Valle del Giordano: i cambiamenti climatici stanno devastando le stagioni della semina

L’aumento della temperatura e la scarsità d’acqua hanno ritardato la stagione della semina in una delle aree più fertili del regno, riducendo la produzione e danneggiando i raccolti.

Fonte: English version

Di Melissa Pawson ad Amman – 9 novembre 2022

Immagine di copertina: gli agricoltori Naifeh al-Nawasrah, a destra, e Aida al-Deissat discutono degli effetti del cambiamento climatico sulla fattoria di Deissat a Ghor As-Safi (MEE/Melissa Pawson)

Negli ultimi sei anni, Abdullah al-Rowadi ha iniziato la semina per la stagione invernale con mesi di ritardo

Dice che lui e altri agricoltori della Valle del Giordano ora ritardano la semina di almeno due mesi, mentre lottano per far fronte alle alte temperature estive e ai drammatici cambiamenti del clima delle stagioni.

“L’effetto del cambiamento climatico sulle nostre fattorie è enorme”, ha detto a Middle East Eye Rowadi, agricoltore e capo dell’Associazione Ghor As-Safi.

 ‘Prima iniziavamo a piantare a luglio, ma ora iniziamo a settembre o addirittura a ottobre, perché i mesi estivi sono troppo caldi’- Abdullah al-Rowadi, agricoltore

“Prima iniziavamo a piantare a luglio, ma ora iniziamo a settembre o addirittura a ottobre, perché i mesi estivi sono troppo caldi. Ma poi inizia a fare freddo molto velocemente”.

Rowadi coltiva principalmente ortaggi, tra cui patate, cetrioli e pomodori, nella sua fattoria a Ghor As-Safi, vicino al Mar Morto meridionale. Ha detto che ogni anno porta con sé un raccolto peggiore e oneri finanziari più pesanti.

Piantare più tardi nel corso dell’anno significa evitare il caldo di agosto, che quest’anno in alcune zone della Giordania ha superato i 46 gradi Celsius, tanto che alcuni i comuni hanno dispiegato camion per spruzzare getti rinfrescanti sui quartieri della città.

Tuttavia, una stagione tardiva significa anche dover fare i conti con le temperature in rapido raffreddamento già a partire da novembre, così come con i diversi tipi di parassiti che hanno prosperato nel prolungato caldo estivo.

A settembre la mosca bianca ha colpito i nuovi raccolti nella Valle del Giordano, un problema che sarà ricorrente negli anni a venire, ha affermato Rowadi.

“Le mosche sono un grosso problema”, ha detto. “Infestano le piante e le indeboliscono, e poi c’è meno da raccogliere – anche il raccolto tarda di circa un mese, a causa delle mosche”.

Mahmoud al-Oran, direttore generale della Jordan Farmers Union, ha dichiarato a MEE che i parassiti e gli sbalzi di temperatura associati alla semina tardiva stanno colpendo le colture foraggere così come le colture alimentari.

Ha spiegato che questo sta danneggiando finanziariamente gli allevatori di bestiame, dal momento che devono acquistare mangimi aggiuntivi per i loro animali.

“I pascoli verdi di cui il bestiame si nutre subiranno un ritardo… E il periodo in cui il bestiame potrà  pascolare è molto più breve rispetto agli anni precedenti”, ha affermato.

“Caos climatico”

A settembre, la Banca mondiale ha approvato un prestito di 125 milioni di dollari alla Giordania, che mira a sostenere il settore agricolo e migliorare la resilienza climatica.

Nell’ambito del programma, nei prossimi cinque anni più di 30.000 famiglie contadine riceveranno finanziamenti per adattamenti climatici, come attrezzature per la raccolta dell’acqua piovana e modernizzazione dei sistemi di irrigazione.

Il finanziamento per “pratiche agricole rispettose del clima ed efficienti dal punto di vista idrico” mira a sostenere gli agricoltori nel mitigare gli effetti dell’aumento delle temperature, della riduzione delle precipitazioni e dei modelli meteorologici più estremi.

Ghor As-Safi, nella Valle del Giordano, è una delle aree più fertili del regno, ma le alte temperature hanno minacciato  i raccolti (MEE/Melissa Pawson)

Negli ultimi 25 anni, la temperatura media annuale della Giordania è aumentata di oltre un grado Celsius. Si prevede che questo riscaldamento, risultato del cambiamento climatico causato dall’uomo, continuerà nella maggior parte delle aree del pianeta.

Questa settimana, una delegazione giordana incontrerà i rappresentanti di altri 196 paesi in Egitto per il vertice annuale delle Nazioni Unite sul clima, Cop27.

La conferenza è iniziata con gli avvertimenti di “caos climatico” del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ha aggiunto che al vertice devono essere intraprese azioni urgenti.

La Cop27 ha visto anche proteste sulle violazioni dei diritti umani da parte dell’Egitto, tra cui la reclusione del difensore dei diritti umani britannico-egiziano Alaa Abdel Fattah e la repressione delle proteste.

Scarsità d’acqua

Naifeh al-Nawasrah,  presidente della Ghor As-Safi Women’s Association, coltiva l’indaco nella Valle del Giordano,  utilizzato dall’associazione delle donne nei mestieri tradizionali.

Nawasrah ha detto a MEE che attualmente riceve solo circa il 30% dell’acqua di cui ha bisogno nella sua fattoria e che l’acqua – per bere e irrigare – è fornita dal comune una volta alla settimana, mentre  prima arrivava molto più frequentemente.

“L’acqua [per bere e per l’agricoltura] arriva una volta alla settimana. Tre o quattro anni fa ricevevamo acqua tre volte alla settimana e l’acqua potabile arrivava direttamente”, ha detto, aggiungendo che il problema sta colpendo tutte le fattorie di Ghor.

