Women’s Boat to Gaza  al Parlamento europeo

Bruxelles (Belgio), 31 maggio 2016

Dalla fine della scorsa settimana, i preparativi per la Nave delle donne per Gaza, una nuova campagna della coalizione Freedom Flotilla, hanno fatto molti progressi, con l’obiettivo di partire per Gaza a metà settembre. Sia i membri dell’equipaggio sia i passeggeri saranno unicamente di sesso femminile. Il loro obiettivo? Sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla pratica illegale del blocco cui questo territorio è sottoposto. Shabnam Mayet, militante sudafricana per i diritti della persona, ricorda che «l’occupazione israeliana, in modo sistematico, viola impunemente sia il diritto internazionale sia le disposizioni dell’Onu».

Tra i delegati che hanno confermato la partecipazione alla campagna, Maireas Maguire, militante pacifista nordirlandese, vincitrice del premio Nobel per la Pace nel 1976, e Marama Davidson, deputata dei Verdi neozelandesi. I nomi delle altre delegate saranno resi noti durante le prossime settimane.

WBG_logo_800Uno degli obiettivi principali della nostra missione è quello di mostrare agli occhi del mondo intero gli effetti devastanti e la violenza del blocco imposto ai Palestinesi e alle Palestinesi di Gaza. Vogliamo sottolineare in modo più specifico la lotta delle donne e i molteplici ruoli che assumono all’interno della resistenza. Le donne di Gaza sono le guardiane della vita quotidiana in seno al loro territorio assediato e aggredito; sono coinvolte nella protezione e nello sviluppo delle loro comunità; giocano un ruolo determinante nella lotta per il diritto all’esistenza e all’autodeterminazione del loro popolo. La voce di queste donne deve essere ascoltata, soprattutto in periodi di estrema ingiustizia come quelli vissuti a Gaza dopo l’occupazione e l’imposizione del blocco.

In occasione della giornata internazionale di solidarietà con Gaza, il 31 maggio, ci teniamo anche a onorare la memoria delle vittime del massacro della Mavi Marmara, perpetrato nel 2010, quando dieci militanti pacifici sono stati uccisi dalla Marina israeliana, un atto illegale, commesso in acque internazionali, a tutt’oggi impunito. Tuttavia ricordiamoci che questa brutale aggressione non è nemmeno minimamente paragonabile alla violenza che ogni giorno viene inflitta a Gaza, di fronte a un totale silenzio della comunità internazionale.

Un rapporto delle Nazioni Unite dichiara che la Striscia di Gaza diverrà inabitabile entro il 2020. Case, scuole, ospedali, tutto è stato distrutto. Il 97% dell’acqua non è potabile e l’elettricità è disponibile solo qualche ora al giorno. La portavoce della squadra svedese della Nave delle donne per Gaza, Ellen Huttu Hansson dichiara che «forte del sostegno di numerose organizzazioni di donne di Gaza e di gruppi della società civile nel mondo, il nostro progetto ha il fine di trasmettere un messaggio di solidarietà e speranza. Se vogliamo smentire la terribile profezia di questo rapporto, bisogna che l’assedio venga tolto immediatamente».

La coalizione della Freedom Flotilla ha chiesto ai membri del Parlamento europeo di sostenere la Nave delle donne per Gaza. La coalizione ha anche chiesto ai governi di tutelare quest’iniziativa e di non ostacolare il corso della sua missione di solidarietà destinata ai Palestinesi e alle Palestinesi assediati che vivono a Gaza.

 trad. Marina S. – Invictapalestina

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Con solidarietà,

the Canadian Boat to Gaza team

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