Siamo sulla strada della nazificazione, come società israeliana

Il nazismo del 21° secolo non ha più bisogno di treni e camere a gas, ha metodi più “civili” per far scomparire un popolo.

Fonte: English version

Di Orly Noy – 29 settembre 2021

È ancora lecito fare un confronto? Quando si leggono testimonianze di famiglie che sono fuggite dalle loro case dal terrore dei predoni, o hanno nascosto bambini piccoli nelle stanze, è possibile fare un confronto adesso?

Il linciaggio dei coloni di ieri sulle colline a sud di Hebron avrebbe dovuto essere naturalmente il titolo principale di tutti i media questa mattina, e per molti giorni a venire. Il fatto che non sia così fa parte anch’esso dei “processi” che l’ex Vice Capo di Stato Maggiore Yair Golan ha correttamente esposto. Ma non è stato abbastanza saggio da chiarire il proprio ruolo e quello del suo partito Meretz in questi processi. Siamo sulla via della nazificazione, come società. La totale inconsiderazione delle vite palestinesi è così scontata per noi che è a malapena degno di nota e arriva solo ai margini delle notizie. Questa è una nazificazione di una società. Il nazismo del 21° secolo non ha più bisogno di treni e camere a gas, ha metodi più “civili” per far scomparire un popolo.

Ma c’è un sentimento profondo: l’ingegneria demografica della regione attraverso la violenza sfrenata. Questa è la definizione più elementare della politica israeliana oggi in relazione ai palestinesi nei Territori Occupati. Naturalmente, questo nazismo dei coloni ha il suo carattere speciale, che oltre al familiare orrore nazionalista porta anche un fanatismo religioso altrettanto orrendo. Questi atti di violenza si intensificano regolarmente durante il sabato ebraico e nei giorni festivi. E non è solo perché in quei giorni c’è più tempo libero. Questo è il modo per coloro che si sottopongono a quel processo di esprimere la supremazia ebraica che leggono nelle feste.

Che simbolismo amaro incomprensibile c’era ieri quando hanno compiuto il linciaggio durante la festività di Simchat Torah. Quella è la gioia della legge ebraica, il giorno in cui finiscono di leggere l’ultima parashah (Sezione della Torah) e ricominciano dall’inizio, dalla Genesi. Come si suol dire: questa è la nostra Torah, questo è ciò che abbiamo imparato dopo averla letta dall’inizio alla fine. Violenza che si ripete in un ciclo infinito, proprio come la lettura della Torah. Veramente, è possibile morire di vergogna e di dolore per questo ebraismo nazificante che qui cresce da anni, a gloria dello Stato ebraico.

Sono cresciuta in una comunità che il sionismo chiama con disprezzo “Ebraismo della diaspora”. E vi dirò, datemi altri duemila anni di esilio e non un giorno, vergognatevi dell’indipendenza con questa come sua facciata.

Tradotto dall’ebraico da Sol Salbe • Middle East News Service

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org