfunding-per-trasformare-la-sua-casa-a-betlemme-in-centro-darte/

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