Se Israele scommette sull’Isis

Una manifestazione di drusi presso il villaggio di Majdal Shams (Reuters).
Una manifestazione di drusi presso il villaggio di Majdal Shams (Reuters).

Famiglia Cristiana 23 Giugno 2015 Fulvio Scaglione

“Per Israele si avvicina il momento della verità?”. Davvero la situazione è così drammatica come sembradescriverla il titolo di Yediot Ahronot, il più diffuso quotidiano del Paese? Certo è che le incognite di certe scelte strategiche si avverte oggi come non mai. Nel conflitto permanente tra Paesi arabi sunniti e Paesi sciiti che tormenta il Medio Oriente, Israele si è schierato con i primi e su questa opzione, in buona sostanza basata sull’ossessione per il pericolo rappresentato dall’Iran, il premier Netanyahu ha fondato la propria politica estera. Con ancor più convinzione e frenesia da quando gli Usa di Obama hanno cominciato a trattare con gli ayatollah per regolare la questione del nucleare.

Leggi tutto “Se Israele scommette sull’Isis”

L’attivismo collettivo e i cavalieri solitari

Discussione aperta (Seconda pubblicazione)

Qualche anno fa, Marco Revelli in un suo articolo intitolato “Gli eroi e la cattiva coscienza”,partendo dalla citazione di Bertold Brecht «Sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi», ragionava sugli “eroi moderni”, che offrirono le proprie sofferenze e la propria stessa vita in “sacrificio” per disincagliare la Storia che si era arrestata.
nell’articolo concludeva: Leggi tutto “L’attivismo collettivo e i cavalieri solitari”

Saverio Costanzo gira “Private” in Calabria con Mohammad Bakri

“Alla base di Private c’è una storia vera. Mentre ero in Palestina una giornalista mi ha parlato di un arabo, di cui non posso svelare l’identità, che vive ancora oggi coi soldati israeliani sul tetto. È il preside di una scuola, che ama Shakespeare, prega cinque volte al giorno e osserva il Ramadam. Vive a cinque metri dal muro della base militare israeliana: apre la porta della cucina e se la trova di fronte. Questa convivenza forzata dura dal 1992: nessuno lascia l’abitazione, intorno non c’è niente, perché di solito gli israeliani distruggono le case circostanti per avere la visuale sgombra da ostacoli. E non si tratta di un caso isolato: sono parecchi i soldati che, nei territori occupati, vivono in case di palestinesi.”

Così Saverio Costanzo parlando del suo film prodotto nel 2004 e premiato col Pardo d’oro al festival di Locarno , spiega l’origine dell’ispirazione del suo capolavoro proiettato anche nelle sale di Tel Aviv.

Bene, questo film di denuncia senza compromessi dell’occupazione dei territori palestinesi da parte dell’esercito israeliano, è stato girato in Calabria in un casolare nei pressi di Riace. Il territorio calabrese è simile ad alcune zone del Libano, della Siria, della Palestina, simile per il clima, l’arsura, la scarsità di acqua. È simile anche per le tradizioni, l’ospitalità, la cultura.