Paesi arabi: chi potrebbe beneficiare e chi no dall’invasione russa dell’Ucraina

È probabile che la guerra russa all’Ucraina avrà ripercussioni non solo in Europa, ma anche nei Paesi arabi del Medio Oriente e del Nord Africa.

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Ahmed Yasser – febbraio 2022

L’invasione russa dell’Ucraina impatterà i paesi arabi che importano grano e armi da Mosca e Kiev e anche  i paesi con basi russe, poiché potrebbero trovarsi coinvolte nel conflitto se questo dovesse degenerare in un confronto più ampio con l’Occidente. D’altra parte, i paesi del Golfo Arabo potrebbero beneficiare degli alti prezzi dell’energia, che porterebbero loro enormi guadagni finanziari, oltre al fatto che potrebbero acquisire la quota della Russia nel mercato occidentale, il che probabilmente consentirebbe loro di ripristinare la loro immagine e la loro importanza in Occidente.

Impiego militare

La Libia e la Siria dilaniate dalla guerra sono tra i primi paesi ad essere direttamente colpiti da un conflitto militare aperto tra Russia e Ucraina,  in quanto  Mosca ha due basi militari al loro interno. “La Russia mantiene la base aerea di Jufra, che può essere utilizzata immediatamente in caso di guerra con l’Ucraina”, ha detto alla radio tedesca Sami Hamdi, amministratore delegato di International Interest, una società di intelligence e rischio globale a Londra.

“Potremmo improvvisamente vedere una nuova disponibilità internazionale a trattare con il comandante militare nella Libia orientale, Khalifa Haftar, che in passato era freddo riguardo a Washington e ad altre potenze europee”, ha aggiunto Hamdi.

La Russia mantiene la base aerea di Al-Jufra, che può essere utilizzata immediatamente in caso di guerra con l’Ucraina.

L’analista politica italiana Cinzia Bianco ha dichiarato alla radio tedesca che Mosca potrebbe tentare di fare pressione sull’Europa attraverso una nuova ondata di profughi provenienti dalla Libia, simile a quanto accaduto al confine tra Bielorussia e Polonia.

La Russia ha anche un porto marittimo e una base aerea a Tartus in Siria, dove ha uno stretto alleato, il presidente siriano Bashar al-Assad, che ha riconosciuto le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk nell’Ucraina orientale.

In Siria, Russia e Israele hanno stipulato un accordo che ha permesso a Tel Aviv di lanciare attacchi contro gli asset iraniani. Hamdi ha affermato che “Israele potrebbe diventare il più grande perdente di una guerra tra Russia e Stati Uniti, perché dovrebbe schierarsi in un modo che minerebbe tutti i vantaggi ottenuti in Siria”.

Acquisto di armi

Con la rimozione della Russia dal sistema SWIFT, una rete che collega migliaia di istituzioni finanziarie in tutto il mondo, essa non può più trattare  in dollari con il resto del mondo. Di conseguenza, un certo numero di paesi arabi che hanno concluso contratti sia per l’acquisto di armi russe o di loro pezzi di ricambio, sia per la costruzione di centrali nucleari come la centrale di Dabaa in Egitto, o per esportare merci in Russia, potrebbero subire l’interruzione  o la  riduzione di questi accordi, così come potrebbero vedere ridotto l’afflusso di turisti.

Si stima che il Libano e la Libia importino circa il 40% del loro grano da Russia e Ucraina, lo Yemen circa il 20% e l’Egitto circa l’80%.

In questo contesto, Atef Abdel-Gawad, analista politico e accademico della George Washington University, ha dichiarato a Raseef22: “I paesi arabi non potranno portare a termine i loro contratti con la Russia, in particolare quelli militari, perché dipendono dal pagamento e dalla ricezione di denaro sulla rete di trasferimento di Western Swift.”

Ha aggiunto: “Sarà difficile trovare un altro modo, tranne nei rari casi in cui la Russia potrà attingere dall’enorme riserva di valuta forte che ha raccolto appositamente per aggirare il boicottaggio finanziario. Il valore di questa riserva, che si esaurirà rapidamente nel tempo, è di circa 80 miliardi di dollari.”

Le conseguenze sul grano

Ucraina e Russia forniscono il 23% delle esportazioni globali di grano. I prezzi alimentari globali sono già vicini ai livelli più alti degli ultimi dieci anni e la consistente quota di mercato dei due paesi fa sì che qualsiasi interruzione delle esportazioni potrebbe causare un aumento dei prezzi dei cereali.

Un rapporto pubblicato dal Middle East Institute di Washington afferma che “l’Ucraina esporta il 95% del suo grano attraverso il Mar Nero e nel 2020 oltre il 50% delle sue esportazioni di grano è stato diretto in Medio Oriente e nel Nord Africa “, quindi qualsiasi interruzione avrebbe “gravi conseguenze” sulla sicurezza alimentare in questi paesi.

Si stima che il Libano e la Libia importino circa il 40% del loro grano da Russia e Ucraina, lo Yemen circa il 20% e l’Egitto circa l’80%.

 I paesi del Golfo trarrebbero vantaggio dall’aumento del prezzo del petrolio, ma i paesi che dipendono da Mosca per armi, turismo e scambi commerciali avranno gravi perdite finanziarie. La situazione peggiore interesserebbe  la  Libia e la Siria, in quanto  hanno basi russe e che per ciò potrebbero essere coinvolte nella guerra.

