Fedi nuziali per un matrimonio vietato in Terra Santa

Il matrimonio segreto tra un’eminente giornalista televisiva musulmana e l’attore ebreo co-protagonista della serie ‘Fauda’ solleva una bufera politica e religiosa in Israele.

Foto di copertina : La giornalista Lucy Aharish e l’attore Tsahi Halev, martedì dopo il loro matrimonio / VIDEO: EPV STRINGER REUTERS

Juan Carlos Sanz – Gerusalemme 12 Ottobre 2018

Né juppah (pallio nuziale ebraico) né sharia (legge islamica). Al matrimonio celebrato mercoledì al tramonto sulla costa settentrionale di Israele, non c’era alcuna presenza di simboli religiosi. La cerimonia nuziale tra la giornalista musulmana Lucy Aharish, 37, e l’attore e cantante ebreo Tsahi Halevi, 43, è stata celebrata  in segreto per evitare che i fanatici di entrambe le religioni tentassero di boicottare il matrimonio misto, vietato dalla legge e etichettato come empio dagli  ultra-ortodossi e dai salafiti, che tuttavia in questa occasione non hanno potuto impedire il trionfo dell’amore. La fama della prima giornalista arabo-israeliana in un notiziario di successo e la popolarità del cantante e co-protagonista della serie Fauda, ​​ conosciuto  a livello mondiale  tramite Netflix, li ha salvaguardati dalle minacce dei Montecchi e Capuleti di Terra Santa. Ma neppure la fama di un matrimonio da prima pagina è riuscito a liberarli dalla molestie dei social network, dalla velata maledizione ai loro futuri figli lanciata loro da un ministro ebreo ultrareligioso alle velate minacce dei più radicali.

“Abbiamo firmato un accordo di pace”, ha scherzato la coppia nell’invito alle nozze  inviato agli amici intimi. La comunità arabo-israeliana alla quale Lucy Aharish  appartiene, e che rappresenta un quinto della popolazione, è composta dai Palestinesi che sono rimasti entro i confini dello Stato ebraico dopo la sua nascita 70 anni fa. Le immagini della cerimonia, distribuite tramite Instagram, sono arrivate sui media israeliani dopo la mezzanotte insieme a una breve dichiarazione trasmessa su un programma del canale privato Reshet 13, per il quale la presentatrice lavora.

In Israele non esiste il matrimonio civile. Lo Stato riconosce solo la validità dei matrimoni religiosi celebrati con i riti del rabbinato, dell’Islam o delle chiese cristiane. Per la maggioranza ebraica della popolazione, i contratti nuziali sono nelle mani di rabbini ultra-ortodossi che impediscono alle donne di divorziare senza il consenso del marito. Non potendo essere celebrati con rito civile, i matrimoni interreligiosi sono rari. Dei 58.000 matrimoni celebrati nel 2015, solo 23 erano tra Arabi ed Ebrei.

Dei 58.000 link celebrati nel 2015, solo 23 erano tra Arabi ed Ebrei

Aharish, che  ha guadagnato la notorietà internazionale  denunciando nel dicembre del 2016 “l’Olocausto” che  i civili siriani stavano soffrendo durante il sanguinoso assedio della parte orientale di Aleppo, aveva da quattro anni una relazione stabile con Halevi. La loro convivenza non era un segreto tra la stampa “rosa” di Tel Aviv, che tuttavia non lo ha divulgato per evitare di attirare su di loro le vessazioni degli estremisti ebrei e musulmani.

L’assimilazione degli Ebrei

Nonostante l’apparente silenzio ufficiale, giovedì in Israele non si parlava d’altro. Il ministro degli Interni, l’ultra-ortodosso Ayre Deri, ha dichiarato alla radio che lo Stato non dovrebbe incoraggiare matrimoni misti per evitare “l’assimilazione degli Ebrei”. Si riferiva alla perdita del diritto di essere riconosciuto membro di quella religione per nascita, diritto che nel giudaismo può essere trasmesso solo dalla madre. “Sono una coppia innamorata e si sono sposati , ma questo non è un bene “, ha aggiunto il ministro. “Avranno figli che a causa della loro condizione  dovranno affrontare molti problemi”, ha aggiunto. “Però  se Lucy lo desidera, può avviare il percorso  di conversione.”

