Lo stupro di una donna non ebrea è bottino di guerra.

Copertina: Shmuel Eliyahu, il rabbino capo di Safad (al centro), ha giustificato la violenza sulle donne non ebree e il massacro di civili palestinesi durante la guerra. (Mercaz HaRav)

David Sheen (*), The Electronic Intifada 1 settembre 2017

É emerso che un importante rabbino israeliano abbia sostenuto il genocidio a Gaza affermando  inoltre che i soldati possono stuprare durante la guerra.

Shmuel Eliyahu, capo rabbino di Safad nel presente d’Israele, approvò lo stupro da parte delle forze armate in un articolo del 2002 che è passato in gran parte inosservato.

Scrivendo su Kipa.co.il, un popolare sito di lingua ebraica per gli ebrei religiosi, Eliyahu ha sostenuto che i soldati israeliani perderebbero la loro motivazione a vincere la guerra se non autorizzati a violentare le donne non ebree.

I commenti furono fatti cinque anni prima che Eliyahu raccomandasse a Israele di usare una forza massiccia a Gaza.

Nel 2007 ha affermato che Israele “deve uccidere 100.000, anche un milione” di persone a Gaza se fosse necessario per impedire ai combattenti palestinesi della resistenza di sparare i razzi.

I commenti di Eliyahu del 2002 sulle violenze sono stati evidenziati in un recente messaggio di Facebook di Ruhama Weiss, un accademico di Gerusalemme.

“Non indebolire il suo spirito”

In una rubrica chiamata “Chiedi al rabbino”, Eliyahu suggerì che una legge biblica autorizzerebbe la violenza sessuale in determinate circostanze. Stava rispondendo a una domanda – apparentemente da parte di uno dei lettori del sito – sul fatto che le donne possano essere considerate come “bottino di guerra”.

Secondo Eliyahu, un soldato israeliano dovrebbe essere soggetto a pochi vincoli, se necessario, quando combatte una guerra.

“Ora è il momento di combattere e non si dovrebbe predicargli  moralità”, scrisse. “Fallo a casa, prima della guerra, e non nel bel mezzo della guerra. Non indebolire il suo spirito. Se gli proibisci una donna bellissima dalla quale è affascinato, lui penserà  a lei e probabilmente si arriverà al punto in cui  il popolo ebraico sarà sconfitto. Cosa si guadagna da questo?”

Eliyahu interpretava una scrittura biblica con questo significato “se brucia in te, prendi una bella donna”, giustificando così la violenza durante la guerra.

Tale punto di vista è in contrasto con il diritto internazionale. Il Tribunale penale internazionale ha confermato che l’uso di stupri nel conflitto armato è un crimine di guerra.

Dopo aver giustificato la violenza sulla donna, Eliyahu continua a incolpare la vittima, chiedendosi se “sia stata creata apposta per farsi desiderare e poter incriminare il soldato”. Eliyahu implicava persino che queste vittime di stupro dovessero essere grate di non essere uccise o tenute in schiavitù sessuale per il resto della loro vita.

“Notare che la sua vita è stata risparmiata durante la guerra”, ha scritto. “Non è nemmeno tenuta prigioniera con una spada. Non potrà vivere con lei, come uno vive con le donne e poi venderla come schiava. Lui la libera! Libera come un uccello!!”

Protagonista di bigottismo

La rivelazione che Shmuel Eliyahu ha dato tali riprovevoli consigli non dovrebbe sorprendere.

Il pastore israeliano di 60 anni, il cui stipendio è pagato dallo Stato,  ha creato la sua figura come il  principale bigotto del paese, incitando contro i palestinesi indigeni, i rifugiati africani, le comunità gay e lesbica di Israele e persino contro gli ebrei laici .

È stato indagato dalle autorità israeliane per presunto incitamento al razzismo – anche se poi non è stato perseguito.

Nel 2010, Eliyahu scrisse un editto religioso che vieta agli ebrei di vendere o addirittura affittare proprietà a persone non ebraiche.

Eliyahu fece pressioni su di un residente locale di Safad, un sopravvissuto all’Olocausto nazista di 89 anni,  perché smettesse di affittare stanze della sua casa ai cittadini palestinesi di Israele studenti del collegio locale. L’uomo alla fine chiese agli studenti di lasciare l’abitazione dopo avere ricevuto minacce per telefono riguardo l’incendio della sua casa se non lo avesse fatto.

Eliyahu è un figlio dell’anziano Mordechai Eliyahu, che fu capo rabbino d’Israele dal 1983 al 1993.

Quando tale carica rimase vacante nel 2013, Jewish Home – un partito profondamente coinvolto nel movimento dei coloni israeliani – sollecitò che fosse Shmuel Eliyahu ad occuparla. Jewish Home è parte della coalizione di governo di Israele.

Il suggerimento di proporre Eliyahu assomiglia allo stesso con cui venne proposto in passato Eyal Krim, ora rabbino capo dell’esercito israeliano.

Nel 2003, anche Krim  sancì lo stupro durante la guerra nella rubrica “Chiedi al rabbino” per Kipa.co.il.

L’anno scorso la sua nomina come rabbino capo dell’esercito è stata ritardata di una settimana. Infuriati dalle sue osservazioni sullo stupro, alcuni politici di sinistra si opposero alla sua nomina con un appello all’alta corte  israeliana; il loro appello fu respinto.

Durante quel breve ritardo, Krim ricevette il pieno sostegno di oltre 150 rabbini militari, nonché di ministri al governo del partito della  Jewish Home.

Negli ultimi anni, numerosi ministri della Jewish Home sono stati accusati di crimini sessuali. In un caso le accuse  furono esaminate da un forum di rabbini, affiliato con il partito, che decise di archiviare il caso.

Il capo di quel forum rabbinico era Shmuel Eliyahu.

 

trad. Invictapalestina.org

Fonte: https://electronicintifada.net/content/rabbi-who-urged-gaza-genocide-excused-rape-soldiers/21566

(*) David Sheen è uno scrittore e regista indipendente. Nato a Toronto, in Canada, Sheen vive a Dimona. Il suo sito web è www.davidsheen.com e può essere seguito su Twitter: @davidsheen.

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