L’esercito israeliano sta tentando di sottrarsi alla responsabilità dell’ennesimo massacro della farina a Gaza

Le indagini iniziali, le testimonianze di presenti e feriti e i dati sul campo indicano tutti l’intenzione dell’esercito israeliano di continuare a uccidere i civili palestinesi che stanno cercando di ricevere forniture umanitarie

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 16 marzo 2024

Territori Palestinesi – L’esercito israeliano sta ancora una volta tentando di sottrarsi alla responsabilità del massacro di civili palestinesi accalcati in attesa degli aiuti. Il più recente “massacro della farina” israeliano è avvenuto la scorsa notte vicino alla rotonda del Kuwait, alla periferia di Gaza Città, e ha provocato più di 80 morti e 200 feriti, molti dei quali sono in gravi condizioni.

L’esercito israeliano ha diffuso un filmato in cui compare un individuo armato, nel tentativo di affermare che uomini armati palestinesi erano responsabili della morte delle vittime del recente massacro. Il filmato in questione, tuttavia, non conferma l’affermazione dell’esercito israeliano. Al contrario, durante le nostre indagini iniziali sono emerse quattro prove sul crimine e sul filmato rilasciato dall’esercito israeliano confermanti che le vittime uccise e ferite di questo massacro non sono state colpite dagli spari che appaiono in questo video.

A giudicare dal video dell’esercito israeliano, la sparatoria sembra essere avvenuta in un luogo diverso dal luogo del massacro. Nello specifico, l’uomo armato ha sparato vicino alla rotatoria di Dawla, a Sud-Est di Gaza Città, a circa due chilometri dalla rotatoria del Kuwait, dove è avvenuta la carneficina.

In secondo luogo, un’analisi di diverse vittime dell’ultimo massacro della farina indica che sono state colpite con proiettili NATO da 5,56 x 45 mm, che vengono sparati dalle armi in dotazione all’esercito israeliano. Alcuni dei proiettili rinvenuti nei corpi dei feriti e dei morti sono dello stesso tipo di proiettili rinvenuti sulla scena del primo massacro della farina, avvenuto il 29 febbraio e che provocò centinaia di morti e feriti.

Il video recentemente diffuso dall’esercito israeliano rende abbondantemente evidente che solo una persona era coinvolta nell’incidente raffigurato e che stava sparando in aria, presumibilmente nel tentativo di dissuadere i civili dall’avvicinarsi a un’area dove sono stazionati veicoli militari israeliani. Il filmato mostra anche che, nonostante la sparatoria, nessuno è caduto nelle vicinanze, poiché nel filmato non sono visibili corpi o persone ferite. Ciò è chiaro al 21° secondo del video, quando l’uomo inizia a sparare in quella che sembra essere la direzione di un altro uomo in piedi proprio di fronte a lui. Senza dubbio illeso, quest’altro uomo continua a camminare tra la folla, senza mostrare segni di paura o confusione.

Infine, i filmati rilasciati dai media e dai testimoni oculari dopo il massacro dimostrano l’enorme danno e distruzione lasciati sul luogo. Questo livello di danno e distruzione non può essere causato dai colpi di pistola sparati dalla persona mostrata nel video dell’esercito israeliano.

Queste prove integrano le testimonianze raccolte da feriti e testimoni che si trovavano nelle vicinanze della rotatoria del Kuwait durante l’ultimo massacro. Tutti gli intervistati hanno confermato di essersi trovati sotto il fuoco di proiettili di artiglieria e mitragliatrici da elicotteri, droni quadricotteri e carri armati.

Secondo il sopravvissuto Ziad Saeed Madoukh, che è rimasto ferito, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco sulla folla una volta che i camion degli aiuti umanitari hanno raggiunto la rotonda del Kuwait. Anche dopo che parte degli aiuti furono distribuiti, le forze israeliane continuarono a sparare sulla folla, con l’apparente intenzione di uccidere la gente affamata.

