I pazienti con insufficienza renale affrontano una morte lenta nel mezzo del Genocidio israeliano a Gaza

Il personale sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo afferma che quasi 60 pazienti con insufficienza renale sono a rischio di morte in qualsiasi momento, e almeno altri 20 sono già morti, a causa dell’impossibilità di ricevere cure adeguate a causa dei continui attacchi militari di Israele

Fonte: English version

Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 14 marzo 2024

Territorio Palestinese – Migliaia di persone affette da malattie croniche e gravi, compresi pazienti con insufficienza renale, affrontano una morte lenta nel mezzo del Genocidio di civili palestinesi da parte di Israele nella Striscia di Gaza, in corso dal 7 ottobre 2023.

Ci sono tra i 1.000 e i 1.500 pazienti con insufficienza renale nella Striscia e le condizioni di salute di questi pazienti si stanno rapidamente aggravando a causa della mancanza di servizi medici e terapeutici, di farmaci e di altre forniture necessarie. Il collasso del sistema sanitario ha messo a dura prova gli ospedali, la maggior parte dei quali sono in difficoltà a causa dei danni, dell’assedio e delle interruzioni delle forniture di carburante, elettricità e acqua pulita. Di conseguenza, i pazienti non ricevono più servizi di dialisi regolari.

Gli ospedali in tutta la Striscia di Gaza lottano soprattutto con una grave mancanza di carburante, strumenti chirurgici, personale medico, cibo e farmaci, compresi gli anestetici. Ciò è particolarmente vero nella parte settentrionale della Striscia, dove ci sono solo sei ospedali parzialmente operativi. Ciò ha un grave impatto sulla sicurezza e sul benessere dei pazienti con insufficienza renale.

Il personale sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo afferma che quasi 60 pazienti con insufficienza renale sono a rischio di morte in qualsiasi momento, e almeno altri 20 sono già morti, a causa dell’impossibilità di ricevere cure adeguate a causa dei continui attacchi militari di Israele. Israele prende di mira sistematicamente il sistema sanitario della Striscia di Gaza, costringendo la maggior parte degli ospedali e dei centri sanitari a chiudere completamente. Negli ultimi cinque mesi è stato documentato un gran numero di nuovi pazienti, ma a causa del crollo delle istituzioni governative e amministrative della Striscia, non sono stati ufficialmente aggiunti alla banca dati del sistema sanitario per ricevere i trattamenti di cui hanno bisogno.

Sia anziani che giovani sono morti, alcuni hanno esalato il loro ultimo respiro mentre utilizzavano i dializzatori perché non avevano accesso all’elettricità, all’acqua  o alle risorse mediche necessarie per i loro casi. Le difficili condizioni di sicurezza e il prolungato confinamento domiciliare dei pazienti durante le operazioni di terra israeliane hanno anche aumentato il numero di pazienti con insufficienza renale morti perché non potevano raggiungere un ospedale.

I frequenti e intensi bombardamenti di case e strade da parte di Israele impediscono ai pazienti di accedere agli ospedali per sessioni di dialisi e altri trattamenti necessari, nonché di ottenere acqua pulita. Ciò rappresenta una sfida per loro in un momento in cui le tossine si accumulano nei loro corpi a un ritmo pericoloso.

Nel frattempo, la totale mancanza di energia elettrica ha fatto sì che l’impianto di desalinizzazione che tipicamente pompa l’acqua all’Ospedale di Al-Shifa di Gaza venisse messo fuori servizio. Ciò ha avuto ripercussioni sul numero limitato di macchine per la dialisi dell’ospedale, alcune delle quali si sono guastate, rendendo impossibile per i pazienti ricevere l’assistenza sanitaria di cui hanno disperatamente bisogno. Di conseguenza, sono costretti a ricevere la dialisi sporadicamente, in base agli orari ospedalieri piuttosto che alle loro esigenze mediche.

A causa della carenza di carburante per i generatori elettrici di riserva e di acqua dolce necessaria per il processo di dialisi, le operazioni di dialisi presso l’Ospedale Al-Shifa hanno dovuto essere notevolmente ridotte. Allo stesso tempo, si ritiene che l’ospedale stia trattando circa 40 pazienti con insufficienza renale al ritmo di due sessioni a settimana, della durata di quattro ore ciascuna. Prima dell’inizio degli attacchi militari israeliani in corso, l’Ospedale Al-Shifa curava 450 pazienti.

L’aggravarsi delle sofferenze dei pazienti con insufficienza renale è anche legato alla malnutrizione, dovuta al dilagare della carestia, soprattutto a Gaza Città e nelle aree settentrionali della Striscia. La maggior parte delle persone nel Nord del Paese sopravvivono nutrendosi di legumi e bevendo acqua sporca, che riducono la funzionalità renale e provocano l’accumulo di tossine dannose per la salute dei pazienti.

Sorprendentemente, il Ministero della Salute di Gaza ha dichiarato, diverse settimane prima dell’inizio degli attacchi militari israeliani nell’ottobre 2023, che esisteva una grave carenza di assistenza medica per i pazienti con insufficienza renale. Il Ministero ha inoltre affermato che offriva 13.000 sessioni di dialisi al mese in sei centri nei cinque Governatorati della Striscia di Gaza e che le scorte che aveva a disposizione, come tubi per trasfusione di sangue, cannule e filtri per dialisi, erano quasi completamente esaurite. .

Secondo il Ministero, quasi il 70% dei pazienti con insufficienza renale sono a rischio di gravi complicazioni di salute a causa dei continui bombardamenti e ordini di sfollamento, delle difficoltà di accesso ai servizi di dialisi e delle restrizioni israeliane sulla quantità, qualità e durata delle cure mediche. Le misure di Israele hanno lo scopo di garantire che il sistema sanitario della Striscia sia in uno stato di collasso e di negare ai palestinesi il diritto a cure mediche necessarie e adeguate, mettendo le loro vite in serio pericolo.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo esprime ancora una volta la sua inequivocabile condanna della distruzione sistematica e dell’assedio degli ospedali nella Striscia di Gaza da parte di Israele, che ha provocato la morte, l’arresto e la tortura di numerosi membri del personale medico e amministrativo. Israele ha anche fortemente limitato e addirittura impedito l’ingresso di forniture mediche e medicinali negli ospedali e nelle farmacie, in particolare nella Città di Gaza e nel Nord, decimando il settore sanitario della Striscia, il tutto mentre il numero di palestinesi malati e feriti è ai massimi storici.

I crimini contro il settore sanitario nella Striscia di Gaza nel suo insieme sono solo una parte della Campagna di Genocidio che Israele porta avanti ormai da quasi sei mesi. Questo crimine è un tentativo deliberato e pianificato di causare gravi danni fisici e psicologici ai palestinesi della Striscia, sottoponendoli tutti a condizioni estremamente dure che alla fine porteranno alla morte se la comunità internazionale non interviene immediatamente.

La comunità internazionale deve agire rapidamente e con forza per fare pressione su Israele affinché metta fine al Genocidio contro il popolo della Striscia di Gaza, metta fine all’assedio e consenta l’ingresso urgente ed efficiente di aiuti umanitari, comprese le forniture mediche. L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha lanciato un appello alle organizzazioni internazionali competenti, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, affinché attirino l’attenzione sulle terribili condizioni sanitarie affrontate da migliaia di persone malate e ferite nella Striscia. Esortiamo queste organizzazioni a utilizzare ogni risorsa disponibile per fornire aiuti umanitari per salvare la vita di queste persone estremamente vulnerabili.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org