No al Pinkwashing di Eurovision. Oltre 60 gruppi LGBTQIA invitano al boicottaggio del Concorso canoro in Israele.

Le organizzazioni di liberazione queer e trans di quasi 20 Paesi europei e non solo, chiedono alle comunità LGBTQIA globali di prendere posizione a favore dei diritti umani dei Palestinesi e di boicottare l’Eurovision Song Contest 2019 in Israele.

Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) – 29 gennaio 2019

Foto:  Boycott_Eurovision_Pinkwashing.png – No to Eurovision Pinkwashing

29 gennaio 2019 – Più di 60 organizzazioni di liberazione queer e trans di quasi 20 Paesi europei e non solo, chiedono alle comunità LGBTQIA globali di prendere posizione  a favore dei diritti umani dei Palestinesi e di boicottare l’Eurovision Song Contest 2019 in Israele.

I firmatari condannano l’uso “vergognoso” di Israele dell’Eurovision, che ha un forte seguito tra le comunità LGBTQIA, per “distrarre l’attenzione dai suoi crimini di guerra contro i Palestinesi” e “proseguire con  la sua agenda di pinkwashing, l’uso cinico dei diritti degli omosessuali per sviare l’attenzione dall’Occupazione, dal colonialismo degli insediamenti e dall’apartheid e per normalizzarli”.

La dichiarazione, rilasciata dai gruppi queer palestinesi, ricorda le rivolte di Stonewall del 1969 che simboleggiano la resistenza LGBTQIA contro le molestie e le violenze quotidiane, tracciando un parallelismo con le decine di migliaia di Palestinesi che, attraverso la Grande Marcia del Ritorno, manifestano a Gaza contro decenni di oppressione violenta e di violazione dei diritti fondamentali da parte di Israele.

Dallo scorso marzo, i cecchini dell’esercito israeliano hanno ucciso più di 200 Palestinesi disarmati  che partecipavano alle proteste a Gaza e ne hanno feriti 18.000, di cui molti sono rimasti disabili a vita in quelli che Amnesty International ha descritto come “ sforzi  deliberati ” per uccidere e mutilare.

Israele  tenne un concerto celebrativo con la vincitrice dell’Eurovision 2018, Netta Barzilai, la sera del giorno più micidiale della protesta di Gaza, quando le forze israeliane massacrarono 62 Palestinesi disarmati.

Netanyahu ha definito Barzilai ” il miglior ambasciatore di Israele “.

I firmatari chiedono anche il boicottaggio del Pride di Tel Aviv patrocinato dal governo israeliano,  in quanto sostengono  che il governo” promuovendo l’Eurovision a fianco del Tel Aviv Pride, mira a trarre i massimi benefici da un intero mese di pinkwashing”.

Tra i firmatari  ci sono i Collettivi Palestinesi al-Qaws per la Sessualità e la Diversità di Genere Nella Società Palestinese , Pinkwatching Israel e Aswat- Centro Femminile Palestinese per la Libertà di Sessualità e di Genere, il comitato nazionale LGBT di UNISON , uno dei maggiori sindacati del Regno Unito, gruppi ACT UP  di Francia e del Regno Unito, le Panteras Rosa portoghesi , più di 20 gruppi queer e trans  di Spagna e Italia, la Rete di Liberazione Gay, la Federazione Metodista per l’Azione Sociale e Jewish Voice for Peace New York City Queer Caucus negli Stati Uniti.

La dichiarazione dei gruppi LGBTQIA  fa seguito a un’ondata di sostegno alla chiamata palestinese di  #BoycottEurovision2019 in Israele che include artisti, ex vincitori dell’Eurovision, concorrenti e presentatori, politici, sindacati. Decine di migliaia di persone hanno firmato una petizione che sollecita un boicottaggio dell’Eurovision, e la band britannica The Tuts ha rifiutato l’invito a partecipare al concorso Eurovision nel Regno Unito.

Haneen Maikey, direttrice di alQaws per la Sessualità e la Diversità di Genere nella Società Palestinese, ha commentato:

“Come  queer palestinesi, siamo rincuorat* dal crescente numero di comunità LGBTQIA che prendono posizione contro  il pinkwashing di Israele in una concreta dimostrazione di solidarietà.”

Le comunità LGBTQIA vogliono evitare che il regime di oppressione israeliano usi la lotta di liberazione dei queer e dei trans  come cortina fumogena per nascondere la sua violenta oppressione dei Palestinesi. Stanno dicendo: “I nostri diritti sono indivisibili dai diritti di tutte le comunità oppresse”.

Partecipare e promuovere l’invito a boicottare l’Eurovision 2019 in Israele e al Tel Aviv Pride aiuta a denunciare la riprovevole cooptazione del governo israeliano dei diritti omosessuali come strumento di pubbliche relazioni per nascondere i suoi crimini contro i Palestinesi. Infliggono un duro colpo alla sua vergognosa strategia di pinkwashing nel  mantenere il suo regime di apartheid e la sua secolare colonizzazione e occupazione della Palestina.

Per l’elenco completo dei firmatari, consultare il sito web di Pinkwatching Israel .

La campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) è stata avviata nel 2004 per contribuire alla lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza palestinese. Il PACBI sostiene il boicottaggio delle istituzioni accademiche e culturali israeliane, data la loro profonda e persistente complicità nella negazione dei diritti palestinesi da parte di Israele, come previsto dal diritto internazionale. Visita PACBI a https://bdsmovement.net/pacbi e seguici su Twitter @PACBI

 

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” Invictapalestina.org

Fonte: https://bdsmovement.net/news/no-eurovision-pinkwashing-more-60-lgbtq-groups-call-boycott-song-contest-israel?fbclid=IwAR3E4jXKGa51HRvZDVyJsnfzAaEpprBX1qleXuQ7JDIm_zOYe3SOLX3Kjwg

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