Secondo un rapporto della Banca mondiale sull’agricoltura, in Giordania l’acqua è “la risorsa più limitante” per il settore agricolo del regno.

Il rapporto di 187 pagine – che ha preceduto l’annuncio del finanziamento di 125 milioni di dollari della Banca mondiale per la resilienza climatica – modella i risultati per i prossimi 10 anni e prevede un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, alcuni raccolti ridotti e crescenti pressioni sulle risorse idriche .

Secondo quanto riferito, la Giordania è il secondo paese più povero d’acqua al mondo, con solo l’8% del paese che riceve più di 200 mm di pioggia all’anno.

Molti agricoltori per irrigare le colture fanno affidamento sull’acqua pompata dal sottosuolo o distribuita con le cisterne.

Il rapporto della Banca mondiale prevede una riduzione della dipendenza dell’agricoltura dall’uso delle acque sotterranee, passando all’idroponica – che prevede la coltivazione di piante, solitamente colture o piante medicinali, senza suolo – e aumentando la produttività dell’acqua.

Fondamentalmente, la previsione nel rapporto “presuppone una fornitura costante di acque sotterranee e di irrigazione”, nonostante queste risorse “subiranno una diminuzione del 20-25% nei prossimi anni”.

Impoverimento ‘allarmante’ delle acque sotterranee

Khalid al-Henefat, ministro dell’agricoltura giordano, ha dichiarato a MEE che questo impoverimento delle acque sotterranee viene affrontato attraverso un programma di ricarica.

“Nelle regioni meridionali e orientali, stiamo ricaricando le acque sotterranee attraverso stagni e dighe “, ha affermato, aggiungendo che nel nord le piogge sono sufficienti per ricaricare le sole acque sotterranee.

Tuttavia, negli ultimi anni il governo si è affrettato a recuperare il ritardo riguardante l’esaurimento “allarmante” delle risorse idriche sotterranee, con molti progetti di approvvigionamento idrico che hanno subito ritardi cronici.

Dawoud Isied, un consulente idrologico e ambientale, ha dichiarato a MEE che l’attuale piano di ricarica delle acque sotterranee del governo non funziona.

“Non credo che nessuna delle falde acquifere sotterranee in Giordania rimarrà stabile”, ha detto, aggiungendo che la qualità e la quantità della falda freatica si sta esaurendo “drammaticamente”.

Isied ha affermato che nel bacino di Azraq, nel nord-est della Giordania, i progetti di ricarica sono “costosi e non fattibili”, poiché l’acqua alluvionale e piovana che attualmente entra nella terra sta raggiungendo uno strato che “sarà sigillato completamente” entro due anni.

Ciò è dovuto al limo e all’argilla che derivano dalle inondazioni e significa essenzialmente che l’acqua non raggiunge uno strato abbastanza basso da entrare nella falda freatica.

Isied ha aggiunto che negli ultimi 15 anni il governo ha portato avanti progetti di ricarica delle acque sotterranee inefficienti solo perché è la “soluzione più rapida” al problema.

“Il governo può dire che abbiamo fatto qualcosa, o che abbiamo raccolto 10 milioni di metri cubi nelle dighe nel deserto – ma chi prenderà quest’acqua, come la consegneranno ad Amman per esempio? Se credono che si stia ricaricando, si sbagliano”.

Cibo lasciato a marcire

Nawasrah ha detto a MEE che “ha perso quasi un’intera stagione”, perché quest’anno erano in ritardo per piantare il raccolto di indaco.

Tuttavia, il ritardo nella semina non è stato direttamente dovuto all’aumento delle temperature o alla mancanza di acqua, ma piuttosto alla mancanza di terra disponibile e a un cambio di locazione.

Nawasrah ha affermato che, come molti agricoltori della zona, fatica a ricavare un reddito dall’agricoltura a causa della mancanza di terra coltivabile, dei prezzi bassi del cibo alla fonte e del calo del mercato delle esportazioni.

“C’è molta povertà. Alcune persone hanno dovuto interrompere l’agricoltura perché erano in perdita “, ha detto.

 ‘C’è molta povertà. Alcune persone hanno dovuto interrompere l’agricoltura perché  erano  in perdita’- Naifeh al-Nawasrah

Henefat ha affermato che il conflitto e l’instabilità regionali, nonché le crescenti richieste da parte di una crescente popolazione di rifugiati, hanno contribuito ad alcune delle pressioni che attualmente devono affrontare gli agricoltori giordani.

“Il 75% dei confini della Giordania è chiuso, il che significa che non possiamo esportare i nostri prodotti nei paesi vicini come l’Iraq e la Siria”, ha detto, aggiungendo che “ci sono anche difficoltà da parte israeliana”.

Ciò ha significato una maggiore dipendenza dalla regione del Golfo per le esportazioni alimentari.

Nonostante ciò, Nawasreh ha affermato che per alcuni prodotti non ci sono ancora acquirenti e che il cibo raccolto viene lasciato a marcire.

“I piccoli agricoltori hanno bisogno di aiuto. A Dio piacendo, ci sarà un sostegno internazionale per gli agricoltori”, ha detto.

Mentre la Giordania e altri paesi a reddito medio e basso si rivolgono al tavolo dei negoziati con i paesi a reddito più elevato alla Cop27, quelli più poveri chiedono ai paesi più ricchi di fare di più.

Facendo eco alla richiesta di maggiore sostegno da parte dei paesi ad alto reddito per alleviare il carico climatico, Henefat ha affermato: “Le emissioni di carbonio provengono dai paesi ad alto reddito e noi, paesi a basso reddito, ne stiamo pagando il prezzo”.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org