Report N°1 Anno 2016

Operazione Colomba
Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII

pastore
La mattina del 14 febbraio i soldati israeliani hanno trattenuto un pastore palestinese che stava pascolando il suo gregge in una valle palestinese attigua all’avamposto illegale israeliano di Havat Ma’on, vicino al villaggio palestinese di At-Tuwani, nelle colline a sud di Hebron. I soldati hanno spinto il gregge e il pastore in un’area che, pur essendo terra privata palestinese, le autorità israeliane hanno dichiarato chiusa al pascolo ai proprietari.

SITUAZIONE ATTUALE

L’escalation di tensione partita ormai a fine settembre 2015 non si è ancora fermata. L’occupazione dei Territori Palestinesi da parte delle forze israeliane si è fatta da allora sempre più pesante, con violazioni sempre più frequenti sulla popolazione palestinese (questo mese dalle colline a sud di Hebron segnaliamo un incremento di violenze su persone e demolizioni di case). Non si sono fermati nemmeno gli attentati verso gli Israeliani da parte di Palestinesi, che vengono uccisi all’istante.
Molti di questi non sono però chiari e non possono essere definiti attentati.
Purtroppo la versione dei fatti è solamente quella che viene riportata dalle autorità israeliane, che non lasciano ai Palestinesi alcuna possibilità di spiegazione.
Certo è che ad ogni movimento sospetto di Palestinesi, soldati e civili israeliani rispondono aprendo il fuoco e in vari casi sommariamente, anche quando sarebbe sufficiente un semplice controllo.
Come è accaduto per esempio nell’uccisione a sangue freddo di Ruqayya, una ragazza di 13 anni che, secondo i media israeliani, avrebbe voluto attaccare un soldato con un coltello a un checkpoint a nord ovest di Gerusalemme.
Una delle città più colpite dall’ultima ondata di violenza  rimane Hebron, dove un gruppo di 80 coloni israeliani ha preso d’assalto e occupato due abitazioni palestinesi nella città vecchia vicino alla Moschea al-Ibrahimi, con il supporto logistico dell’esercito.
Inesorabile inoltre procede la propaganda di diffamazione contro le organizzazioni israelo-palestinesi a tutela dei diritti umani come Ta’ayush e B’Tselem.
Due attivisti israeliani e un palestinese sono stati arrestati a causa di un servizio tv che ha usato immagini riprese di nascosto dal gruppo di coloni estremisti “Ad-kan”.
Nonostante i giudici avessero ordinato più volte di rilasciare i tre attivisti, la polizia ha continuato per settimane a tenerli in custodia, fino a quando tutte le accuse sono cadute per insufficienza di prove.

CONDIVISIONE, LAVORO e NOVITA’ SUI VOLONTARI

Questo primo mese dell’anno ha visto i volontari di Operazione Colomba impegnati in un’intensa attività di accompagnamento ai pastori, dovuta alle belle giornate di sole. Nonostante il clima di tensione e paura che si respira nell’area, i pastori si sono potuti dedicare alle loro attività quotidiane e principali fonti di sostentamento.
Dopo le tre settimane di vacanza anche la scuola è ricominciata ad At-Tuwani. La scorta militare che dovrebbe accompagnare i bambini di Tuba e Maghayir al Abeed e garantire la loro sicurezza ha più volte messo in pericolo la loro incolumità, fra lunghi ritardi e assenze. Più volte i bambini, non essendosi presentata la scorta, hanno dovuto percorrere la strada più lunga, accompagnati dai volontari. In un’occasione non hanno potuto raggiungere la scuola e sono stati costretti a tornare a casa, a causa dell’assenza dei soldati e della violenza dei coloni, che hanno sbarrato la strada ai bambini e ai volontari. Le violenze dei coloni dell’avamposto illegale di Havat Ma’on sono aumentate. Nei primi giorni di gennaio due volontari di Operazione Colomba che stavano raggiungendo il villaggio di Tuba sono stati attaccati da un colono mascherato, stessa sorte è toccata ad un pastore palestinese. Nel corso del mese, più volte i pastori sono dovuti scappare o hanno dovuto arrestare la loro attività per la presenza di coloni. In questo mese i volontari di Operazione Colomba sono stati al fianco della popolazione dei villaggi di Al mufaqarah e Susya durante le numerose demolizioni. Esercito e Amministrazione Civile Israeliana hanno incrementato notevolmente la loro attività distruggendo case, pozzi e sequestrando materiali. Ad Al Mufaqarah, durante le demolizioni, i soldati hanno lanciato dei lacrimogeni contro un gruppo di donne e bambini che stavano cercando di proteggere gli sforzi di una vita. Dopo qualche giorno, mentre tutti nel villaggio stavano dormendo, i soldati per rappresaglia hanno lanciato delle bombe sonore contro le case, continuando ad intimorire e minacciare la popolazione della zona. Per portare solidarietà alla comunità di Al Mufaqarah è stata organizzata una manifestazione a cui hanno partecipato Palestinesi, attivisti israeliani e i volontari di Operazione Colomba. Inoltre questi ultimi hanno anche trascorso delle notti nel villaggio, per sostenere e appoggiare la popolazione, condividere questo momento di particolare sofferenza rimanendo determinati sulla lotta che si sta portando avanti: quella della resistenza popolare nonviolenta delle colline a sud di Hebron.

 

 

Per maggiori informazioni e contatti:
Tel./Fax +39.0541.29005
E-mail: operazione.colomba@apg23.org
www.operazionecolomba.it

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