Ibrahim Al-Najjar, un altro sopravvissuto, ha raccontato di aver cercato di procurare un sacco di farina per i suoi figli. Al-Najjar ha dichiarato che lui e gli altri si sono trovati sotto il fuoco delle mitragliatrici e dell’artiglieria, nonostante si trovassero nell’area designata per la distribuzione degli aiuti.

L’esercito israeliano non può sottrarsi alla responsabilità per le atrocità avvenute giovedì sera o per gli altri “massacri della farina” che si sono ripetuti quasi quotidianamente contro i civili palestinesi che cercavano di ottenere aiuti, affermando che le sue forze “non hanno aperto il fuoco verso il convoglio umanitario alla rotatoria del Kuwait”, annunciando allo stesso tempo che sta conducendo una propria indagine sull’incidente. Le indagini iniziali, le testimonianze di presenti e feriti e i dati sul campo indicano tutti l’intenzione dell’esercito israeliano di continuare a uccidere i civili palestinesi che stanno cercando di ricevere forniture umanitarie nella Città di Gaza e nel Nord della Striscia nel mezzo della campagna israeliana per ridurre alla fame l’enclave assediata.

Il video non assolve l’esercito israeliano dal suo crimine, soprattutto perché la data del filmato e l’identità della persona armata in esso presente sono ancora sconosciute. In nessun caso i filmati dell’esercito israeliano dovrebbero essere considerati validi e credibili; questo non solo perché Israele ha ripetutamente pubblicato filmati palesemente manipolati per scagionarsi dai crimini commessi, ma anche perché il filmato non è stato esaminato da un organismo investigativo esterno indipendente che abbia pieno accesso alle informazioni dell’esercito. Se il filmato di Israele viene accettato incondizionatamente, ci ritroveremo ancora una volta con una situazione ridicola in cui il suo esercito è allo stesso tempo vittima, investigatore e giudice.

L’esercito israeliano ha spesso diffuso filmati manipolati per supportare gli attacchi contro i civili palestinesi. Il 3 marzo, ad esempio, ha diffuso un video in cui accusava due persone a Gaza di possedere granate lanciarazzi.

L’affamare gli abitanti di Gaza ostacolando l’ingresso e la distribuzione delle forniture umanitarie, in particolare a Gaza Città e nella Striscia settentrionale, sommato all’uccisione di queste persone disperate, dimostra l’obiettivo di Israele di sfollare con la forza i palestinesi come parte del suo Genocidio, in corso dal 7 ottobre 2023.

Le misure israeliane e le punizioni collettive dei residenti della Striscia di Gaza mirano chiaramente e direttamente a far morire di fame l’intera popolazione ed esporre tutti i palestinesi al rischio reale di morte. Israele usa la fame non solo come strumento di guerra, un Crimine di Guerra in sé, ma anche come parte del Crimine di Genocidio che sta commettendo contro i residenti della Striscia ormai da cinque mesi.

Le esecuzioni extragiudiziali da parte dell’esercito israeliano e le uccisioni intenzionali e illegali di civili palestinesi che non hanno preso parte alle ostilità costituiscono gravi violazioni del Diritto Internazionale Umanitario e sono Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità come definiti dallo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Questi crimini, che Israele ha commesso contro la popolazione della Striscia di Gaza dal 7 ottobre, violano il diritto dei palestinesi alla vita in conformità con il Diritto Internazionale Umanitario e costituiscono atti di Genocidio.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo rinnova l’appello alla comunità internazionale affinché costringa Israele a fermare la sua campagna di privazione alimentare contro i palestinesi nella Striscia di Gaza al fine di prevenire un’imminente e catastrofica carestia di massa e di ritenere Israele responsabile dei suoi crimini e delle gravi violazioni contro la Striscia e la sua intera popolazione palestinese.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo chiede inoltre un intervento internazionale più efficace e deciso per consentire la consegna sicura, completa e affidabile di forniture umanitarie alla Striscia, senza alcun ostacolo, e garantire così la fornitura e l’accesso ai servizi di base e all’assistenza umanitaria di cui c’è disperatamente bisogno per tutte le persone colpite.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org