Il Labour vota per il diritto al ritorno dei palestinesi

FOTO – I delegati sventolano bandiere palestinesi alla conferenza annuale del Labour nel 2018. Asa Winstanley

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di Asa Winstanley, 23 settembre 2019

 

I delegati laburisti, lunedì, alla conferenza annuale del partito di opposizione britannico, hanno votato in modo schiacciante per riconoscere il diritto dei rifugiati palestinesi a tornare nella loro patria.

La storica mozione si oppone a qualsiasi ‘soluzione’ proposta per i palestinesi che non si basi sul diritto internazionale, incluso il loro diritto a “tornare alle loro case”.

Ribadisce inoltre l’impegno abbastanza nuovo del partito di porre fine a tutte le vendite di armi a Israele.

Una mozione approvata l’anno scorso chiedeva un governo laburista per ‘congelare’ la vendita di armi a Israele. La mozione approvata lunedì chiede che il partito ponga fine a “qualsiasi commercio di armi con Israele che sia utilizzato in violazione dei diritti umani dei palestinesi”.

Palestine Solidarity Campaign ha dichiarato che la mozione impegna il partito a porre fine alla complicità finanziaria e militare del Regno Unito con l’oppressione di Israele.

“I membri del Partito Laburista hanno detto con una sola voce al popolo palestinese: siamo con te nella tua lotta per la giustizia”, ha dichiarato il direttore del PSC Ben Jamal.

“Ciò che è richiesto ora è che questa mozione cruciale, approvata in modo schiacciante dai membri, si traduca nella politica ufficiale del partito mentre ci muoviamo verso le prossime elezioni generali”.

È prevista un’elezione entro pochi mesi.

Un governo laburista deve “aderire a una politica estera etica” riguardo il commercio con Israele, incluso il porre fine a qualsiasi commercio di armi utilizzato per violare i diritti umani dei palestinesi, secondo la mozione approvata lunedì.

Afferma anche che il Labour “ha una speciale responsabilità nel riparare… le ingiustizie in corso” a causa del ruolo della Gran Bretagna coloniale nell’espulsione di massa dei palestinesi dalla loro patria.

Circa 800.000 palestinesi furono espulsi dalle milizie sioniste e successivamente dall’esercito israeliano tra il 1947 e il 1949. Da allora Israele ha negato ai rifugiati palestinesi il loro diritto al ritorno.

Le truppe britanniche si ritirarono nel 1948, lasciando libero sfogo alle milizie, in alcuni casi addirittura aiutandole.

La federazione sindacale britannica ha votato due settimane fa per riconoscere il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi.

La mozione del Trade Union Congress chiede inoltre ai sindacati di “aumentare la pressione” sulle multinazionali complici delle violazioni dei diritti umani contro i palestinesi, secondo quanto riportato dal Morning Star.

La mozione laburista approvata lunedì è un’inversione della posizione assunta dal partito nel 1948, quando era al governo in Gran Bretagna.

“Aumenta la pressione”

Il partito andò alle elezioni del 1945 con una politica in atto a sostegno della pulizia etnica dei palestinesi. Dichiarava che c’era una necessità in Palestina “di trasferimento di popolazione. Lasciare che gli arabi siano incoraggiati ad andarsene, mentre entrano gli ebrei.”

A quel tempo il partito sostenne addirittura ‘la possibilità’ di espandere i confini del futuro stato ebraico annettendo parti della Giordania, dell’Egitto o della Siria.

Il biografo del cancelliere laburista Hugh Dalton, autore di questa politica, descrisse la sua visione come ‘sionismo plus plus’.

Una precedente bozza fu successivamente ridimensionata in sottocommissione sostenendo:”aprire la Libia o l’Eritrea all’insediamento ebraico, come satelliti o colonie della Palestina [ebraica]”.

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

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