L’arabo-israeliano Diaa Saba, che gioca per la nazionale israeliana, firma un contratto biennale con l’Al-Nasr SC di Dubai
Fonte: English Version
Yasmina Allouche – 28 settembre 2020
Immagine di copertina: Il centrocampista ha già giocato per i club israeliani Maccabi Netanya e Hapoel Be’er Sheva (AFP / Al-Nasr SC)
Un calciatore israeliano diventerà il primo giocatore di quel paese a competere in un campionato arabo, dopo aver firmato un contratto di due anni con la squadra di calcio Al-Nasr SC di Dubai.
Diaa Saba, 27 anni, nato da una famiglia arabo-israeliana a Majd al-Krum, una città araba situata in Galilea nel distretto settentrionale di Israele, ha pubblicato sabato una sua immagine mentre era su un volo Emirates diretto a Dubai, confermando il suo trasferimento dalla squadra di calcio cinese di Guangzhou
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La mossa ha fatto seguito all’accordo del 15 settembre tra Emirati Arabi Uniti e Israele per normalizzare le relazioni, accordo sottoscritto durante una cerimonia alla Casa Bianca dove anche il Bahrein ne ha firmato uno simile.
“Benvenuto a Diaa Saba, benvenuto alla Blue Citadel “, ha scritto domenica Al-Nasr su Twitter, accompagnando il tweet con un video del giocatore che indossava la maglia numero nove nello stadio Al-Maktoum. Secondo la stampa, l’ingaggio di trasferimento per Saba è stato di 2,9 milioni di dollari.
Il centrocampista ha giocato per i club israeliani Maccabi Netanya dal 2014-18 e per l’ Hapoel Be’er Sheva per la stagione 2018-19, prima di firmare per Guangzhou R&F lo scorso anno per una cifra record di 5 milioni di euro (5,8 milioni di dollari), ingaggio che l’ha reso il calciatore israeliano più costoso della storia .
Saba ha segnato 87 gol in 255 presenze e attualmente ha 10 presenze con la nazionale israeliana.
Il mese scorso, un uomo d’affari degli Emirati Arabi Uniti legato a una società di investimenti di proprietà del vice primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mansour bin Zayed Al Nahyan, ha fatto un’offerta per investire nella squadra di calcio più controversa di Israele, il Beitar Jerusalem, nota per i suoi legami con l’estrema destra israeliana e con il Partito di governo del Likud, e per i suoi sentimenti razzisti anti-arabi e anti-musulmani.
La società di investimenti, l’Abu Dhabi United Group for Development and Investment, ha una quota di maggioranza nel City Football Group, che controlla le squadre di calcio in quattro continenti, incluso il Manchester City.
“Abbiamo fatto la cosa giusta”
Nel 2015, la Federcalcio palestinese fu costretta a ritirare la sua richiesta di sospendere Israele dalla Fifa, motivata dall’accusa di aver discriminato i calciatori palestinesi nei territori occupati, grazie alla pressione delle lobby israeliane e all’opposizione di alti funzionari della Fifa.
I palestinesi accusarono Israele di non aver consentito la libera circolazione dei giocatori palestinesi o stranieri e di aver ospitato cinque squadre del campionato di calcio israeliano aventi sede in insediamenti illegali, in violazione delle regole Fifa.
L’anno scorso, più di 200 club sportivi, associazioni e atleti palestinesi hanno chiesto il boicottaggio dell’azienda di abbigliamento sportivo Puma dopo che era diventato l’ultimo marchio a sponsorizzare la Israel Football Assosiation (IFA).
Coloro che avevano organizzato la campagna di boicottaggio accusarono la compagnia tedesca di aver contribuito a normalizzare l’occupazione consentendo a Israele di presentarsi come un paese “normale” nelle competizioni internazionali.
Puma ha sostituito Adidas come sponsor principale dell’IFA dopo che questa nel 2018 aveva concluso la sua sponsorizzazione a seguito di una campagna di boicottaggio simile.
L’Adidas all’epoca disse di sostenere e di difendere i diritti umani e confermò di aver sollevato con Fifa la necessità che l’organismo prendesse finalmente una decisione sullo status delle squadre degli insediamenti illegali.
Lo stesso anno, l’Argentina annullò una partita “di riscaldamento” della Coppa del Mondo con Israele inizialmente programmata ad Haifa, e poi spostata a Gerusalemme, a seguito delle pressioni riguardanti il trattamento israeliano dei palestinesi.
L’attaccante argentino Gonzalo Higuain dichiarò all’epoca che la squadra aveva “finalmente fatto la cosa giusta”.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” –Invictapalestina.org