Julian Barnesdassi, direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa al Consiglio europeo per gli affari esteri, ha affermato che l’impatto sul Medio Oriente potrebbe essere molto peggiore di quello su altri paesi. “È chiaro che i timori di un conflitto tra due dei maggiori fornitori mondiali avranno un certo impatto sui prezzi.” Ha detto alla Galileus Web aggiungendo: “ A lungo andare, questa situazione  potrebbe esacerbare la già disastrosa situazione della sicurezza alimentare in alcuni paesi della regione. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del 2020, quasi 69 milioni di persone in Medio Oriente e Nord Africa, molte delle quali in paesi dilaniati dai conflitti, sono denutrite, rappresentando circa il 9% della carenza totale globale.

 L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha dichiarato che nella regione la fame è in aumento dal 2014.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha dichiarato che dal 2014 nella regione la fame è in aumento a causa del deterioramento dei mezzi di sussistenza dopo le rivolte della Primavera araba e dopo la pandemia. L’organizzazione ha stimato il tasso di denutrizione nella regione nel 2020 al 15,8%, rispetto alla media globale del 9,9%.

Gli analisti hanno detto alla CNN che paesi e donatori potrebbero essere in grado di acquistare grano da altre fonti, ma i prezzi elevati potrebbero ostacolare una rete di importatori che è già sottofinanziata.

Da parte sua, l’ex consigliere del ministero dell’approvvigionamento egiziano, Nader Noureddine, ha dichiarato alla Galileus Web: “Questa potrebbe essere una nuova lezione (per i paesi arabi): dobbiamo bilanciare gli acquisti, in modo da poter sempre diversificare e garantire le forniture in modo permanente se ci sono conflitti».

Guadagno finanziario e miglioramento dell’immagine

In un contesto correlato, Atef Abdel Gawad ha affermato: “I prezzi del petrolio hanno superato i 100 dollari al barile, e questo è un vantaggio per i paesi del Golfo, in particolare per il Qatar, il più grande produttore mondiale di gas dopo gli Stati Uniti, ma il vantaggio per i paesi del Golfo in quanto risultato della crisi russo-ucraina li pone anche davanti a un dilemma, in quanto la situazione richiede un delicato equilibrio nella gestione delle relazioni tra Russia e Occidente”.

Abdul-Gawad ha aggiunto: “I paesi del Golfo hanno recentemente stretto relazioni più forti con la Russia e alcuni di loro hanno deciso di concludere con essa accordi militari. In che modo questi paesi possono godere di benefici finanziari senza far arrabbiare Mosca? Questa è una questione che richiede abilità nella gestione delle relazioni con la Russia. Allo stesso modo, come possono questi Paesi soddisfare la Russia senza far arrabbiare l’Occidente?  La questione è molto delicata, soprattutto perché i paesi del Golfo dipendono ancora dall’Occidente per proteggere la loro sicurezza”.

 Il Qatar potrà fornire più gas all’Europa, poiché prevede di espandere la sua capacità di produzione di gas naturale

Secondo un rapporto del Middle East Institute di Washington, il Qatar potrà fornire più gas all’Europa, in quanto prevede di espandere la sua capacità di produrre gas naturale, cosa che aiuterà Doha a migliorare la sua immagine e aumenterà le possibilità di firmare contratti a lungo termine con acquirenti europei.  Anche l’Egitto ha aumentato la sua fornitura di gas naturale all’Europa e l’Algeria potrebbe fornire all’Unione Europea altri sette miliardi di metri cubi all’anno.

Anche produttori di petrolio come Arabia Saudita, Iraq e Kuwait, che hanno prodotti petroliferi simili alla Russia, potrebbero rifornire l’Europa sostituendo il petrolio russo. Nel 2021, le esportazioni di questi tre paesi nell’UE sono state tre volte inferiori di quelle della Russia.

Il rapporto afferma anche che questo passo potrebbe migliorare la reputazione di questi paesi come produttori affidabili, e potrebbe garantire contratti a lungo termine sul mercato petrolifero europeo a scapito della quota russa, che diminuirebbe a seguito delle sanzioni.

Da parte sua, il giornalista saudita Adel Al-Humaidan ha affermato che i prezzi del petrolio sono aumentati  già prima dello scoppio della crisi e che si stanno già ottenendo maggiori guadagni, ma che è improbabile che i paesi del Golfo si schierino con l’Occidente contro la Russia.

Al-Humaidan ha sottolineato che durante il governo dell’ex presidente Barack Obama i paesi del Golfo hanno attraversato una crisi di fiducia con gli Stati Uniti, ed è questo che li spinge a non schierarsi contro la Russia. Lavoreranno quindi per mantenere un equilibrio dei prezzi, nel rispetto dei loro impegni internazionali.

Atef ha suggerito la possibilità del crollo di “OPEC Plus”, i paesi produttori di petrolio non OPEC guidati dalla Russia, se Mosca continuerà ad essere isolata dal sistema SWIFT per le rimesse, sottolineando che OPEC Plus non resisterà al deterioramento delle esportazioni russe nemmeno se la Cina compenserà le perdite della Russia e che la responsabilità di tale crollo non potrà essere attribuita all’Arabia Saudita o all’OPEC .

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org