Come Alexandra Ocasio-Cortes ha sfidato il mito di Yitzhak Rabin il pacificatore

Quando è stato reso pubblico che Alexandra Ocasio-Cortez aveva declinato il suo intervento alla cerimonia commemorativa di Yitzhak Rabin, il responsabile delle pubbliche relazioni di Peace Now si affrettò a definirlo “un possente guerriero trasformatosi in pacificatore”, una descrizione che tradisce il suo sanguinoso passato.

Fonte – English version

 

Di Miko Peled – 28 Settembre 2020

Se non fosse stato per la defezione della rappresentante Alexandra Ocasio-Cortez, non molte persone avrebbero sentito parlare dell’evento celebrativo che si terrà per commemorare la ricorrenza dei 25 anni dall’assassinio del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin. Ocasio-Cortez è stata invitata da Americans for Peace Now (APN), a partecipare a questo evento. Sebbene inizialmente avesse accettato l’invito, in seguito annunciò che non avrebbe partecipato dopo aver appreso chi fosse realmente Rabin.

Peace Now è un’organizzazione che perpetua la menzogna di un Israele liberale e pacifico più di ogni altra, e al centro di questa menzogna c’è l’eredità di Yitzhak Rabin. Questa menzogna viene promulgata in modo così efficace e con tale dedizione che difficilmente si può biasimare Ocasio-Cortes per essere stata fuorviata e aver inizialmente accettato l’invito. Inutile dire che è una buona cosa che poi abbia ascoltato quelle voci che le chiedevano di declinare l’invito.

Una storia di violenza

Mio padre era un ufficiale militare israeliano che ha servito al fianco di Rabin per tre decenni. Insieme, facevano parte della milizia sionista pre-statale che terrorizzava i palestinesi ed eseguiva la campagna di pulizia etnica del 1948. Insieme, rimasero come ufficiali nelle nuove forze di difesa israeliane appena formate, costruendo l’esercito che poi mantenne e rafforzò il regime di apartheid coloniale in Palestina. Coloro che lo circondavano ammiravano Rabin, e la sua carriera nell’esercito fu fulminea, raggiungendo il grado di generale alla giovane età di 32 anni.

Fu capo dell’esercito sionista durante l’aggressione Israeliana del 1967 contro l’Egitto, la Siria e la Giordania. Mio padre servì come generale al fianco di Rabin durante questo attacco, annunciato come eroico e persino miracoloso. Tuttavia, la guerra del 1967 non fu né eroica né miracolosa. È stata un’aggressione ben pianificata ed eseguita. Israele aveva usato la sua forza militare contro paesi i cui eserciti erano deboli e impreparati, per conquistare le alture siriane del Golan, la penisola egiziana del Sinai e completare l’occupazione della Palestina. Come risultato di quell’aggressione, la Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza, così come le alture del Golan, fanno ora parte dello stato di Israele.

Si stima che 18.000 soldati arabi e 700 soldati israeliani siano stati uccisi in battaglia durante quella guerra. Sebbene non ci siano numeri esatti, i soldati israeliani di ritorno dalla guerra hanno ammesso che tra i 2.000 ei 3.000 prigionieri di guerra egiziani furono giustiziati da Israele e sepolti sotto le dune del deserto del Sinai. Centinaia di migliaia di civili sono stati resi profughi a seguito dell’aggressione Israeliana.

Non analizzeremo l’intera carriera di Rabin, ma basti dire che è stato un sionista fino alla fine e un criminale di guerra. Tuttavia, agli occhi dell’élite ashkenazita israeliana, era un’icona. Era un simbolo della potenza militare dello Stato di Israele, e anche se ha fatto tutto il possibile per uccidere, espropriare e negare ai palestinesi i loro diritti più elementari, è diventato un simbolo del cosiddetto Israele amante della pace, noto anche come sinistra sionista.

La sua immagine di uomo di pace è stata forgiata dagli Accordi di Oslo, una brillante trovata diplomatica che ha presentato Israele come un perseguitore della pace attraverso un accordo che è servito a rafforzare il suo controllo sulla Palestina, le sue risorse e il suo popolo.

L’assassino di Rabin

Il mito di Rabin come pacificatore è rafforzato dall’idea che sia stato assassinato per la pace. Rabin è stato assassinato da un uomo che rappresentava i due gruppi, all’interno della società israeliana, che egli disprezzava, e che si sentivano offesi e privati dei diritti civili dall’élite ashkenazita: i coloni della Cisgiordania e gli israeliani non ashkenaziti che provenivano dai paesi arabi.

Rabin non è stato ucciso perché ha tentato di portare la pace; è stato ucciso perché era un’icona della privilegiata élite sionista liberale.

Ha detto chiaramente che raggiungere una pace giusta e permettere al popolo palestinese di stabilire uno Stato indipendente era la cosa più lontana dai suoi pensieri. Sebbene non sia stato il primo o l’ultimo indegno destinatario del Premio Nobel per la pace, assegnandoglielo si è ridicolizzato il premio stesso.

Un paragone

Quando è stato reso pubblico che il rappresentante Alexandra Ocasio-Cortez aveva declinato la sua partecipazione alla cerimonia commemorativa di Yitzhak Rabin, Brian Reeves, addetto alle pubbliche relazioni di Peace Now Israele, ha twittato che Rabin era “un possente guerriero trasformato in pacificatore che ha pagato con la sua vita”. Il termine guerriero denota coraggio e atti di eroismo, come qualcuno che combatte per la libertà e la giustizia. Rabin era tutt’altro. Era un criminale di guerra che ha intrapreso la carriera di uccidere, espropriare e brutalizzare una nazione che non ha mai avuto neppure un carro armato, figuriamoci una forza militare di qualsiasi tipo.

In una rara intervista rilasciata a Beirut nel 1970, il grande scrittore e leader della resistenza palestinese Ghassan Kanafani disse: “Siamo una piccola nazione coraggiosa. Per noi, liberare il nostro paese, avere dignità, avere rispetto, avere i nostri sacrosanti diritti umani, è essenziale quanto la vita stessa”. Tragicamente, nel 1972, in un atto di codardia tipico delle forze israeliane, Kanafani fu brutalmente assassinato insieme alla nipote Lamees di 16 anni. Kanafani era un guerriero, ucciso per la sua dedizione alla causa della libertà senza la quale non potrà mai esserci pace.

Per oltre sette decenni, i palestinesi sono stati guerrieri nella loro lotta per la libertà. I palestinesi combattono per la giustizia e la liberazione usando qualunque mezzo possibile a loro disposizione. Il rifiuto del Rappresentante Ocasio-Cortez di commemorare il criminale di guerra sionista Yitzhak Rabin è un’altra vittoria in questa eroica battaglia.

Miko Peled è uno scrittore e attivista per i diritti umani, nato a Gerusalemme. E’ autore di “Il figlio del generale. Viaggio di un israeliano in Palestina”, e “Ingiustizia, la storia dei cinque della Fondazione Terra Santa.”

Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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