Attraverso Twitter, il deputato del partito Likud, Oren Hazam, ha indicato alla giornalista l’apostasia come unica via per la sua redenzione, lasciando l’Islam per convertirsi all’ebraismo. “Non ho niente di personale contro di  lei. Non sto accusando Lucy Aharish di aver sedotto un Ebreo per danneggiare la nostra nazione e il suo lignaggio “, ha sottolineato il parlamentare, che è stato ripetutamente sanzionato dalla Knesset per i suoi comportamenti estremisti. ” Incolpo Tsahi Halevi per aver preso troppo sul serio il ruolo  interpretato in Fauda.” La serie israeliana racconta le  difficoltà dei “mistaravim” (in ebraico quelli che vivono tra gli Arabi), un’unità dell’esercito che opera clandestinamente nei Territori palestinese sotto le mentite spoglie  di Palestinesi e che quindi conoscono il dialetto e i costumi della Cisgiordania.

Da una trincea ancora più radicale, l’attivista ebreo Bentzi Gopstein, leader dell’organizzazione Lehava, contrario ai matrimoni misti, ha chiesto all’attore israeliano di “preservare la dignità del popolo ebraico e non cadere nella assimilazione”. Nel 2015 Gopstein fu accusato dalle comunità cristiane di Terra Santa di aver difeso in una yeshiva (scuola rabbinica) l’incendio delle chiese in quanto  “centri di idolatria”. Queste parole furono pronunciate poco dopo l’attacco incendiario al santuario di Tabgha, vicino al Mare di Galilea, dove la tradizione cristiana pone il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Con una metafora ispirata alla saga di Harry Potter, la parlamentare laburista Shelly Yachimovich ha difeso la coppia ebreo-musulmana. “Non dimentichiamo che i Mangiamorte (i seguaci dell’oscuro Lord Voldemort) credono che solo i maghi purosangue abbiano il diritto di esistere, mentre tale diritto non viene riconosciuto a  chiunque sposi un babbano (umano senza abilità magiche). Mi dispiace dover ricorrere a una metafora così sottile “, ha detto la parlamentare con  una chiara allusione al razzismo che sta alla base di chi critica il matrimonio.

Discriminata per essere Araba

Tre anni fa Lucy Aharish  fu premiata dal governo israeliano come modello di integrazione dei cittadini arabi, mentre settori della sua stessa comunità e della società palestinese condannarono  le sue attività in quanto favorirebbero la “normalizzazione dell’occupazione”. Ora,  sposando un Ebreo , è anche soggetta alle  invettive dei radicali ebraici per aver violato un tabù culturale e religioso. Halevi, un esperto attore del Teatro Nazionale Habima di Tel Aviv, si è specializzato nella rappresentazione di personaggi arabi, l’ultimo dei quali è stato il dittatore libico Muammar Gheddafi nel film “The Angel”, prodotto da Netflix. I suoi detrattori, come Oren Hazam, lo chiamano “islamizzato”. La  giornalista ha ammesso di aver subito discriminazioni a causa del suo status di araba-israeliana , così  come la condanna della comunità musulmana per la sua relazione sentimentale al di fuori dell’Islam.

Per superare i veti e la xenofobia, sempre più Israeliani celebrano i loro matrimoni all’estero, in particolare nelle vicina Cipro. Lo Stato ebraico riconosce senza restrizioni la validità di questi matrimoni civili,  cosa di cui ha anche approfittato la fiorente comunità omosessuale israeliana per legalizzare le unioni contratte all’estero. Negli ultimi due anni Il tasso dei matrimoni rabbinici è diminuito dell’8% in Israele, una caduta che  raggiunge il 15% nella liberale Tel Aviv. Aharish e Halevi sembrano aver optato per un matrimonio alternativo: una cerimonia privata durante la quale si suggella  davanti a un avvocato un’unione di fatto che viene poi iscritta in un registro pubblico.

Condanne  e congratulazioni per il matrimonio della presentatrice e dell’attore continuano a circolare sui social network in Israele, un Paese di caste in cui nelle città e nei quartieri religione e abitudini sono come confini tra i diversi modi di vivere. Contro alcuni messaggi apocalittici, una crescente maggioranza sembra aver celebrato il matrimonio di Lucy e Tsahi con sinceri messaggi di “Mabruk!” e “Mazel Tov!”, felicità e buona fortuna. Grazie a loro, chissà che non si inizi a rompere la coppa che simboleggia l’unione d’amore con una mano tinta di hennè.

 

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” Invictapalestina.org

Fonte: https://elpais.com/internacional/2018/10/11/actualidad/1539283578_852987.html

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