Madonna si esibirà nell’Eurovision a Tel Aviv?

I media israeliani riferiscono che a maggio Madonna si esibirà all’Eurovision Song Contest, ma l’apparizione della superstar sta incontrando ostacoli.

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di Tamara Nassar, 21 marzo 2019

FOTO – Madonna potrebbe esibirsi all’Eurovision Song Contest di Tel Aviv a maggio. Mark Cornelison MCT

Secondo alcune testimonianze una delle canzoni che Madonna avrebbe voluto presentare a Tel Aviv ha incontrato l’opposizione dei funzionari di Eurovision, è quanto riporta Ynet di Israele.

Il contenuto della canzone non è chiaro.

Il direttore di Kan, l’emittente pubblica israeliana che produce l’evento a Tel Aviv, ha invitato gli organizzatori di Eurovision a non interferire nelle decisioni artistiche di Madonna.

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A quanto pare, Madonna sta chiedendo più di 1 milione di dollari per la sua performance e il magnate immobiliare canadese-israeliano Sylvan Adams si offre di pagare il compenso di Madonna.

Israele vede nell’ospitare Eurovision una grande opportunità di propaganda internazionale, considerandola alla stregua di un “progetto nazionale” con pieno sostegno governativo e oltre 30 milioni di dollari in finanziamenti statali.

Adams ha dichiarato a The Jerusalem Post di vedere Eurovision, in particolare, come “un enorme possibilità per dare impulso al turismo” in Israele e mostrare “la libertà e l’apertura, la tolleranza e la sicurezza nel nostro Paese”.

“Abbiamo contattato Madonna per provare ad aggiungere un poco di sfarzo all’evento”, ha detto Adams.

“Sarebbe molto bello se venisse qui e partecipasse all’Eurovision Song Contest.”

Madonna si è già esibita in Israele nel 2012, ignorando le richieste di boicottaggio culturale.

“Console onorario”

Adams si descrive come un “auto-nominatosi Console onorario di Israele”.

Ha giocato un ruolo importante nel portare il Giro d’Italia a Gerusalemme lo scorso anno, gara che, nonostante le richieste provenienti dalla società civile palestinese di boicottare l’evento, ha comunque avuto luogo.

Anche in quel caso, Adams non ebbe timidezze circa le sue motivazioni politiche nel promuovere ciò che è stato commercializzato come un mero evento sportivo.

“Voglio mostrare alla gente come Israele sia normale – che si tratta di una nazione moderna, occidentale, pluralista e libera dove tutti vanno d’accordo”, ha detto al Jewish Chronicle.

Quando gli organizzatori annunciarono che la corsa sarebbe iniziata a ‘Gerusalemme Ovest’, Adams afferma di “averli convinti che un posto del genere non esiste e lo hanno sostituito in ‘Gerusalemme'” – un’ammissione che l’evento sportivo faceva parte dello sforzo di Israele di affermare la sovranità su tutta la città , in violazione del diritto internazionale.

La gara, che doveva celebrare 70 anni di ‘indipendenza israeliana’, è iniziata pochi giorni prima che i palestinesi commemorassero la Nakba, che segnava 70 anni da quando le forze sioniste hanno scacciato circa 800.000 palestinesi, svuotando o distruggendo nel processo centinaia di città, paesi e villaggi.

 

Falso supporto

L’app Act.IL, supportata dal governo israeliano, è stata lanciata in una finta campagna sui social media – una tattica nota come “astroturfing” – che orienta gli utenti a lodare e dare il benvenuto ai partecipanti a Eurovision per le loro performance nel programma.

Israele ha già in precedenza utilizzato l’app per truccare sondaggi online sul fatto che l’Irlanda dovrebbe boicottare l’Eurovision Song Contest di quest’anno ospitato da Israele.

La rockstar Roger Waters sta sollecitando il cantante portoghese Conan Osiris e altri finalisti che rappresentano i loro paesi a ritirarsi da Eurovision.

Osiris “ha detto di non essere sicuro se andare o meno a Tel Aviv”, ha detto Waters in un post su Facebook, esortandolo a “unirsi alla vasta rete di artisti che ascoltano la chiamata palestinese a boicottare Eurovision nell’apartheid di Tel Aviv.”

“Gli ho scritto e suggerito che qui aveva l’opportunità di alzare la voce per la vita sopra la morte e anche per i diritti umani sopra le ingiustizie umane”, ha detto Waters.

Waters ha esortato Osiris a stare “fianco a fianco con i suoi fratelli e sorelle oppressi in Palestina” e “mostrare solidarietà per i 189 manifestanti disarmati uccisi dai cecchini israeliani a Gaza solo l’anno scorso, inclusi almeno 35 bambini”.

Finora, si stima che 20.000 visitatori stranieri parteciperanno al concorso musicale a maggio – molto meno di quanto previsto in precedenza, secondo Haaretz, che ha citato prezzi elevati e scarsa organizzazione.

“Il punto di rottura è arrivato due settimane fa quando 180.000 persone, per la maggior parte straniere, che hanno cercato di acquistare i biglietti semplicemente non hanno potuto fare i loro acquisti”, ha affermato il giornale.

 

Proteste band islandese

 

Intanto, Israele potrebbe bandire il concorrente islandese di Eurovision, Hatari, per la protesta contro gli abusi di Israele pianificata della band per la competizione, così come per il suo sostegno al BDS – boicottaggio, disinvestimento e sanzioni – movimento per i diritti dei palestinesi.

Hatari è nel mirino di Shurat HaDin, un gruppo israeliano legato all’agenzia di spionaggio e assassinio del Mossad. Il gruppo impiega procedimenti giudiziari falsi e di matrice politica nel tentativo di molestare, silenziare e scoraggiare i sostenitori dei diritti palestinesi.

La direttrice di Shurat HaDin, Nitsana Darshan-Leitner, ha dichiarato che il gruppo intende utilizzare una legge che Israele ha recentemente approvato per imbavagliare i sostenitori del movimento BDS per cercare di impedire ai membri della band di entrare in Israele.

Israele non ha usato la sua app per dare il benvenuto a Hatari in Eurovision:

 

“La band islandese ha pubblicamente ed esplicitamente fatto appello e sostenuto il boicottaggio di Israele. Deve essere loro proibito di entrare nel paese”, ha affermato Darshan-Leitner.

L’anno scorso, Shurat HaDin ha citato in giudizio due attiviste neozelandesi per i diritti umani, ai sensi della legge anti-boicottaggio israeliana, per aver scritto un articolo in cui si chiedeva alla pop star Lorde di non esibirsi in Israele, in solidarietà con i palestinesi che soffrivano sotto occupazione militare israeliana e assedio.

Gli esperti legali hanno respinto il giudizio contro le attiviste della Nuova Zelanda in quanto senza valore e inapplicabile.

 

 

Traduzione: Simonetta Lambertini

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