Proteste a Gaza per il rifiuto di Abbas di nuove linee elettriche per la crisi energetica

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Bambini che studiano alla luce delle candele per la crisi energetica a Gaza (Foto: Isra Saleh El-Namy)

Isra Saleh El-Namy, 4 Marzo 2016

Il canale televisivo israeliano, Channel 10, questa settimana ha riferito che il Presidente dell’Autorità Palestinese (PA), Mahmoud Abbas, avrebbe respinto la proposta di costruire a Gaza nuove linee elettriche per supportare il settore energetico nell’enclave costiera impoverita.
Il progetto pare aver ricevuto il consenso d’Israele, ma non ha ricevuto il consenso dall’Autorità Palestinese. Il canale tv israeliano ha aggiunto che tutto sarebbe stato pronto e già approvato fino a quando l’AP ha dichiarato la propria intenzione di bloccare il piano, senza fornire spiegazioni.

Il Qatar si è impegnato a sostenere economicamente il progetto in un tentativo di mitigare la dura crisi energetica a Gaza da quando, nel 2006, Hamas ha vinto con una valanga di voti nelle elezioni legislative palestinesi. Le compagnie europee hanno già espresso l’intenzione di implementare il piano del Qatar, l’AP ha intenzionalmente mancato la possibilità di diminuire considerevolmente l’impatto della crisi elettrica all’interno della società palestinese residente a Gaza.

Hamas ha criticato Abbas per aver rifiutato il progetto atteso da tempo. ” Abbas non si fa perdere alcuna occasione per ostacolare i suoi avversari politici, anche se avviene alle spese del suo stesso popolo. Per lui non fa differenza alcuna.” riferisce il portavoce di Hamas, Sami Abu-Zohri, a Mondoweiss.

Abu-Zohri ha aggiunto che Abbas non esiterebbe a tormentare la sua stessa gente per raggiungere il suo scopo finale di soffocare Hamas a Gaza nel suo gioco politico. ” Sta prendendo il posto dell’occupazione israeliana nel rafforzare e favorire il blocco.” ha riferito.

La politica di Abbas verso Gaza.

Da quando Hamas ha preso controllo di Gaza, nel 2007, Mahmoud Abbas ha trascurato la regione, col risultato di ottenere molteplici crisi su quasi tutti gli aspetti della vita. Fayz Au-Shamalah, un commentantore palestinese, ha riferito a Mondoweiss: ” Vuole che tutti i palestinesi di Gaza facciano un confronto tra le loro condizioni di vita, in significativo deterioramento sotto Hamas, e le buone condizioni di vita nella West Bank, sotto il suo comando. Purtroppo, questa è la sua logica.”

Ciò ha portato Abbas a risultare colluso con Israele ed Egitto nel rendere l’embargo su Gaza ancora più inesorabile. “Israele dichiara che sia stato Abbas a chiedere agli egiziani di inondare i tunnel di Gaza attraverso i quali le merci venivano contrabbandate ed è stato egli stesso a sostenere che sarebbe un diritto dell’Egitto quello di chiudere il passaggio di Rafah a piacimento, in relazione alla sicurezza nazionale egiziana. ” ha aggiunto.

La divisione interna al popolo palestinese viene accusata anche per il fallimento di molte iniziative straniere per aiutare la popolazione. “I nostri amici non sanno a chi rivolgersi per portare avanti i loro piani per aiutare ad alleggerire l’embargo su Gaza” ha detto Au-Shamalah.

Organizzare la casa palestinese dall’interno è una priorità assoluta, e tocca ai leaders del popolo palestinese il compito di continuare la riconciliazione una volta e per sempre. “Dovremmo essere una sola mano quando ci battiamo per prendere i nostri diritti” ha concluso Au-Shamalah.

La maggioranza dei partiti palestinesi ha chiesto ad Abbas di spiegare la propria presa di posizione nei confronti della soluzione dell’acuta crisi elettrica di Gaza.

Hani Thawabta, un leader del Fronte Nazionale di Liberazione della Palestina (PFLP) ha chiesto che Abbas chiarisse il suo impuntamento sul problema, se è davvero interessato a rispondere alle accuse crescenti fatte contro di lui tra le strade della Palestina. Ha detto che non è possibile tollerare che Abbas causi ancora più problemi a Gaza a causa dei suoi pessimi interessi politici.

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C’è anche una crisi del gas a Gaza. Qui una fila di persone per ricevere la propria parte di gas (foto: Isra Saleh El-Namy)

 

Crisi politica

La crisi dell’elettricità a Gaza fa parte dell’assedio israeliano imposto alla regione a partire dal 2007. Per di più nel 2006 Israele ha bombardato l’unica centrale elettrica di Gaza, causando seri danni. Durante l’aggressione estiva nel 2014, anche molte linee elettriche e distributori di gas furono colpiti dai jets dell’esercito israeliano.

Fathi Khalil, il vice capo delle Autorità Energetiche a Gaza, riferisce che la crisi è chiaramente politica. “Ogni volta che discutiamo delle idee per combattere la crisi ed alleggerire il suo impatto, ci troviamo a fronteggiare barriere da tutte le direzioni” ha detto. Ricorda di quando discussero un piano per generare elettricità dall’energia solare e Israele rifiutò, bollandolo come “inefficiente” senza neppure concedere un tentativo.


Come se per Gaza non fosse abbastanza, il governo palestinese a Ramallah impone alte tasse alla compagnia elettrica di Gaza, che si ritrova carica di debiti.

Il funzionario palestinese ha aggiunto che Gaza avrebbe bisogno di circa 500 megawatt al giorno ma attualmente le viene consentito di avere solo 220 megawatt. Come risultato, ci sono molte ore di assenza di elettricità al giorno, a volte anche 12 ore al giorno.

Gaza ha tre principali fonti di elettricità. Le linee israeliane forniscono 120 megawatt e l’Egitto fornisce una quantità che non supera i 50 megawatt nelle aree sud della striscia, come Rafah. La centrale locale a Gaza riesce a malapena a generare 60 megawatt a causa della mancanza di gas necessario a mantenere la centrale operativa. Ci sono quattro generatori, dei quali solo due sono operativi.

Secondo Abu-Zohri, Abbas sta riuscendo nel suo intento di essere visto non solo come un fallimento politico ma anche come un fallimento etico nella consapevolezza generale della popolazione palestinese, in quanto ha mancato ancora una volta di mostrarsi al fianco del proprio popolo.

Trad. L. Pal – Invictapalestina.org

fonte: http://mondoweiss.net/2016/03/uproar-in-gaza-as-abbas-rejects-new-electricity-lines-to-address-power-crisis/

0 risposte a “Proteste a Gaza per il rifiuto di Abbas di nuove linee elettriche per la crisi energetica”

  1. Questo fatto crea confusione nell’opinione pubblica ed affievolisce la lotta per la liberazione della Palestina, favorendo il gioco di Israele.

    1. Più che confusione crea sconcerto, anche se ormai da più parti si critica l’AP sia dall’interno che dall’esterno della Palestina. Hai ragione nel dire che affievolisce la lotta per la liberazione e che favorisce il gioco di israele, ma quali e di chi sono le responsabilità?

      Rosario

      1. Le responsabilità sicuramente non sono nostre, ne possiamo interferire in questioni che conosciamo poco e che vanno affrontate e superate dall’interno. Comunque io continuo a sostenere che quelli che contano all’ONU dovrebbero imporsi per una soluzione definitiva nel contenzioso israeliano-palestinese, inviando anche un contingente militare di interposizione come prevedono gli accordi di Oslo.

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